Atlantia a caccia di 3,8 miliardi per Abertis

Ok dell’assemblea all’aumento di capitale per conquistare le autostrade spagnole. L’ad: «Con l’opas +30% di dividendi»
La sede di Abertis a Barcellona, in una foto tratta dal sito della societa' spagnola. ANSA-pat
La sede di Abertis a Barcellona, in una foto tratta dal sito della societa' spagnola. ANSA-pat
PADOVA. Atlantia raccoglie le munizioni per conquistare le autostrade spagnole e accelera nel processo di «diversificazione» internazionale, avviato col piano strategico, che ha fissato l'obiettivo del 50% dell'Ebitda fuori Italia in tre anni. Ieri, l’assemblea della società controllata dalla famiglia Benetton, ha approvato un aumento di capitale da 3,79 miliardi finalizzato all’offerta pubblica di acquisto e scambio (opas) sulle azioni del gruppo Abertis, che nelle scorse settimane è stato al centro di due possibili contro-offerte. Ma se quella ventilata di Aena è stata subito bloccata dall’azionista pubblico del gruppo aeroportuale spagnolo, quella di Acs, il colosso spagnolo guidato dal boss del Real Madrid Florentino Perez, seppur in una fase preliminare, è viva e vegeta. La società, stando alle indiscrezioni del quotidiano iberico «El Economista» sta cercando un partner per sfidare Atlantia. La banca d’affari Lazard, in qualità di advisor di Acs, avrebbe contattato diversi fondi di private equity, tra cui Kkr, Cvc, Tci e Macquarie, per organizzare una cordata in grado di contrastare l’offerta da 16,3 miliardi della holding italiana. «Abbiamo le spalle larghe, ma dobbiamo confrontarci con il mercato» si è limitato a dire ieri in assemblea il ceo di Atlantia, Giovanni Castellucci. «Non commento altre operazioni di cui so solo quello che leggo sui giornali. La nostra è un’ offerta buona e f
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, ha tutte le carte in regola e si confronterà con il mercato» ha ribadito. Ma ad oggi nessuno potrebbe escludere una contro-offerta a un prezzo più alto di quello messo sul piatto dalla società italiana.


L'opas di Atlantia, presentata il 15 maggio scorso, si basa su un corrispettivo in contanti di 16,5 euro per ciascuna azione Abertis, con la possibilità per gli azionisti dell'azienda spagnola di optare, in parte o completamente, su azioni Atlantia. Il rapporto di cambio è di 0,697 azioni Atlantia per ciascuna azione Abertis offerta. L’aumento da 3,79 miliardi va proprio al servizio di questa operazione di acquisto e scambio volontario e avverrà con emissione di massime 160.310.000 azioni “speciali” a 23,67 euro (1 euro a capitale, e per 22,67 a sovrapprezzo). Queste nuove azioni non saranno quotate, saranno soggette al vincolo della intrasferibilità fino al 15 febbraio 2019, ma avranno i medesimi diritti dei titoli già esistenti, compreso «il diritto di nominare fino a tre amministratori». Di conseguenza il cda di Atlantia potrebbe passare da 15 a 18 membri. Dopo il 15 febbraio 2019, le azioni speciali saranno convertite automaticamente in azioni ordinarie, con rapporto 1:1.


Con l’opas, Atlantia stima una «crescita potenziale del dividendo per azione fino al 30% a partire dal primo anno in aggiunta all’attuale politica dei dividendi» spiega Castellucci. L’ad ha confermato che l’offerta partirà nella seconda metà di novembre e che Abertis rimarrà quotata e con quartier generale in Spagna. Al gruppo spagnolo verranno inoltre conferiti gli asset in Cile e Brasile, ma l’ad ha rassicurato che l’attenzione di Atlantia rimarrà prevalentemente rivolta all’Italia. «L’operazione consentirà di creare un leader mondiale nel settore delle infrastrutture, dotato di una leadership stabile e indipendente, rafforzando il profilo economico-finanziario del gruppo» ha ribadito ieri il manager ai soci.


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