Chiusi i seggi per i referendum, alle ore 15 in Veneto affluenza attorno al 26 per cento: risultati in diretta
Chiusi i seggi per i Referendum 2025: affluenza nazionale al 30%, in Veneto al 26,3%. In corso lo spoglio: i Sì in vantaggio su tutti i cinque quesiti, con percentuali oltre l’80% su lavoro e contratti

Chiusi i seggi per i Referendum 2025. In corso lo spoglio dei voti, i risultati sono aggiornati in diretta, mentre il dato definitivo sull'affluenza sarà disponibile sul sito ufficiale del Ministero. Secondo i dati parziali attualmente disponibili, l'affluenza in Italia si attesta intorno al 30%.
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La partecipazione più alta si registra in Toscana, con quasi il 39%, seguita dall'Emilia-Romagna, dove si supera il 35%. Il dato più basso arriva invece dal Trentino-Alto Adige, con meno del 20% di affluenza.
In Veneto, si attesta al 26,3%, quattro punti percentuali meno della media nazionale (30,3%), l'affluenza definitiva alle urne dei referendum abrogativi in Veneto. Il dato emerge dalle rilevazioni del Ministero dell'Interno relative ai 4.732 seggi totali.
La provincia con la partecipazione più alta è quella di Padova, con affluenza al 28,7%; il capoluogo euganeo ha registrato una percentuale del 37,9%. La percentuale più bassa è nella provincia di Verona, con il 24,3%.
I primi dati
Con un’affluenza locale complessiva che si attesta attorno al 26%, arrivano i primi dati dello spoglio dei cinque quesiti referendari del 2025. Al momento, i Sì risultano in vantaggio su tutte le proposte.
Per il quesito sul reintegro nei licenziamenti illegittimi, con 618 sezioni scrutinate su 4.732, i Sì sono all’84,23%, contro il 15,77% dei No.
Per il quesito sull'utilizzo dei contratti a termine, con 463 sezioni scrutinate, i Sì raggiungono l’82,58%, mentre i No si fermano al 17,42%.
Per quanto riguarda il quesito su licenziamenti e indennità nelle piccole imprese, con 336 sezioni scrutinate, i Sì si attestano all’83,91%, contro il 16,09% dei No.
Sul tema dei subappalti e infortuni sul lavoro, con 256 sezioni scrutinate, i Sì raggiungono l’81,64%, mentre i No sono al 18,36%.
Infine, per il quesito sulla cittadinanza italiana, con 194 sezioni scrutinate, il vantaggio dei Sì è più contenuo: il 57,86% contro il 42,14% dei No.
Luca Zaia sull’esito del referendum
«Se i ruoli fossero stati invertiti - nota Zaia - saremmo di fronte a richieste di dimissioni, crisi di governo e scioglimento anticipato delle Camere. Noi invece ci limitiamo a registrare l'esito politico di un'iniziativa che si è rivelata priva di basi e sostegno popolare, come dimostra la partecipazione ai minimi storici. I quesiti referendari erano, a nostro avviso, permeati da forte demagogia. Un esempio lampante riguarda la sicurezza sul lavoro: pur riconoscendo la gravità e l'urgenza del tema, è inaccettabile che si cercasse di estendere la responsabilità penale anche ai semplici committenti, trasformando in imputabili cittadini che affidano piccoli lavori nelle proprie abitazioni».
I paesi dove si è raggiunto il quorum
In due piccoli Comuni dell'Emilia-Romagna è stato superato il quorum per i Referendum 2025. Ad Anzola Emilia, in provincia di Bologna (12mila abitanti), ha votato il 50,16% degli aventi diritto, mentre a Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia (6mila abitanti), l'affluenza ha raggiunto il 52,86%.
Quorum superato anche in Umbria: nel Comune di Paciano, in provincia di Perugia (934 abitanti), l’affluenza si è attestata al 51,38%.
In Toscana sono quattro i Comuni dove è stato raggiunto il quorum: a Sesto Fiorentino (provincia di Firenze) ha votato il 53% degli elettori; a Radicondoli (Siena) il 52%; a Pontassieve (Firenze) e a Monterotondo Marittimo (Grosseto) l’affluenza è arrivata al 51%.
Per cosa si è votato: i quesiti
Il primo ristabilisce il reintegro nel posto di lavoro per licenziamento ingiustificato, abolito con il jobs act nel 2015; il secondo punta a eliminare il limite esistente per gli indennizzi dei licenziamenti delle piccole imprese; il terzo pone dei limiti al ricorso dei contratti a termine, per contrastare la precarietà; il quarto estende la responsabilità delle imprese negli appalti in caso di infortuni; infine, il quinto propone di riportare da 10 a 5 anni l’obbligo di residenza nel nostro paese per ottenere la cittadinanza italiana.
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Particolare non di poco conto, le persone fuori sede, lontane dalla propria residenza, hanno potuto votare previa presentazione della domanda. Una norma al suo esordio, voluta per dare una spinta alle percentuali di partecipazione al voto in tutte le tornate.
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