Blitz contro la ’ndrangheta sequestrata ditta padovana

PADOVA. Operazione antimafia all’alba con l’arresto di dieci persone e sequestro di patrimoni che, secondo gli inquirenti, sarebbero riconducibili alla ‘ndrangheta, precisamente alla cosca Tripodi...

PADOVA. Operazione antimafia all’alba con l’arresto di dieci persone e sequestro di patrimoni che, secondo gli inquirenti, sarebbero riconducibili alla ‘ndrangheta, precisamente alla cosca Tripodi di Portosalvo, a Vibo Valentia.

Il blitz, effettuato in diverse regioni, è stato eseguito dai militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Vibo, sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro.

Il provvedimento è stato eseguito su vari obiettivi in Calabria, Lazio, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Sicilia. Sono stati aggrediti i cespiti patrimoniali riconducibili al clan per un valore complessivo di 45 milioni di euro, con 25 aziende, 42 tra terreni e fabbricati e 16 autoveicoli. Per i dieci soggetti coinvolti è stata richiesta l’applicazione di misure di prevenzione personali.

L’attività è il prosieguo dell’indagine “Libra” che nel maggio dello scorso anno aveva portato all’esecuzione di 20 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Catanzaro nonché alla esecuzione di un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dalla Dda per 40 milioni di euro complessivi.

Le richieste di misura hanno colpito il presunto boss dell'omonimo clan, Nicola Tripodi, 66 anni; Sante Tripodi, 41 anni, e Antonio Tripodi, 50 anni, fratelli del primo; Salvatore Vita, 39 anni, di Vibo Marina; Francesco Comerci, 39 anni, di Nicotera, residente a Roma; Massimo Murano, 41 anni, di Busto Arsizio (Varese); Orlando Tripodi, 28 anni, e Marika Tripodi, 29 anni, figli di Nicola Tripodi; Simon Schito, 32 anni, di Milano; Francesco La Tesse, 29 anni, di Vibo Marina.

Tra le società sequestrate ce n’è anche una padovana, la S.C. Costruzioni di Limena, azienda individuale intestata a Cristian Sicari, 29 anni, di Tropea.

Sicari, che ha vissuto a Padova e Limena, secondo quanto hanno accertato gli investigatori dei carabinieri e della guardia di finanza di Vibo Valentia, in Calabria, era stato messo il quel posto da Antonio Mario Tripodi, 49 anni, il braccio economico-imprenditoriale della potente famiglia ’ndranghetista dei Mancuso di Limbadi, nel Vibonese. Nell’ordinanza di custodia cautelare, il giudice Sabatini scrive che la «S.C. Costruzioni è una società formalmente distinta ma sostanzialmente collegata con la T5 Costruzioni e la Edil Sud: si tratta di unità imprenditoriali saldamente in mano ai Tripodi ed utilizzate per il mantenimento ed accrescimento del loro potere economico».

«Ancora una volta gli interessi della criminalità organizzata trovano spazio in Veneto» evidenzia il deputato del Pd Alessandro Naccarato, membro della Commissione Antimafia. I fatti confermano, come più volte segnalato, che in Veneto si è radicata una presenza stabile e ramificata della criminalità organizzata che vi svolge le proprie attività illecite, in alcuni casi direttamente, ma più spesso attraverso la collaborazione di imprenditori e figure professionali che rappresentano una cosiddetta “zona grigia». (e.fer.)

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