Crac banche popolari venete, sentenza Consiglio Stato mette a rischio i risarcimenti per 5 mila risparmiatori

Lo afferma l’associazione “Noi che credevamo nella Bpvi” dopo che il giudice amministrativo ha accolto il ricorso del Ministero contro una decisione del Tar favorevole a una signora che si era vista negare l’indennizzo a causa di errori nella presentazione della domanda

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Ministero dell'economia e delle finanze contro una sentenza del Tar favorevole ad una risparmiatrice azzerata dal default delle banche popolari del 2017, la quale non si era vista accogliere l'istanza di risarcimento del Fondo di indennizzo dei risparmiatori (Fir) a causa di errori nella presentazione della domanda stessa.

Ne dà notizia l'associazione «Noi che credevamo nella Bpvi» rilevando che tale pronunciamento mette ora a rischio la posizione di circa 4.800 possessori di titoli degli istituti andati in liquidazione.

Fino ad oggi il Fir ha indennizzato 137 mila soggetti distribuendo oltre un miliardo di euro sulla dotazione di 1.575 milioni stabilita con la legge istitutiva del Fondo compresa nella Finanziaria 2019.

Le somme ripartite equivalgono al 30% del valore di acquisto delle azioni ed al 95% di quello delle obbligazioni fino ad un massimo di 100 mila euro, diritti che, secondo l'associazione, non dovrebbero essere intaccati da errori nelle dichiarazioni allegati alle istanze.

Sul tema sono emersi motivi di conflitto tra varie sigle di tutela del risparmio sorte dopo i crac degli istituti (per il Veneto si tratta di Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza) connessi in particolare ai ritardi nei tempi di erogazione degli indennizzi causati proprio dai ricorsi dei risparmiatori respinti. Fra queste, perciò, secondo quanto riferisce ancora «Noi che credevamo nella Bpvi», vi sarebbe anche chi oggi accoglie con soddisfazione il pronunciamento del Consiglio di Stato favorevole al Mef, visto come un passaggio che aprirebbe una nuova attesa fase di ulteriore ripartizione delle risorse avanzate dalla prima distribuzione (562 milioni).

Il presidente della sigla, Luigi Ugone, in un video diffuso in queste ore, non ha esitato a definire i leader delle associazioni portatrici di simili posizioni «sciacalli che vengono a mangiare sulle carogne di chi combatte».

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