Baita, a rischio il patteggiamento finché Mantovani non salda i debiti

Per 85 mila euro il grande accusatore non ha ancora chiuso con i 2 anni concordati. Gennaio data ultima per pagare
Interpress/Gf.Tagliapietra.07.07.2016.- Prcesso Mose. Piergiorgio Baita.
Interpress/Gf.Tagliapietra.07.07.2016.- Prcesso Mose. Piergiorgio Baita.



Tra Piergiorgio Baita, ex ad della Mantovani, e il patteggiamento per la corruzione ed i reati fiscali nell’ambito dell’inchiesta sui Grandi accusatori del Mose, ci sono circa 85 mila euro che mancano. Stessa situazione per Nicolò Buson, che della Mantovani allora era il direttore. La somma è stata al centro del colpo di scena ieri pomeriggio in tribunale dove era attesa la sentenza del gup Gilberto Stigliano Messuti sull’accoglimento o meno delle proposte di patteggiamento (tutte sotto i 2 anni, quindi con il beneficio della sospensione condizionale) per i Grandi accusatori.

il colpo di scena

Nell’analizzare le posizioni di Baita (che ha chiesto di patteggiare 2 anni come ricalcolo rispetto al patteggiamento del 2013) e Buson (1 anno e 8 mesi), il giudice ha evidenziato come, secondo i suoi conteggi, la Mantovani, per la quale lavoravano entrambi gli imputati, non abbia finito di pagare il proprio debito con l’Erario in relazione ai reati fiscali connessi alla corruzione. Questo in base a una norma del settembre 2011 secondo la quale è possibile accedere al patteggiamento per reati fiscali solo se sono stati saldati i conti con l’Agenzia delle Entrate. Secondo il giudice, quindi, mancherebbero 85 mila euro. Diversamente la pensano gli avvocati Alessandro Rampinelli e Fulvia Fois per Buson, per i quali la quota è stata raggiunta, tenuto conto di quanto ha pagato Mantovani in altri piani di ammortamento per altri reati.

quattro rate mancanti

Mantovani sta pagando il debito seguendo diversi piani di ammortamento. Finora ha sempre pagato regolarmente le rate. Per quanto riguarda il piano di ammortamento che riguarda le accuse di Baita e Buson, ad oggi mancano quattro rate - per un totale di 85 mila euro - e il piano si estinguerà a settembre 2019.

«norma incostituzionale»

Le difese hanno eccepito l’incostituzionalità della norma, sostenendo che viene negato agli imputati di accedere ad un loro diritto (il patteggiamento) in virtù di circostanze indipendenti dalla loro volontà (il piano di ammortamento di Mantovani). L’avvocato Rampinelli ha quindi chiesto un rinvio dell’udienza.

chi paga?

Il giudice Stigliano Messuti ha fissato l’udienza al 17 gennaio. Entro quella data, il debito della Mantovani dovrà essere saldato affinché Baita e Buson possano patteggiare. Ma stando al piano di ammortamento, la quota mancante si sarà sì assottigliata, ma non sarà arrivata a zero. «Chiederemo a Mantovani se potrà anticipare il pagamento delle rate mancanti», spiega l’avvocato Rampinelli. Richiesta condivisa dall’avvocato Fois. Chissà come reagirà l’azienda di fronte all’istanza che arriverà dal suo ex ad, colui che l’aveva portata alle stelle e poi, con le sue rivelazioni, aveva alzato il velo sul sistema del malaffare sulle paratoie mobili.

«baita non ha un centesimo»

Altra ipotesi avanzata nel corso dell’udienza di ieri pomeriggio dall’avvocato dello Stato Simone Cardin sarebbe quella dell’accollo tributario. Ovvero che, nel caso specifico, gli imputati si facciano carico di tasca propria del pagamento della somma mancante all’Erario per centrare l’obiettivo del debito zero. Una ipotesi, questa, sulla quale l’avvocato Rampinelli mette le mani avanti: «L’ingegner Baita non ha più un centesimo. Gli ultimi soldi che aveva gli sono stati confiscati per la vicenda delle fatture di San Marino».

gli scenari possibili

Se il 17 gennaio prossimo il debito sarà estinto, il giudice leggerà la sentenza di accoglimento o rigetto delle proposte di patteggiamento. Se ci fosse ancora una quota da pagare, e quindi saltasse automaticamente l’accordo sulla pena per i reati fiscali, i difensori sono pronti a dare battaglia. Anzitutto sulla legittimità della norma, come peraltro hanno già ventilato nel corso dell’udienza di ieri. L’altra strada, ancora da valutare, sarebbe quella dell’abbreviato, che consente comunque di beneficiare dello sconto di un terzo della pena.

gli altri patteggiamenti

Nel corso dell’udienza di ieri non è stata analizzata la posizione degli altri imputati. Claudia Minutillo, ex braccio destro di Giancarlo Galan e amministratore delegato di Adria Infrastrutture (avvocato Carlo Augenti) ha chiesto di patteggiare 2 anni; 1 anno e 8 mesi per Pio Savioli (avvocato Massimo Benozzati), al tempo consulente del consorzio della cooperative venete Coveco. Per il faccendiere Mirco Voltazza (avvocato d’ufficio Marianna de’ Giudici) la proposta dovrà essere riformulata. A ciò si aggiungerà poi la partita delle confische.

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