Bordate sul governo da Piovesana e Tronchetti Provera «Manovra pessima»

Sono entrati assieme all’auditorium trevigiano di Fondazione Cassamarca e assieme hanno sparato bordate contro il governo, la manovra, la strana alleanza politica tra Cinque Stelle e Pd. Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria Venetocentro, e Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato di Pirelli e ospite d’onore dell’ultima serata del ciclo “Comprendere per cambiare” ieri sera a Treviso, hanno raccolto il malessere degli oltre settecento imprenditori presenti per strigliare - ancora una volta e in modo ancora più netto rispetto alle critiche all’esecutivo Cinque Stelle-Lega - la compagine di governo.
la manovra
Ad accendere le polveri è stato Tronchetti Provera: «Sulla manovra credo che ci siano molti problemi irrisolti e margini molto stretti su cui muoversi, si vedono delle difficoltà. Non è un passaggio semplice. Rimane un tema vero che è quello di stimolare la crescita, e con questa manovra è molto difficile scorgere un impatto positivo. Questi provvedimenti, seppur necessari nella ricerca di risorse, rischiano di colpire settori che già di per sé non sono in una situazione positiva. Serviva un coraggio maggiore? È difficile tra forze che hanno tra di loro grosse differenze trovare un punto di equilibrio, la politica si riflette sui contenuti della manovra. Purtroppo è un tema ricorrente, non è cambiato rispetto alla precedente maggioranza». E pensare che il convegno cui era invitato Tronchetti Provera - nella conversazione con il giornalista Ferruccio De Bortolini - aveva al centro la rivoluzione digitale: «In Italia ci sono le giuste competenze, manca a livello europeo e italiano una struttura organizzata che cerchi di valorizzare al meglio tutte queste opportunità che potrebbero portare alla creazione di nuovi mestieri. Qualcosa sta avvenendo, alcune università si sono mosse per tempo, bisognerebbe dare un impulso maggiore a tutto il Paese in questa direzione». Assai più duro l’intervento di Piovesana, mai tenera nemmeno con il primo governo Conte. Ma stavolta, se possibile, va ancora peggio: «La manovra? Bocciata, non si poteva fare di peggio. Si è creato un clima anti impresa che è da tanto che non vedevamo, considerando gli imprenditori alla stregua di evasori fiscali anziché un asset fondamentale. Ci sentiamo molto soli in questo momento. Hanno fatto un disastro su tutto, viene colpito il ceto medio con la tassa sull’auto, mentre con la plastic tax colpiscono aziende che hanno investito e lavorato, senza permettere che ci sia effettivamente un percorso. Il dramma di questa manovra è che non si vede una direzione, sono tutte azioni nell'immediato senza un filo conduttore vero e proprio». Il presidente vicario Massimo Finco non è stato più tenero: «Siamo soli, vediamo solo piccole manovre per sopravvivere, senza visione e strategia industriale».
l’aggregazione
A tenere banco è anche il processo di aggregazione tra Assindustria Padova-Treviso e Confindustria Venezia-Rovigo. È stata nominata la commissione paritetica, mentre non trova conferme - per ora - lo scenario che vedrebbe Piovesana e Finco prorogare il mandato senza eleggere un nuovo presidente (previsto per il 2020) prima della fusione con Venezia. «Non ci sono ipotesi oggi di proroga» spiega Piovesana, «a gennaio partiremo con la nomina della commissione di saggi che si occuperanno dell’elezione del presidente nel 2020. Cercheremo di accelerare, impossibile sapere se l’aggregazione sarà prima dell’elezione». E anche Finco frena: «Il Veneto è la dimensione minima per essere competitivi sul mercato globale. Abbiamo cinque milioni di abitanti, un grande territorio, carico di eccellenze di piccole e piccolissime imprese. Siamo partiti da Padova-Treviso segnando il cambiamento, l’area metropolitana con Venezia è una grande occasione, ma saranno gli associati a decidere quello che vogliono, nei tempi e nei modi corretti». —
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