Arpav, stipendio bis dai gettoniSi indaga anche per peculato

L’inchiesta della Procura sulla nuova sede dell’Arpav si allarga a quello che il Pm ipotizza come falso e peculato: grazie alla partecipazione a lavori di commissione, certi funzionari pubblici avrebbero intascato, sotto forma di gettone di presenza poche migliaia di euro, che tuttavia a fine mese facevano raddoppiare il loro stipendio
Il direttore generale dell'Arpav, Andrea Drago
Il direttore generale dell'Arpav, Andrea Drago
PADOVA.
Saranno anche affarucci di contorno. Briciole. Piccole ruberie. Eppure sono il sintomo di un malcostume imperante secondo il quale quando si maneggiano soldi pubblici - cioè di tutti, vale a dire di nessuno - meglio mettersi in tasca il più possibile. Così, grazie alla partecipazione ai lavori in commissioni nominate per curare varie attività, poche migliaia di euro per volta incassate come gettone di presenza facevano raddoppiare a fine mese lo stipendio di alcuni dirigenti o funzionari dell’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale (l’Arpav), figurando nello statino un semplice rimborso spese.


Ecco il meccanismo grazie al quale qualche «colletto bianco» in servizio nel più grande ente regionale (1100 dipendenti tra la sede centrale di Padova e le sette articolazioni provinciali) guadagnava ben più del dovuto. A scapito delle casse della Regione Veneto.

Certo affarucci di contorno o briciole nel quadro di un’inchiesta che punta a fare chiarezza sul sistema degli appalti, svolti o mancati nell’ambito dell’Agenzia. Un sistema che getta un’ombra pesante sulla gestione dell’Arpav.


Tuttavia sono ormai definite e ricostruite con precisione dagli investigatori - i carabinieri del nucleo investigativo di Padova comandati dal maggiore Ivan Petracca e coordinati dal pubblico ministero Federica Baccaglini - le modalità di funzionamento delle commissioni deliberate dal vertice dell’ente con compiti valutativi nell’indagine di mercato per la ricerca prima un immobile da destinare a futura sede unica dell’Arpav, poi in quella per l’individuazione di un terreno dove costruire la sede centrale; e ancora incaricate di selezionare o promuovere il personale oppure costituite per la gestione di appalti.


A formarle vengono chiamati «esterni» che, per normativa, beneficiano di un gettone di presenza (in genere 1000 euro a seduta) e da «interni», funzionari e dirigenti dell’Agenzia che, in quanto dipendenti, riscuotono già lo stipendio e null’altro possono reclamare. Il fatto è che all’Arpav tutti incassano quel gettone. Anche gli «interni» che, liquidati i consulenti, si spartiscono quel che resta della somma a disposizione: fino a 4000 euro per il lavoro in una commissione.


Da qui le accuse di falso e di peculato contestate al direttore generale Arpav Andrea Drago, al direttore dell’area amministrativa Paolo Masiero (il suo braccio destro); all’ingegnere Walter Stocco, responsabile del Servizio tecnico; e a Giovanni Ferro, dirigente responsabile del Servizio risorse umane con il compito di gestire gli stipendi, i fondi contrattuali e i compensi erogati a qualunque titolo. C’è pure un quinto indagato tra gli alti livelli dell’ente: sul suo nominativo, però, è massimo riserbo.


Il nucleo centrale dell’inchiesta, comunque, resta l’operazione per la costruzione della nuova sede dell’Agenzia, un affare da trenta milioni di euro stoppato dalla solerzia di un tecnico esterno, l’ingegnere Tiziano Pinato, all’epoca dei fatti responsabile del Genio civile di Padova: in due esposti trasmessi in Regione, rileva come il parere espresso dalla commissione incaricata di scegliere la migliore proposta per la nuova sede, di cui faceva parte, sia stato calpestato dal direttore Drago. Quest’ultimo, infatti, è deciso a portare avanti la trattativa privata con tre ditte (Guerrato spa-Immobiliare Bronzetti, Ifip srl e Capital Berry).


Scoppiano le polemiche e Drago indice una nuova indagine di mercato per la ricerca di un terreno edificabile, non più di un immobile: il 25 marzo 2010 ufficializza la prosecuzione della trattativa privata con l’Immobiliare Bronzetti per l’acquisizione dell’area ex Maritan. Area la cui bonifica è stata autorizzata dal settore Ambiente del Comune con una delibera del 16 febbraio.

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