Da lunedì mezza Italia finirà di nuovo in zona rossa e le Regioni chiuderanno

Venerdì 12 marzo il decreto legge: stretta con 250 casi su 100mila abitanti. Nuove misure sui tamponi, nel mirino Campania e Puglia
Folla sul lungomare Caracciolo Napoli dove, complice la bella giornata di sole, in migliaia si sono riversati per le vie del centro cittadino, 6 febbraio 2021 ANSA/CIRO FUSCO
Folla sul lungomare Caracciolo Napoli dove, complice la bella giornata di sole, in migliaia si sono riversati per le vie del centro cittadino, 6 febbraio 2021 ANSA/CIRO FUSCO
VENEZIA. Misure più restrittive, ma dentro l’attuale sistema per zone. Una riunione della cabina di regia della maggioranza ha deciso lo schema di un decreto legge che verrà approvato domani dal Consiglio dei ministri. Entrerà in vigore lunedì, per dare il tempo agli italiani di prepararsi alle nuove regole. Dalla prossima settimana il passaggio delle Regioni in zona rossa sarà più immediato: basterà avere 250 casi settimanali ogni centomila abitanti, la regola già in vigore per la chiusura delle scuole. Ma poiché la quantità di tamponi effettuati varia da Regione a Regione, verrà introdotto anche un numero minimo di test necessari a verificare l’attendibilità della situazione epidemiologica. 
 
La decisione di procedere con decreto legge, e non più con un decreto del presidente del Consiglio non è di pura forma. Mario Draghi abbandona la strada dell’atto amministrativo e si affida ad una legge da votare in Parlamento.
 
Se la situazione si stabilizzerà, con le nuove regole dovremmo arrivare fino alla fine dell’inverno. I dettagli da mettere a punto sono ancora molti, e per questo la maggioranza ha deciso di rinviare ogni decisione a venerdì. Durante la riunione si sono confrontate come sempre le due anime della maggioranza: da un lato i ministri del Pd (Roberto Speranza e Dario Franceschini), il Cinque Stelle Stefano Patuanelli, dall’altra il leghista Giancarlo Giorgetti, contrario a misure drastiche.
 
I segnali di un compromesso sono evidenti: scendono le probabilità di un lockdown del week-end (misura proposta dal Comitato tecnico scientifico), così come di una chiusura generalizzata delle scuole. Sembra esclusa anche la possibilità (anche in questo caso ipotizzata dal Cts) di anticipare l’ora del coprifuoco, oggi fissato a livello nazionale alle 22.
 
«Un’arma a doppio taglio», spiegano dal ministero della Sanità. Più si restringono gli orari per rincasare, più salgono le probabilità che i ragazzi si radunino prima dell’ora x. 
 
Si procederà con la divisione del Paese in fasce, e però la probabile decisione di una stretta pasquale molto simile a quella imposta a Natale. La Lega è anche contraria ad una chiusura indiscriminata dei ristoranti, se non necessario. Per questo una delle ipotesi ancora sub iudice è l’abbassamento dell’indice del contagio – il cosiddetto Rt – oltre il quale si passa dalla zona gialla all’arancione: da 1 si potrebbe scendere a 0,9. La fascia arancione prevede bar e ristoranti aperti fino alle 18, la seconda no. 
 
D’altra parte con le regole attuali la stretta è nelle cose: dall’inizio della prossima settimana metà degli italiani saranno con tutta probabilità in zona rossa: quelli che vivono in Lombardia, Emilia, Piemonte, Marche, Trentino, Abruzzo, che si aggiungono a quelle già in quella fascia da questa settimana, ovvero Campania, Molise e Basilicata. Il Lazio, finora in fascia gialla, ha un indice Rt che oscilla attorno all’1, la soglia per passare in arancione.
 
Ciò che non è previsto dalle regole nazionali può essere comunque derogato: Campania e Puglia ieri hanno deciso autonomamente ulteriori restrizioni. Il sindaco di Bari Antonio Decaro ha disposto la chiusura dei negozi alle 19 e vietato l’asporto dai ristoranti dopo le 19, il governatore campano Vincenzo De Luca ha vietato l’accesso a parchi e lungomare fino al 21 marzo. 
 
«La situazione è brutta, inutile girarci attorno», dice una fonte di governo che chiede di non essere citata. Ieri ci sono stati 22.409 nuovi casi, 332 vittime e un tasso di positività al 6,2 per cento. In metà delle Regioni le terapie intensive sono impegnate da pazienti Covid al trenta per cento, la soglia oltre la quale scatta l’allarme per le altre patologie. 
 
Prima di decidere gli ultimi dettagli del decreto, il governo vuole guardare gli ultimi dati sull’andamento della curva epidemiologica e attendere la riunione di oggi fra i governatori regionali e la ministra Mariastella Gelmini.
 
Alla riunione, convocata ufficialmente alle 14.30 per parlare del piano vaccinale, si discuterà anche del decreto del governo. Draghi vuole procedere solo dopo aver avuto il loro placet alle misure. –
 

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