Cempella prende di mira l’ex ministro Lunardi

«Al procuratore Nordio ho chiesto di chiarire i troppi buchi neri, dalle nomine agli appalti»
Pietro Lunardi in una foto d'archivio. ANSA
Pietro Lunardi in una foto d'archivio. ANSA

VENEZIA. Lo aveva annunciato e due giorni fa, alla vigilia dell’udienza sullo scandalo Mose, lo ha fatto. Federico Cempella, alto dirigente del ministero delle Infrastrutture adesso in pensione, si è presentato in Procura della Repubblica a Venezia con il suo dossier. Una denuncia già presentata qualche anno fa alle Procure del Friuli, di cui Cempella era Provveditore alle Opere pubbliche, e archiviate. Ma adesso l’alto dirigente dello Stato, nel frattempo in pensione, torna alla carica. Nei giorni scorsi il suo esposto è stato presentato al presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone e al Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone. E adesso al procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio, che coordina le inchieste sulla corruzione del Mose. Che c’entra Cempella con lo scandalo Mose? L’ingegnere parte da lontano. Da quando nel 2004 l’allora ministro del governo Berlusconi Pietro Lunardi – colui che battezzò il Mose e creò la Legge Obiettivo – decise di nominare a Venezia Maria Giovanna Piva invece dello stesso Cempella. «Ne avevo i titoli», ricorda l’ingegnere, «ma il ministro preferì nominare lei». Stessa storia qualche mese dopo per l’incarico di coordinatore del Siit (settore Infrastrutture per il Triveneto). Provvedimento secondo Cempella «illegittimo» perché si trattava di un dirigente di seconda fascia. Contemporaneamente Lunardi revocava tutti gli incarichi a Cempella. «Illegittimità», scrive l’ingegnere, «come accertato dalla Corte dei Conti nel 2006». Ma non c’è soltanto la nomina contestata. Perché secondo l’ingegnere, testimone di decenni di iter per le grandi opere pubbliche e il Mose, «sono tanti i punti oscuri che la magistratura ancora deve chiarire». «Questo ho chiesto al procuratore Nordio», dice Cempella, «e sono pronto a testimoniare». Nella memoria depositata in Procura, Cempella chiede di verificare «conflitti di interesse e specifiche ipotesi di reato di natura dolosa a carico dell’ex ministro Pietro Lunardi, dei dirigenti Daniela Barbato, Maria Giovanna Piva, del vicepresidente dell’epoca Giampietro Mayerle e di Giorgio Lillini».

Alberto Vitucci

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