Brucia di nuovo lo stabilimento di stoccaggio rifiuti di Montebello

VICENZA. Dopo poco più di quattro mesi un altro furioso incendio ha coinvolto uno stabilimento di stoccaggio della Futura srl di Montebello Vicentino. I vigili del fuoco non hanno ancora potuto mettere in sicurezza l’area e il lavoro degli inquirenti sta muovendo i primi passi. Il sindaco, dopo aver invitato la popolazione a restare in casa ha ora raccomandato di lavare davanzali, poggioli e per sette giorni frutta e verdura su cui siano ricaduti i fumi dell’incendio.
L’incendio ha preso il via nella prime ore di domenica ed ha coinvolto una porzione significativa di un capannone densamente stipato di materiale. L’area coinvolta dall’incendio è vicina a quella già andata a fuoco nell’aprile di quest’anno e il materiale andato in fumo sarebbe simile. L’incendio di aprile è tuttora materia d’indagine della procura di Vicenza coadiuvata dai carabinieri forestali di Treviso. Sul fatto la Futura non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.
A dare voce allo sconcerto di molti, di fronte al secondo incendio dello stesso impianto nel giro di pochi mesi, ci pensa l’associazione Libera con una durissima dichiarazione del coordinatore regionale Roberto Tommasi: «Un impianto di trattamento rifiuti non prende fuoco due volte in pochi mesi senza che ci siano dolo o incompetenza».
Il segmento di attività colpito dagli incendi riguarda il materiale che la ditta tratta per trasformarlo in cdr – combustibile derivante dai rifiuti – destinato ad alimentare gli inceneritori tedeschi.
Un business che non dovrebbe di per sé essere soggetto alle fluttuazioni del mercato di materie come la plastica e la carta ora pesantemente in crisi. L'associazione Libera sottolinea la necessità di trasparenza anche per chiarire l’inesistenza di «alcun legame con la rete di relazioni della precedente gestione».
L’ex titolare della società infatti - Denis Baldan - è risultato coinvolto in un’inchiesta della magistratura antimafia di Napoli in seguito alle relazioni d’affari che avrebbe intrattenuto con l’imprenditore Carlo Savoia accusato di associazione per delinquere, corruzione, traffico illecito, condotte aggravate dal metodo mafioso. L’inchiesta è ancora in corso. Già da prima Baldan aveva cercato, anche con l’interessamento di Carlo Savoia, di cedere le sue società. Cessione che avviene, nel maggio 2019, nei confronti dell’imprenditore della provincia di Lecco e residente a Milano, Clemente Meoli.
La famiglia Meoli è entrata da protagonista nel mercato veneto dei rifiuti: il gruppo è attivo nel settore della raccolta e il trattamento degli scarti urbani collaborando con una serie di comuni del Vicentino e in quello dei rifiuti speciali e delle bonifiche. Il fatturato del gruppo è prossimo ai 19 milioni e conta una quarantina di dipendenti. La famiglia Meoli ha assicurato, dal momento della sua entrata nella gestione, un aumento di capitale di 3 milioni di euro delle aziende del gruppo. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova