Bimbi nell'estate del Coronavirus veneto, l'offerta delle fattorie didattiche

VENEZIA. Come gestire la vita dei propri figli più piccoli, tra lavoro ed emergenza coronavirus, con le scuole chiuse? Come affrontare l'estate in tempi così complessi da programmare?
Le fattorie didattiche, con i loro ampi spazi aperti, potrebbero rappresentare una risposta possibile: raccolta delle uova, la pasta fatta in casa, la mungitura delle capre, il racconto e l’esperienza della vita in campagna. Ma anche l'assistenza nei compiti.
Da una parte l'assillo che non fa dormire migliaia di famiglie, dall'altra una realtà consolidata nel Veneto come quella delle fattorie didattiche - tra percorsi nella natura, agricoltura, animali - anch'essa travolta dall'emergenza-Covid, sospesa nella "bolla", ma che si sta organizzando proprio per offrire un'alternativa ai genitori nell'assistenza ai figli. Domanda e offerta di qualità: se e quando il governo darà le sue direttive.
Gli operatori sono, infatti, pronti ad aprire, con un ventaglio di proposte, ma manca ancora il via libera alla ripresa della vita pubblica di queste aziende agricole e, per il momento, la loro è un'azione di pressione sul governo (la Regione Veneto ha già detto di essere pronta a sostenerli) perché ne autorizzi la ripresa delle attività didattiche con i più piccoli.

I NUMERI. Sono 301 le aziende certificate come "fattorie didattiche" dalla Regione Veneto, l'unica in Italia ad avere un rapporto istituzionale stabile con queste realtà produttive. Così il pressing della categoria si è fatto sempre più stretto, per chiedere l'autorizzazione a poter aprire le porte e tornare ad accogliere i più piccoli: 55 le aziende nel Padovano, 42 in provincia di Treviso, 14 in quella di Belluno, 39 nel Veneziano. Qui il link alla pagina dedicata loro dalla Regione Veneto.
"Non appena si potrà operare secondo nuove ordinanze all’aperto, nei cortili o sull’aia", spiega Tiziana Favaretto, vice responsabile di Donne Impresa Venezia, "rispettando tutte le precauzioni di sicurezza, apriremo nuovamente i cancelli delle aziende per accogliere i bimbi. Attendiamo presto indicazioni per poterci organizzare e rispondere alle esigenze dei genitori".
LA PROPOSTA: apertura 8-17 per i bimbi, divisi in piccoli gruppi. Tutte le rappresentanze del settore – Confagricoltura, Cia-Agricoltori italiani, Copagri, Confcoop e Legacoop e organizzazioni del sociale (da lega ambiente alla Rete fattorie sociali) - si sono mosse per chiedere un incontro urgente alla ministra alle Politiche agricole Teresa Bellanova.
L’idea è quella di riprendere – nel rispetto delle regole di prevenzione e protezione - con gruppi di 4-5 bambini, separati tra loro, con attività soprattutto all’aria aperta.
IL COSTO. Ovviamente dipenderà dai pacchetti, ma – spiega l’Ufficio relazioni di Coldiretti Veneto - "normalmente il biglietto per un’intera giornata di visita in fattoria varia tra i 5 e gli 8 euro”.
“Le fattorie didattiche sono pronte ad organizzare le settimane verdi per i bambini, con tutte le misure di sicurezza del caso”, osserva Luca Trivellato, vicepresidente di Cia-Agricoltori Italiani Padova, "Predisponiamo laboratori ad hoc -aggiunge Trivellato- e attività manuali quali la raccolta delle uova. Spazio, inoltre, alla piscina e all’aiuto compiti. Desideriamo venire incontro alle esigenze dei nuclei famigliari. Non dimentichiamoci dei più piccoli, pure loro hanno cittadinanza”.
Nella sola realtà padovana – pre-coronavirus - nelle “settimane verdi” pre-coronavirus erano coinvolti oltre 1000 bimbi in tutta la provincia, per una copertura oraria che solitamente va dalle 8 alle 17. “Le fattorie didattiche sono pronte a reagire e per questo sperano, nella Fase 2, di poter essere autorizzare a riaprire le porte, offrendo ai bambini gli spazi ampi e privi di assembramento dei cortili e delle aie e consentendo ai genitori di avere un luogo in cui lasciare custoditi i figli", conclude Trivellato.
"La vocazione alla didattica e al sociale dell’agricoltura", dice Raffaella Veronese, responsabile Donne Impresa, "è un servizio impagabile se si considera il valore aggiunto offerto dalle famiglie contadine che oltre alla predisposizione naturale aggiungono capacità professionali e abilità teorico pratiche".
“Si tratta di realtà strategiche per la ripresa della normalità", osserva Chiara Bortolas, dirigente regionale Coldiretti e presidente di Donne Impresa, "la cancellazione di stage, settimane verdi e centri estivi, gite e visite guidate ha significato perdite per milioni di euro, ma gli operatori del settore sono già pronti a dare risposte alla società in termini di sicurezza alimentare e qualità della vita. Il ritorno al contatto con la natura sarà la giusta dimensione per le nuove generazioni che trovano nella campagna un’offerta ricreativa continua e spontanea”.
LA RISPOSTA DI ZAIA. "Restiamo dell’idea che il provvedimento di riapertura delle aziende debba avere parimenti anche un sostegno alle famiglie, che non vanno lasciate solo. Stiamo andando avanti su questo fronte con le scuole dell’infanzia", ha affermato il presidente della Regione, intervenendo sul problema della chiusura delle scuole e le difficolte per le famiglie con figli, "qualcuno si è scandalizzato quando ho parlato di un diverso utilizzo di edifici scolastici... avevamo pensato di portare gli ospedali negli alberghi e ora non possiamo portare uno studente delle elementari in altre strutture? Teniamo presente che abbiamo anche 301 fattorie didattiche messe a disposizione, e mi pare una buona idea".
«Stiamo valutando l'inserimento delle fattorie didattiche nel piano di regolamento operativo previsto per la ripresa, al fine di garantire la massima sicurezza e le precauzioni necessarie per accogliere nuovamente bambini, genitori e insegnanti nelle nostre fattorie». Annuncia Federico Caner, assessore regionale al Turismo, come risposta a una lettera inviata qualche giorno fa dal presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini. «Sappiamo che l’attività didattica per i bambini e le famiglie, svolta in modo sempre più professionale nelle 301 aziende venete riconosciute dall’Elenco regionale, è stata sospesa fin dalla prima Ordinanza – conferma nella sua risposta Caner - e non è potuta proseguire in questi mesi la oramai consolidata offerta alle scuole di percorsi ed esperienze in fattoria, che proprio quest’anno scolastico stava registrando un significativo incremento di prenotazioni».
(ha collaborato Giovanni Monforte)
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