Banditi a Jesolo, ristoratore rapinato e picchiato
Colpo notturno da 100 mila euro in un locale del centro, Dario Caravetta sequestrato insieme ai familiari

DE POLO - DINO TOMMASELLA - JESOLO - PIZZERIA ATMOSPHERA DI VIA BAFILE
JESOLO. Rapina al lido di Jesolo: due uomini hanno sequestrato e picchiato il direttore del ristorante “Atmosphera”, rinchiudendolo in un stanza insieme alla moglie, al figlio e alla nonna per poi darsi alla fuga. Il bottino è di 100 mila euro ai danni del locale della centralissima via Bafile, aperto un paio d’anni fa dopo la prima esperienza a Bibione. Due uomini armati hanno fatto irruzione intorno all’1. 30 della scorsa notte, quando il ristorante era ormai prossimo alla chiusura. Il responsabile, Dario Caravetta, che con una società di Sappada gestisce il ristorante di Jesolo e anche lui ha esperienza nel settore a Bibione, si è visto entrare due energumeni con il volto parzialmente coperto dal cappuccio di una felpa, accento dell’Europa dell’est, armati di una pistola e un taser, ovvero un dissuasore elettrico che provoca violente scosse e dolore fino alla paralisi degli arti. Il direttore in quel momento era in cucina ed è stato sorpreso praticamente alle spalle mentre stava per chiudere. Dopo i primi colpi ha iniziato a gridare sollevando l’attenzione della famiglia. Volevano che li portasse alla cassaforte e per convincerlo non hanno esitato a percuoterlo con violenza, colpendolo al volto, sembra anche con il calcio della pistola.
Lui non ha potuto reagire di fronte a tale violenza, oltretutto impaurito dal fatto che nel locale si trovava anche la moglie e il figlio di 7 anni che doveva proteggere assieme a sua mamma. Li ha condotti alla cassaforte che ha dunque aperto consegnando tutto quanto si trovava all’interno, circa 100 mila euro in contanti. Una somma ingente che fa pensare a una rapina ben architettata. Non è escluso che il malviventi fossero a conoscenza dei soldi tenuti in cassaforte e sapessero che il bottino era quella portata. Non contenti, gli hanno preso il telefono cellulare, quindi le chiavi del locale. Poi hanno spinto Caravetta, la moglie e il figlio e la nonna in una stanza del ristorante, chiusa a chiave. I rapinatori si sono dileguati, fuggendo all’esterno. La famiglia è rimasta chiusa nella stanza per qualche minuto. Hanno atteso che le acque si calmassero e poi il direttore ha aperto la porta a spallate. Ha raggiunto dunque due dipendenti in un appartamenti sopra il locale e si è messo in contatto con le forze di polizia, chiamando i carabinieri. Caravetta era malconcio, con qualche ferita alla tempia e al volto, fortunatamente non molto gravi. Illesi moglie, figlio e nonna, comunque sotto choc dopo il sequestro. Il ristoratore comunque non è ricorso alle cure mediche ma ha collaborato con l’Arma nell’avvio delle indagini.
Giovanni Cagnassi
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