Coronavirus, la fase 2 in Veneto: dall'estate alle scuole, le risposte del virologo Andrea Crisanti

Il virologo dell'Università di Padova Andrea Crisanti, padre delle manovre di contenimento del Covid-19 in Veneto, autore di studi fondamentali per conoscere il Coronavirus e ora pronto a intraprendere un nuovo lavoro unico al mondo, cerca di far chiarezza
18/04/2020 Roma, Emergenza Coronavirus, Riapertura dei negozi di abbigliamento per bambini
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PADOVA. Cosa succederà al virus in estate, quando alle nostre latitudini farà caldissimo? E i bambini potranno giocare senza rischiare di infettar tutti? E in autunno il coronavirus tornerà? Le mascherine servono?

La fase due deve ancora iniziare, ma le domande su ciò che ci aspetta si fanno sempre più pressanti. Il virologo dell'Università di Padova Andrea Crisanti, padre delle manovre di contenimento del Covid-19 in Veneto, autore di studi fondamentali per conoscere il Coronavirus e ora pronto a intraprendere un nuovo lavoro unico al mondo, cerca di far chiarezza.

Fase 2, quando si parte?

"Tutto dipende dalla capacità delle Regioni di rispondere a eventuali nuove emergenze. Di conseguenza di essere in grado di fare nuove diagnosi.

Perché, sia chiaro, il rischio zero non esiste. Ora siamo in una fase di confinamento sociale, è abbastanza facile riuscire a ricostruire la catena dei contagi. Ma quando si ricomincerà a muoversi sarà fondamentale la capacità del sistema sanitario di individuare nel minor tempo possibile i nuovi positivi, isolarli, curarli e tracciare i contatti"

Guanti, mascherine e App

Sul fronte della App di tracciamento dei movimenti Crisanti è irremovibile.  «Se perdiamo la possibilità di tracciare i contatti diamo una mano al virus. E sarei anche d’accordo sul fatto che debba essere obbligatoria».

Gli studi sono chiari, secondo la letteratura scientifica le app di tracciamento sono utili solo se le utilizza il 60 per cento della popolazione. "Nella prossima fase sarà fondamentale riuscire a tracciare i contatti dei positivi e l'unico modo per farlo è utilizzare una App, non vedo alternative".

Altro strumento fondamentale sarà la mascherina: "In ospedale colleghi, pur positivi, hanno lavorato utilizzando la mascherina e nessuno si è contagiato. Dobbiamo capire che sarà imprescindibile per contenere il contagio".

L'estate

Una parola di speranza da parte del virologo dell'Università di Padova. "Ancora non ne siamo certi, ma sembra che il Coronavirus sia sensibile alla temperatura". Crisanti non si sbilancia troppo, ma i primi studi sembrano convergere sul fatto che l'estate sarà nemica del Coronavirus, che pare amare il freddo e non le spiagge.

I bambini e le scuole

Sul caso Vo' c'è un elemento che nessuno è ancora riuscito a spiegarsi, perchè i bambini non si sono ammalati. Non è che fossero asintomatici: la situazione è questa, genitore positivo (che nel frattempo ha infettato altre persone) e bambini sanissimi. 

«I bambini per ragioni che la scienza ancora non conosce sono resistenti a questo virus. Il problema è poi come portarli a scuola perchè poi mi immagino mamme e papà che parlano, si incontrano all’ingresso o all’uscita. La congregazione di gruppi di bambini non credo sia una fonte di contagio, il problema è quello che ci sta prima e dopo»

Insomma secondo Crisanti il problema non sono i bambini, ma tutto il movimento di genitori e caregiver che si crea loro attorno. Quindi spiragli per la riapertura delle scuole dovrebbero esserci, con le corrette precauzioni

Autunno e seconda ondata

Andrea Crisanti dice che cosa ci aspetta in autunno dipende da tre fattori fondamentali: "Prima di tutto dall'estate, come detto, il Coronavirus, secondo i primi studi, sembra essere sensibile alla temperatura. E questo è un fattore intrinseco. Poi dal distanziamento sociale, se le persone useranno correttamente le mascherine, e infine dalla capacità logistica delle istituzioni sanitarie di muoversi rapidamente di fronte a nuovi possibili focolai. Noi sappiamo come comportarci. Lo abbiamo visto con Vo', che oggi è il Comune più sano d'Italia". 

 

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