«Condanne esemplari»
La rabbia di Piva, per gli avvocati richieste troppo severe

Interpress/Mazzega Venezia, 16.06.2016.- Tribunale di Venezia, Processo "MOSE".- Nella foto Altero Matteoli
VENEZIA. «Nessun commento, se lo facessi sarebbe velenoso». Se ne va arrabbiata, molto arrabbiata, l’ex presidente del Magistrato alle Acque Maria Giovanna Piva. Lei che è stata presente a ogni udienza del processo sperava in una richiesta più lieve, anche se un po’ se l’aspettava - dice - considerato il clima.
E l’ex ministro Altero Matteoli, senatore del Pdl, ieri presente in aula: «Sono dispiaciuto che il pm non abbia preso atto dei dati oggettivi emersi nel processo, limitandosi a richiamare le precedenti ipotesi investigative come se nulla fosse accaduto durante il dibattimento. Nel ribadire che non ho mai commesso illeciti nella mia attività al servizio dello Stato, ispirata esclusivamente al perseguimento dell’interesse generale, attendo serenamente la decisione del tribunale».
Duro l’avvocato Carlo Tremolada, legale di Giorgio Orsoni per il quale era stato a suo tempo prospettato un patteggiamento a 4 mesi: «La pena mi sembra molto alta, è un reato punito al massimo con 4 anni: in Italia abbiamo avuto vicende giudiziarie di finanziamento illecito ben più gravi e non ho memoria di pene così alte. Mi sembra una richiesta dal valore simbolico ed esemplare».
Sulla stessa lunghezza d’onda l’avvocato Alessandro Moscatelli, legale di Amalia Sartori: «La Procura ha chiesto da un lato pene esemplari, dall’altro ha ritenuto il quadro accusatorio confermato rispetto al processo. Non condividiamo né l’una, né l’altra posizione».
L’avvocato Marco Vassalo, legale di Erasmo Cinque: «Pena pesante, ma nulla di inaspettato». Ma che cosa ha detto la Procura rispetto alle singole posizioni degli imputati?
Giorgio Orsoni, finanziamento illecito
. L’ex sindaco aveva sostenuto di non sapere nulla della campagna elettorale perché se ne occupava il Pd. Il pm Stefano Buccini ha contestato 20 bonifici, la maggior parte dei quali riconducibili del Cvn. Ma come si spiegava l’interesse di Mazzacurati per Orsoni? Contare su un candidato favorevole al Mose nel centrosinistra. La rottura si consuma tra i due a seguito della lite sull’Arsenale.
Maria Giovanna Piva, accusa di corru
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Per il pm Stefano Ancilotto quello del presidente del Mav Maria Giovanna Piva è stato un totale e stabile asservimento al Cvn. «Piva ha asservito non solo le sue funzioni, ma l’intero Mav al Cvn», ha detto il pm spiegando che il compenso per non controllare era un «lauto stipendio aggiuntivo» e incarichi per importanti collaudi come quello per l’ospedale all’Angelo di Mestre. L’unica volta in cui Piva si oppone a Mazzacurati è sulle cerniere: viene cacciata.
Lia Sartori, finanziamento illecito.
L’europarlamentare di Fi ha ricevuto 200 mila euro tra il 2006 e il 2012 apparentemente da Coveco (coop rosse), in realtà dal Cvn (che non poteva pagare campagne elettorali). Sartori avrebbe poi ricevuto fondi neri per 50 mila euro, con consegna di denaro da parte di Mazzacurati all’Holiday Inn il 6 maggio 2010.
Danilo Turato, corruzione.
Ha fatto i lavori a villa Rodella, la dimora di Giancarlo Galan, tra il 2008 e il 2011. Parte del pagamento sarebbe stato fatto con extracosto sui lavori alla sede Mantovani di via Belgio e con l’assegnazione di un incarico importante quale la sistemazione del mercato ortofrutticolo. Tanto che Baita, con riferimento alle spese di Galan, avrebbe detto: «Quest’uomo mi costa l’ira di Dio». Turato, secondo il pm Buccini, sarebbe stato perfettamente a conoscenza del sistema.
Sabrina Tomè
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