Clienti spiati nel bagno del bar

Scoperta choc al «Gozzi»: scovata una telecamera
Il barista Mauro Baldan
Il barista Mauro Baldan
In apparenza poteva sembrare il classico sensore anti-incendio. In realtà nascondeva una telecamera. Il tutto all’interno del bagno del suo locale, per videosorvegliare i tossicodipendenti che periodicamente vi si chiudevano all’interno. Ma la trovata del gestore del bar Gozzi è stata smascherata da «Striscia la notizia». E stavolta non c’è veramente nulla da ridere. Perché ieri pomeriggio i vigili urbani hanno sequestrato l’occhio elettronico, dando così il via agli accertamenti su quanto commesso da Mauro Baldan, 37 anni, residente ad Abano e gestore del locale. Sono state ravvisate infatti gravissime violazioni dal punto di vista della privacy, che comporteranno sanzioni sia amministrative che penali. Insomma, non proprio una bella situazione: «Due anni e mezzo fa ho completamente rinnovato il locale - spiega Baldan, titolare del bar Gozzi che si trova nell’omonima via - ho fatto un grosso investimento, per cercare di attirare una clientela di un certo tipo: avvocati, notai, bancari. Ma continuavano a venire qui dentro anche molti tossicodipendenti. Così ho acquistato questo sistema di videosorveglianza, spendendo circa tremila euro. L’occhio elettronico era collegato con un computer portatile che io ho posizionato sotto il registratore di cassa. Solo così potevo avere il polso della situazione».


E cosa vedeva sul monitor del computer? «Vedevo lacci emostatici e siringhe - rivela il barista - qui siamo vicini alla stazione dei treni. E i tossicodipendenti venivano qui dentro a iniettarsi le dose di eroina. Chiudevano la porta a chiave e facevano i loro comodi. Ma appena io vedevo qualcosa di strano mi avvicinavo alla porta del bagno e cominciavo a bussare, invitandoli ad uscire».


Scusi, ma non le è mai venuto il dubbio che, magari, gli altri clienti potessero sentirsi un po’ violati nella loro intimità? «A me dispiace moltissimo e riconosco il mio errore. Ma la telecamera non puntava la tazza del bagno, inquadrava solamente il lavandino. In questo modo, nel giro di due anni, sono riuscito ad allontanare circa una trentina di tossicodipendenti che venivano a bucarsi nel bagno del mio locale».


Qualcuno però si è accorto della telecamera cammuffata sul soffitto e non ha esitato a informare Striscia la notizia. L’inviato Moreno Morello è entrato all’interno del locale, facendo credere al gestore di fare un servizio sullo spritz. In realtà poi l’ha messo alla berlina spiattellando domande sulla telecamera nascosta.


E i clienti abituali come l’hanno presa? «C’è chi l’ha presa bene, c’è chi l’ha presa male. Sia chiaro che io non ho mai spiato nessuno. Semplicemente lo facevo per una questione di sicurezza, sia mia che dei clienti. Inoltre da circa cinque mesi il sistema non funziona più. Si è rotto e io non l’ho più riparato».


Ieri pomeriggio però gli agenti della polizia municipale sono andati al bar Gozzi per sequestrare l’occhio elettronico e fare alcune domande al gestore. Ora si affideranno a qualche esperto informatico, per capire con esattezza il funzionamento: «Voglio specificare che non ho mai visto clienti con i pantaloni calati o in altre circostanze private. Questa telecamera non serviva per spiare la gente. Semplicemente non accettavo di trovare macchie di sangue o siringhe nel bagno».


Non bastava, per esempio, mettere un cartello di avviso? «Io lo volevo mettere, ma poi mi sono scordato. Comunque non esistono immagini dei clienti, perché con il guasto sono andate tutte perse. Spero che i miei clienti abituali continuino a venire. Alla fine ho fatto tutto per loro». Ma ieri mattina, inevitabilmente, il barista è stato tempestato di domande. Molte pacche sulle spalle ma il bagno, nella giornata di ieri, è rimasto comprensibilmente immacolato.


Che ne pensate?

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