Ca’ Foscari nella bufera: nella piattaforma per cercare lavoro «il nero fa curriculum»
Sotto accusa i consigli del portale online Jobiri, segnalati da Udu. L’ateneo: «Accogliamo la segnalazione, verifiche in corso»

«Stage non retribuiti, esperienze di volontariato, lavoretti svolti senza contratto - inclusi quelli “in nero”, ovviamente senza fare riferimento al fatto che l’assunzione non fosse regolare». Il consiglio su cosa inserire nel curriculum è fin troppo onesto e, nell’Italia del lavoro turistico stagionale, tristemente ben mirato. Ma se arriva da un portale online che si presenta forte del logo di Ca’ Foscari è inevitabile che faccia storcere più di qualche naso.
L’Unione degli universitari mette sotto i riflettori Jobiri, piattaforma online che si propone di aiutare studenti e laureandi a stendere il proprio dossier lavorativo e che, a Venezia, ha stretto una collaborazione con l’ateneo lagunare, tanto da essere uno dei link diretti della sezione Servizi del sito internet dell’università; a Jobiri si può accedere con le credenziali cafoscarine e poi, seguendo passo passo la guida, compilare un curriculum vitae da offrire a possibili datori di lavoro. Nella sezione dedicata alle esperienze precedenti, però, la stortura: Jobiri invita espressamente a indicare pure le attività irregolari, d’altronde «quello che realmente interessa a ogni datore di lavoro sono le competenze maturate sul campo».
«È inaccettabile che questo suggerimento arrivi, indirettamente, da un ateneo pubblico», attacca Angelica Morresi, coordinatrice di Udu Venezia «Questo espone gli studenti a ulteriori rischi e sfruttamenti: il lavoro nero rappresenta una forma di sfruttamento che priva i lavoratori di diritti fondamentali, ferie, malattia, contributi e tutele. Far passare tali esperienze come “utili” per l’inserimento nel mondo del lavoro legittima pratiche illegali e pericolose».
«Il lavoro nero non è un’esperienza da valorizzare, ma una piaga da combattere», insiste Giorgia Pettenò, rappresentante Udu all’interno del Cda di Ca’Foscari, «Chiediamo la rimozione immediata di tali indicazioni dalla piattaforma Jobiri». La risposta dell’ateneo veneziano va in questa direzione: «Raccogliamo la segnalazione di Udu e avvieremo scrupolosamente tutte le verifiche del caso».
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