Bibione suona la campane per Fantin: "Il nuoto mi ha dato una nuova vita"

Mondiali Paralimpici, il giovane atleta dell'Aspea Padova a vinto due ori e quattro argenti a Londra

BIBIONE. Un’accoglienza da star.

Ieri pomeriggio Bibione ha salutato con una grande festa il ritorno a casa di Antonio Fantin. Il 18enne campione di nuoto paralimpico, tesserato per le Fiamme Oro e per l’Aspea Padova, è stato uno dei grandi protagonisti dei Mondiali che si sono svolti a Londra.

Antonio Fantin ha vinto sei medaglie: due d’oro, nei 400 stile libero e nella staffetta 4x100 sempre stile libero, e quattro d’argento. Per la gioia di don Andrea Vena, il sacerdote che è il suo primo tifoso e a ogni successo fa risuonare le campane della chiesa di Bibione.

Sei medaglie in un Mondiale è un grande risultato. Che sensazioni hai provato a salire così tante volte sul podio?

«Sono molto soddisfatto, anche perché in questi mesi mi ero preparato per gareggiare nella classe S5. Poi il giorno prima dell’inizio del Mondiale mi è stata cambiata la classificazione e ho dovuto adattarmi a delle gare che non preparavo da due anni. Sono contento di essermi riconfermato nei 400, che avevo vinto già ai Mondiali di Città del Messico nel 2017. Ripetermi in questo Mondiale preolimpico vale ancora di più. L’oro nella staffetta è stato un grande risultato per tutta la Nazionale. Ora lavoreremo per migliorare gli argenti nelle altre discipline».

Come ti sei preparato per questo Mondiale?

«E’ stato un lavoro a distanza con il mio allenatore Matteo Poli, perché lui è a Modena e io abito a Bibione. Ci sentivamo telefonicamente e ogni tanto ci vedevamo. Ma, anche grazie all’ottimo rapporto che abbiamo, siamo riusciti a gestire bene tutti gli allenamenti a distanza».

Con te nella Nazionale a Londra c’era un altro veneto, il veronese Stefano Raimondi. Un’Italia stratosferica che ha vinto il medagliere ed entusiasmato i tifosi. Qual è il segreto?

«Credo che la nostra forza siano il duro lavoro, la passione e il rapporto che ci lega l’uno con l’altro. In tutto abbiamo vinto 50 medaglie, è il frutto di una grande grande coesione fra di noi».

A Bibione sono tutti pazzi per te. Hai già un fans club nel bar della parrocchia. E dopo la vittoria nella staffetta, benché fosse tarda sera, le campane hanno suonato a festa.

«Spero di non aver svegliato nessuno per colpa mia. Scherzi a parte, don Andrea è il mio tifoso numero uno. Mi ha seguito nei momenti di difficoltà e in quelli di gioia. Lo ringrazierò sempre, come ringrazio tutta la comunità di Bibione, per quello che ha fatto per me da quand’ero piccolo fino a oggi. Sul podio sono salito io, ma queste vittorie sono il frutto di tante persone che lavorano dietro le quinte, mi sostengono e anche mi sopportano. Non sono delle vittorie così individuali come si potrebbe pensare. Approfitto per ringraziare anche la Regione, con il presidente Zaia e il vice Forcolin che mi hanno fatto sentire il loro supporto».

Qual è il tuo legame con l’Aspea Padova?

«Ora ho il doppio tesseramento: come società civile con l’Aspea e come militare con le Fiamme Oro. Fin da quando vi sono entrato, per me l’Aspea è stata una grande società. Mi trovo molto bene con tutti i ragazzi, lo staff, gli allenatori. Quando gareggio per loro, e non per le Fiamme Oro, sono tutti disponibili. Negli ultimi tempi non ho avuto molte occasioni di andare a Padova, ma solo per la distanza».

Ti sei avvicinato al nuoto per i tuoi problemi di salute e poi ne sei diventato un campione. Cosa rappresenta per te?

«Il nuoto è una grande fetta della mia vita attuale e anche di quella passata. E’ grazie a questo sport, se oggi sono quello che sono. Ho iniziato a nuotare a quattro anni perché costretto per la riabilitazione post operatoria, ma poi è diventata una ragione di vita. Vedendo le Paralimpiadi di Londra 2012 mi sono appassionato ed è così iniziato un po’ tutto. A questi livelli può sembrare un lavoro. Ma, oltre ai risultati, a farti andare avanti sono la passione, la voglia di migliorare sempre te stesso e di sentirti bene in acqua. Il nuoto può cambiarti la vita».

Guardiamo al 2020. Farai la Maturità a scuola, ma ci saranno pure le Paralimpiadi di Tokyo. Che anno sarà per te?

«Molto impegnativo. Adesso riprenderò subito la scuola e poi, dopo un po’ di riposo, ricomincerò a nuotare. La Maturità e le Paralimpiadi saranno due appuntamenti importanti, anche se sotto due punti di vista diversi. Ma ci tengo a fare bene in entrambi. A livello sportivo gli obiettivi per il 2020 sono Tokyo e gli Europei. Proverò a fare una grande annata, cercando di migliorare. La classificazione dovrebbe rimanere la stessa e quindi ho la possibilità di lavorare per preparare al meglio tutto il panorama di gare». —

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