Coniugi trovati morti in casa

PIANIGA. Moglie e marito trovarti morti in casa, un figlio di 19 anni disperato che li piange e un giallo che in cui molte domande sono ancora senza risposte. Due le ipotesi: la più accreditata è che il marito abbia ucciso la moglie per poi impiccarsi. La seconda è che abbia scelto il suicidio dopo averla trovata morta. Lui si chiamava Gianni Garbin, aveva 58 anni, lavorava come macellaio nel centro all’inrgosso Bugin Carni a Santa Maria di Sala. Lei era Daniela Masaro, di 55 anni, infermiera all’ospedale di Dolo. Insieme vivevano in un appartamento di due piani al civico 16 di via Papa Luciani, in centro a Pianiga, a due passi dal teatro comunale. L’allarme è scattato poco prima delle tre di ieri quando Gianni Garbin - come hanno ricostruito i carabinieri del nucleo investigativo di Chioggia - ha chiamato il cognato dicendogli di correre, perché era successo qualcosa. Il cognato si è spaventato, è corso e una volta raggiunta l’abitazione, è entrato e in breve si è ritrovato davanti a due corpi senza vita.
Alle 3 davanti al palazzo di via Papa Luciani c’era già l’ambulanza, con le sirene spente. È una palazzina di tre appartamenti. Marito e moglie abitavano nella parte di destra, sviluppata sue due piani, più il garage semi-interrato. Poco prima dell’una Diego Facchin è uscito dal suo studio di progettazione, il cui ingresso è sullo stesso pianerottolo dei Garbin. Quando è tornato dopo la pausa pranzo - erano le 3 e 10 - si è trovato di fronte ai carabinieri con le tute bianche che andavano su e giù per le scale. Daniela Masaro è stata trovata al secondo piano, riversa a terra nella camera da letto senza particolari segni di violenza, ma con un po’ di sangue che le usciva dalla testa.
Gianni Garbin invece è stato trovato impiccato, nel garage semi-interrato. Il figlio Antonio, 19 anni era - come faceva spesso in questo periodo - a casa degli zii, nella vicina Caltana. Solo alle otto di sera, nella caserma dei carabinieri, gli è stato detto che i suoi genitori non c’erano più. Come e perché è una domanda alla quale stanno cercando di dare una risposta i carabinieri, le cui indagini sono coordinate dal pubblico ministero Elisabetta Spigarelli, in sopralluogo nell’appartamento. La vittima non aveva segni evidenti di violenza.
Ma chi era Daniela Masaro? Classe 1960, lavorava da anni all'ospedale di Dolo come infermiera professionale. Prima per anni aveva lavorato alla Radiologia dell'ospedale dolese poi era stata trasferita alla centrale di sterilizzazione, il luogo dove vengono sottoposti a sanificazione tutti gli strumenti chirurgici utilizzati nell'ospedale «Una persona molto diligente e scrupolosa», così la descrive il coordinatore responsabile dell'area infermieristica di Dolo. Una dipendente attente, molto diligente nel suo lavoro e che mai aveva creato alcun tipo di problema nel suo lavoro, aggiungono fonti dell'azienda sanitaria locale 13. Ovviamente la notizia della morte violenta della donna ha destato scalpore e profonda commozione in quanti la conoscevano da anni e lavoravano con lei.
Molto riservata nel lavoro come nella vita privata, la signora Daniela sulla sua pagina Facebook ha riservato spazio solo a qualche foto per il figlio diciannovenne, Antonio, che gioca a tennis e ha frequentato l'Itis Primo Levi di Mirano, diciannovenne. La donna aveva scelto come foto-immagine del suo profilo, una spiritosa Monna Lisa con parrucca bionda. Il suo ultimo post, datato 31 agosto, è un video: l'ultima esibizione pubblica dei Beatles sui tetti della Apple records.
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