Cassa integrazione record Pensioni, domande in calo

Eugenio Pendolini

VENEZIA

Una crisi economica legata al Covid paragonabile ai quattro anni post bolla speculativa del 2008 che investirono il mondo finanziario. Tant’è che il ricorso alla cassa integrazione, in Veneto, è letteralmente esploso nel corso del 2020.

Lo certifica la relazione annuale “eccezionale” dell’Inps regionale presentata dal direttore Antonio Pone, secondo cui mai come nell’anno segnato dalla pandemia il ricorso alla Cig (in tutte le sue forme) era stato così massiccio. Andando nello specifico, la Cig ordinaria ha addirittura “ventuplicato” il numero di ore autorizzate, la Cig straordinaria è aumentata quasi quattro volte, la Cig in deroga, ripristinata e finanziata nel 2020, ha fatto registrare volumi di ore autorizzate pari alla somma di quelle autorizzate dal 2009 al 2013, interessati dalla precedente crisi. Le ore di Fis autorizzate passano da 270 mila del 2019 a 131 milioni del 2020.

Dopo il picco fatto registrare durante il lockdown, il numero di ore autorizzate è “sceso” nella seconda parte dell’anno a un valore tra i 20 e i 40 milioni di ore autorizzate. Nel primo semestre 2021 il calo, rispetto allo stesso periodo del 2020, è pari al 44%, ma il calo è maggiore per la Cig ordinaria (-54%) e contenuto per la Cig in deroga (-7%), segno che la crisi e il sostegno al reddito sono diventate più selettive e nell’anno in corso incidono in particolare su alcuni settori. Un dato confortante sta nel fatto che, come segnala l’Inps i cui uffici nel 2020 hanno segnato un aumento della produzione del 22%, la variazione della Cig in deroga è in controtendenza rispetto all’Italia.

Segno, questo, che in Veneto la ripartenza è stata più pronta e più sostenuta che nel resto del territorio nazionale. Tra le misure di sostegno anti-crisi, poi, 360mila sono stati i veneti a ricevere nel 2020 l’indennità Covid-19. Sul fronte delle pensioni, si è registrata una flessione delle domande di pensione “Quota 100” pari al 28,49% e del 7,41% nelle pensioni effettivamente liquidate. Altro dato conseguenza della pandemia è invece l’aumento delle domande di pensione ai superstiti (indirette +2%; reversibilità + 5%) anche per effetto dell’incremento della mortalità in età avanzata registrato nel 2020 a causa della pandemia. Le entrate contributive, pari a 13,6 miliardi, nonostante la crisi, sono state superiori a quelle del 2018 (13,5 miliardi), mentre il calo rispetto a quelle del 2019 (14,8 miliardi), pari all’8%, sembra essere completamente riassorbito nel primo semestre 2021. «Dal Veneto, con questo rendiconto sociale, emerge come si possano affrontare anche le criticità, che pure ci sono», ha spiegato Guglielmo Loy, presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps, «ma da Roma devono arrivare risposte urgenti e chiare: semplificare le procedure». —



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