Crisanti avvia una petizione: «Fuori la politica dalla sanità»

La petizione è stata lanciata nel primo pomeriggio di mercoledì 17 maggio e in meno di 24 ore ha già raggiunto più di 600 consensi

E.fer.
Il senatore del Partito Democratico, Andrea Crisanti
Il senatore del Partito Democratico, Andrea Crisanti

Dopo un periodo di silenzio Andrea Crisanti torna con una petizione online e una proposta di legge dal titolo evocativo: «Fuori la politica dalle nomine della sanità». Il professore giunto dall’Imperial College di Londra, nemico giurato del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, non ha mollato la presa.

«A partire da oggi» annuncia il senatore del Pd «sarà disponibile sul sito change.org una petizione a sostegno di un disegno di legge di mia iniziativa che intende modificare le procedure di nomina dei dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale.

L’obiettivo è quello di togliere ai presidenti di Regione il potere assoluto di nominare i dirigenti del Servizio sanitario nazionale e restituirlo ai cittadini».

Vale la pena di ricordare che Crisanti, prima dello scontro con Zaia, era il direttore della Microbiologia di Padova, nonché coordinatore di tutte le 14 microbiologie del Veneto. Incarico che, successivamente, gli è stato tolto a favore del collega di Treviso Roberto Rigoli.

«Il ddl prevede che i dirigenti siano nominati da una Commissione istituita dall’Anac e composta da rappresentanti dei medici, degli operatori sanitari, da un rappresentante delle associazioni dei pazienti e da uno delle istituzioni territoriali.

La Commissione si sostituirà alla Regione per decidere a chi affidare il prezioso compito di gestire le nostre Usl e i nostri ospedali», continua Crisanti. La petizione è stata lanciata nel primo pomeriggio di ieri e in meno di 24 ore ha già raggiunto più di 600 consensi.

«In questo modello viene a mancare il principio di indipendenza tra il controllore (l’organo politico) e il controllato (l’organo amministrativo)», aggiunge Crisanti.

«Un conflitto d’interessi che in nessun altro sistema verrebbe permesso: la divisione dei poteri è da sempre il criterio principe per garantire il buon funzionamento di qualunque organizzazione, sia nel pubblico che nel privato. A 30 anni di distanza gli effetti di questa gestione sono sotto gli occhi di tutti».

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