Contin accusato di otto colpi in bancaDue assalti per Locicero e Ferronato
La banda al telefono chiamava le rapine «allenamenti»

Nei fotogrammi il rapinatore
Musicista e rapinatore di banche seriale. Michele Contin, 42 anni, un domicilio in via Savonarola 110, conosciuto in città per le sue frequentazioni, habitué di locali come il Chiosco, la Casana, il Covo, il Kofler, quando è stato arrestato dopo la tentata rapina all’Antonveneta di Ponte San Nicolò si era vantato con i poliziotti («Non mi ricordo nemmeno quante ne ho fatte...»), mentre tutto fiero consegnava loro la parrucca «da 400 euro fatta con capelli umani originali».
OTTO RAPINE.
A rinfrescargli la memoria ci ha pensato il pm Paola De Franceschi che nei giorni scorsi ha chiesto e ottenuto dal gip Paola Cameran un’ordinanza di custodia cautelare in carcere in cui gli vengono contestati otto colpi (fra l’11 maggio e il 22 luglio scorsi) grazie al quali Contin si era intascato qualcosa come 90 mila euro poi divisi con i complici. Nell’ordinanza compaiono anche i nomi di Gianluca Locicero, 32 anni, residente in via Dupré 24, ex capo ultra, pluri «daspato» (il divieto di assistere alle manifestazioni sportive), un passato politico di estrema destra, un negozio di abbigliamento (l’Intercity Firm) in via San Fermo, una moglie e una bimba piccola e quello di Federico Ferronato, 38 anni (ne compirà 39 lunedì prossimo), residente a Cadoneghe in via Marconi 65, buttafuori dello Chic (il club privé di via Vecellio). A Locicero (che ogni giorno andava a firmare in questura e a Ferronato il gip contesta solo due rapine: quella all’Antonveneta di via Guizza 77/a del 10 luglio scorso (12.750 euro il bottino) e quella ai danni della Cassa di Risparmio di Venezia, in piazza Marconi a Fiesso D’Artico (Venezia) del 22 luglio scorso. Per quanto riguarda le altre sei (Cariveneto di via Aspetti dell’11 maggio, Cariveneto di via Astichello del 4 giugno, Cariveneto di via Bezzecca del 9 giugno, Antonveneta del 12 giugno, Bcc di Sant’Elena del 26 giugno, Popolare di Verona del 6 luglio) per ora hanno un unico indagato: Contin.
PRESA LA BANDA.
Comunque sia, anche Gianluca Locicero e Federico Ferronato sono stati arrestati in flagranza di reato il 29 luglio scorso dopo la fallita rapina in banca a Ponte San Nicolò: con loro c’erano anche Gianni Gatti, 39 anni, già noto alle forze dell’ordine e residente in via Luxardo 6 ed Espedito Franzese, 24 anni, disoccupato, residente in città in via Zara 8.
E’ stato grazie alla eccellente solerzia degli uomini della squadra Mobile diretti dai vice questori aggiunti Marco Calì e Dante Cosentino (il suo vice) che in poco più di una settimana il pm Paola De Franceschi è stata in grado di fornire la documentazione che ha consentito di attribuire ad almeno tre della banda (Contin, Locicero e Ferronato), una serie di rapine in banca.
ALTRI INDAGATI.
Secondo gli inquirenti, tuttavia, potrebbero esserci anche altre sorprese. La banda potrebbe aver rapinato altri istituti di credito, ma soprattutto ci potrebbero essere altri indagati, che hanno collaborato alla messa a punto dei colpi. Già, perché se appare assodato che ad entrare in banca fosse sempre Michele Contin (per gli inquirenti l’altro che saltuariamente entrava era Espedito Franzese), il sospetto è che la preparazione dei colpi e la logistica (auto rubate per fuggire, per esempio) fossero affidate anche agli altri componenti della banda che utilizzava i soldi racimolati per fare la bella vita: vacanze, cene al ristorante, vestiti di firma.
IMPRONTA GALEOTTA.
La Mobile è riuscita ad arrivare a Contin e poi alla banda, grazie a un’impronta. Impronta che il musicista ha distrattamente «dimenticato» all’Antonveneta di via dell’Ippodromo il 12 giugno (bottino 14 mila euro). Impronta che è risultata compatibile con una che la polizia aveva in archivio (Contin è stato fotosegnalato in passato per guida in stato di ebbrezza). Da lì sono partite le indagini. Pedinamenti e intercettazioni telefoniche hanno aiutato a definire i contorni della banda. I filmati poi (nonché i riconoscimenti dei dipendenti vittime delle rapine) hanno consentito di identificare gli autori delle ultime otto rapine in banca commesse negli ultimi tempi in città, da un rapinatore solitario con parrucca e un insolito cerone sulla faccia per coprire i nei (che Contin ha sul viso).
LE TELEFONATE.
La polizia è riuscita ad intrecciare le storie criminali di Contina, Locicero e Ferronato grazie anche alle telefonate. I componenti del gruppo chiamavano le rapine allenamenti e le banche palestre. Gergo mutuato dal loro hobby. I cinque, infatti, spesso si ritrovavano in palestra in via Bronzetti, per dividersi il bottino e programmare altri colpi. Il resto dei contatti avvenivano via cellulare. «Dobbiamo fare due allenamenti, devi arrivare prima», aveva detto Ferronato a Contin qualche ora prima dell’assalto all’Antonveneta di via Guizza il 10 luglio scorso. «Non avevo capito che erano due allenamenti - risposte Contin - ieri mi aveva detto che era uno». «Abbiamo cambiato tutto. Volevamo fare due sessioni capito. Cioè una la mattina e dopo ci si allenava il pomeriggio», fu la replica di Ferronato al telefono.
SOPRANNOMI.
Che i cinque si conoscessero bene, lo confermano anche i soprannomi con cui si chiamavano. Contin, per tutti era la Mummia. Perché si metteva il cerone e i cerotti sul viso per coprire i nei. Ma Gianluca Locicero un giorno, parlando, con Contin disse che «bisognava avvertire anche il sorcio, manusso e albi», soprannomi che finora non sono ancora stati associati alle persone. E che potrebbero svelare l’identità anche di altri componenti della banda finora mai nemmeno sfiorati dall’inchiesta.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video