Caos ordinanze, il ministro Boccia: le Regioni possono inasprire, non allentare

ROMA. Nella Babele di ordinanze, tra severi e permissivi, si apre un fronte inedito in epoca coronavirus tra le disposizioni che arrivano dal governo e quelle, invece, adottate dai vari governatori d'Italia.
Il Dpcm entrato in vigore oggi e che consente la riapertura di alcune attività, tra cui librerie, cartolerie e negozi di abbigliamento per l'infanzia, viene attuato a macchia di leopardo, dalla intransigente Lombardia al più permissivo Veneto, passando dalle regioni divise in due, come il Trentino - dove sono vietati gli spostamenti che sono invece consentiti in Alto Adige - all'Emilia-Romagna che continua a blindare le province di Piacenza, Rimini e la città di Medicina.
A fare ordine ci prova il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, il quale specifica che «le Regioni hanno sempre potuto inasprire», ma «l'allentamento non è possibile, si va in contrasto con le norme ordinarie». «Il rischio - aggiunge - è che lo sforzo straordinario fatto dagli italiani venga vanificato da errori a livello territoriale. Quando si ripartirà il mosaico deve essere omogeneo e funzionante».
Un messaggio che pare diretto a quei governatori che da oggi hanno deciso di adottare il cosiddetto 'lockdown soft'. Come Luca Zaia che in Veneto ha allentato le maglie, consentendo attività sportive anche oltre i 200 metri dalla propria abitazione. Ma, davanti alle immagini di parcheggi affollati e persone in strada, è stato lo stesso presidente a chiedere di «rispettare le regole» minacciando di «restringere l'ordinanza».
In Liguria, invece, Giovanni Toti ha dato il via libera alla manutenzione di stabilimenti e attività marittime. Sono molte, infatti, le città di mare che chiedono chiarezza sulla riapertura di spiagge o chioschi in vista dell'estate. Lo stesso ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ha annunciato che nel prossimo decreto di aprile dovrebbero essere inserite norme ad hoc per la ripresa del turismo.
Non mancano, però, le voci critiche nei confronti delle nuove misure di apertura del governo. Su tutti il governatore del Piemonte, Alberto Cirio. «Trovo assurdo permettere di riaprire una libreria - ha detto -. Stiamo lavorando per far stare la gente in casa e riaprire una libreria vuol dire che giustifico il fatto che uno esca per andarsi a comprare un libro. Non l'ho proprio capita...».
«La politica deve avere la responsabilità di mettere insieme la sicurezza sanitaria con la possibilità di fare un piano di riaperture vero», gli fa eco il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. E così, dalla Lombardia alla Campania, dalla Sicilia alla Sardegna, restano in vigore le misure restrittive da lockdown con l'aggiunta, in alcuni casi, dell'obbligo di indossare guanti e mascherine all'aperto. Regole e norme che in molti casi vengono disattese, come è accaduto nello scorso assolatissimo fine settimana pasquale. Nel solo giorno di Pasquetta le sanzioni hanno toccato la cifra record di 16.545, oltre duemila in più rispetto a domenica. In totale, nell'intero periodo pasquale le multe sono state oltre 48 mila su quasi 750 mila controlli in tre giorni.
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