«Autentico atto di sopraffazione le nazioni sono storia e futuro»

IL PIONIERE
Rocchetta, ha visto? Salvini vuol cancellare le nathion dallo statuto della Lega.
«È un atto di violenza e di sopraffazione dei popoli, e in particolare del popolo veneto che esiste da migliaia di anni. Nathion con il “th”, mi raccomando: la “s” è milanese. Salvini? Riconosco che sta facendo qualcosa già da me avviato nel 1979, prime Europee».
C’è un Vico anche per il lighismo. O leghismo?
«Allora, per presentarci in tutte le circoscrizioni avviai contatti con valdostani, altoatesini, friulani, sloveni, sardi, liguri, abruzzesi, napoletani. Ma le diversità, nette, chiare, vanno rispettate, non omologate. Con patti confederativi»
Ma sbaglia o fa bene, nella “ italianizzare” la Lega?
«Eh, il Nord non esiste, come la Padania, roba inventata a tavolino subito dissoltasi. Ma le nathion non si possono toccare, sono storia, presente e futuro. Civiltà, non razza. Può anche togliere le nathion, cancellarle dalla carte, ma queste vivono sempre, magari sotto la cenere, pronte a rifiorire. I Serenissimi. Ancor prima di muoversi, erano sostenuti da decine di migliaia di veneti».
Il lighismo come un seme sotto la neve?
«Storia complessa, io ero sotto processo già alla fine degli anni ’60. So bene come venne attaccato, per stroncarlo, da Roma. La Dc fece autentici golpe, il ministero dell’Interno mosse i servizi segreti».
Quando nasce la Liga. Colore blu forte.
«Siamo partiti dall’analisi dell’Europa di allora, e dei popoli che vivevano situazioni analoghe alla veneta: baschi, irlandesi, caucasici, bretoni, catalani, ma anche i berberi, il mosaico del Medio Oriente. Un anno fa moriva Salvatore Meloni, patriota sardo, dopo uno sciopero della fame».
Come Bobby Sands.
«Già. Storia e storie. Con Meloni ci vedemmo nel 1978. E nel 1968 già giravo l’Europa in autostop... l’intervento del patto di Varsavia in Cecoslovacchia, vissuto sul posto, va riletto anche con il conflitto fra cechi e slovacchi. Incontrai Dubcek tre volte».
Torniamo a Salvini, alla Lega, e alle nathion. Quante ce ne sono, in Italia?
«Quelle vere, che hanno storia. Il Veneto e lo stato di Milano lo sono, non la Lombardia. Certo sono tante».
Concorderebbe con Dionisotti, che contestava la letteratura italiana tout court, ma parlava di letteratura di aree geografiche diverse.
«E nei musei stranieri non vediamo forse “arte veneta”, “toscana”, “lombarda”? Quel che i centralisti chiamano “Italia divisa e frammentata” è il pluralismo e la ricchezza dei popoli e delle nathion».
Saremmo, in teoria, nel 2018 e nell’Europa unita.
«Ma lei guardi l’Italia: ha ancora 8, 10, 12 capitali. Serve una coesistenza di nathion».
Il Veneto, in tutto questo?
«Ci sono attestazioni che risalgono al 200 a.C, e ci sono tracce venete in Siria, nella oggi martoriata Aleppo, allora e ai tempi di Marco Polo. L’imprenditoria fioriva dall’Atlantico al Medio Oriente. Storia che va ripresa tutta, ricordo la bozza di Paolo Sarpi, 1619, per un patto federativo fra Serenissima e Olanda: Daniele Manin lo riprese nel 1849 per allearsi con gli ungheresi, ma naufragò tutto. Purtroppo a tentare di cancellare la nostra storia sono arrivati Napoleone, la sua Milano, i piemontesi, poi Roma. E ora i lombardi, via Bellerio, la sede federale, la rovina di Liga e Lega. Non per niente me ne andai, nel ’94. E Bossi? Ha paralizzato la Lega, ne ha bloccato la crescita».
Per questo i veneti contano poco, oggi, nel partito?
«È l’individualismo di chi c’è in Veneto oggi. Si parlassero, facessero squadra: no, ognuno corre per sè».
E l’autonomia?
«Va presa tutta. E di più. Il Veneto non ha meno titoli, lo dico per difetto, delle Regioni a statuto speciale. Fu il veneto Eugenio Gatto (ministro del governo Rumor, ndr), un leader della Resistenza che aveva un inno veneto, “Juditha triumphans”, il ministro per gli affari regionali che creò le Regioni. Prima, nella Costituente, mancarono uomini».
Come oggi la Stefani...altro ricorso vichiano
«Ma il Veneto, come nathion, ha un respiro ben più ampio della Regione, con valori condivisi da Bergamo e Brescia, all’Istria e alla Dalmazia, dal Mantovano a Cipro e all’Albania. Candia e Creta. Ma la Liga resta l’unico partito vero con radici territoriali e con un’altra idea, positiva, di Stato. Con una sua bandiera e una sua civiltà. Puoi calpestare la nathion veneta, ma non la ucciderai mai». —
A. P.
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