Coronavirus, ecco come saranno gli esami di terza media: scritti online a prova di copiatura

Il trucco? Su Internet non si trova nulla sugli argomenti proposti . Scatta la sperimentazione dal pc di casa per 70 alunni di Lozzo, Cinto e Vo’, ex epicentro dell’emergenza coronavirus
LOZZO ATESTINO. Una simulazione dell’esame di terza media già programmata a turno per i 70 studenti di terza delle scuole di Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vo’. Si svolgerà l’ultima decade di aprile. La prima cosa che viene in mente è che tutti vorremmo aver fatto una prova dal computer di casa con l’aiuto di Google.
Ma qui sta il bello, il tema della sperimentazione non si trova in Internet e inoltre più insegnanti controllano, sempre a distanza, il singolo ragazzo: dove guarda, se il suo sguardo è esclusivamente sul pc e se riceve aiuti esterni vietati. Un esame anti-copiatura, insomma.
 
L’idea, la prima in Italia viene sviluppata dal dirigente scolastico del plesso di Lozzo Atestino, Alfonso d’Ambrosio già consulente del ministro dell’Istruzione un paio d’anni fa. Già da quando Vo’ era la zona rossa d’Italia il dirigente, laureato in fisica a Napoli ed esperto di robotica, ha fatto scattare la campanella virtuale per i suoi studenti dai 6 ai 13 anni dislocati nei tre comuni: dalle 10 tutti seduti davanti al pc e via con due ore di lezione grazie alle piattaforma Microsoft Teams, con tutti che vedono tutti e condividono la lavagna digitale.
 
L’esame di terza media
«Non abbiamo nessuna certezza di quando e come si tornerà a scuola» dice D’Ambrosio «e quindi ci dobbiamo attrezzare, a farlo provare ai nostri 70 studenti, che così si abituano e sono pronti per quel giorno. Le prove scritte verranno fatte con 5-6 studenti per volta, sorvegliati via web cam dagli insegnanti. Verrà richiesto di abbassare la telecamera e condividere lo schermo. Ci saranno dei temi di realtà dove non è possibile copiare. Faccio un esempio, progettare una diga a Lozzo Atestino che contenga mille litri d’acqua. O in inglese, raccontare l’esperienza del Covid - 19 nel proprio comune. Lavoriamo molto sulle competenze degli alunni e siamo in grado tutti assieme di dare un giudizio complessivo al nuovo metodo didattico».
 
Scuola e innovazione
A tal proposito D’Ambrosio che nel 2015 ha vinto il premio come miglior docente innovatore, è riuscito ad ottenere dal ministero 25 tablet anche dopo aver dimostrato che il suo plesso, grazie a tutti gli insegnanti, era stato il primo nello stivale a partire con la didattica a distanza. Ieri poi sono già stati consegnati, alle famiglie che ne avevano bisogno, 31 dei 40 pc portatili che Lenovo ha donato agli studenti dei tre paesi (valore 16 mila euro).
Il sindaco di Lozzo Fabio Ruffin ha messo a disposizione delle connessioni prepagate alle famiglie con non avevano la possibilità economica di farlo e altrettanto faranno gli altri due primi cittadini. La didattica a distanza qui è l’attualità e l’esito della sperimentazione sull’apprendimento, con monitoraggi continui è atteso da molte scuole d’Italia. Capire quando e come apprendono i ragazzi seppur stando a casa è fondamentale.
Il plesso di Lozzo combatte l’emergenza scuole chiuse e superato il periodo spera di aver formato dei ragazzi avezzi alle tecnologie. Si è visto che i ragazzi lavorano meglio con lezioni brevi e se si sentono seguiti la loro attenzione e di conseguenza il loro apprendimento migliora.
 

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