Dai sospetti di Mantoan al blocco

Le ombre sulla società di Bucarest, l’empasse legata alle condizioni del bando
Di Renzo Mazzaro
THIENE Presentazione Direzione sanitaria Ulss 4..in foto il Dott. Mantoan - Il segretario alla sanita' Mantoan
THIENE Presentazione Direzione sanitaria Ulss 4..in foto il Dott. Mantoan - Il segretario alla sanita' Mantoan

VENEZIA. Doveva arrivare la Guardia di Finanza a togliere le castagne dal fuoco alla giunta Zaia. Castagne più che arrostite, ormai. Il presidente si felicita con i militari per lo scampato pericolo e non sono frasi di circostanza. L’appalto di 76 milioni di euro vinto da City Insurence era bloccato dal 5 dicembre. Il Veneto non sapeva più come venirne fuori. In quella data l’assessore alla sanità Luca Coletto aveva incaricato il servizio ispettivo di verificare i requisiti di solvibilità della compagnia. Operazione che si può fare solo attraverso l’Isvap, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private, dato che le caratteristiche per partecipare all’appalto erano in possesso di City Insurence. Altrimenti non sarebbe stata ammessa alla gara. Ma l’Isvap ha poteri molto limitati sulle compagnie straniere che operano in Italia. I requisiti sono controllati dal paese di registrazione, nel caso in questione la Romania. City Insurence è costituita da operatori italiani che lavorano in Italia ma preferiscono avere la sede legale a Bucarest. Vai a sapere perché.

Oddìo, volendo si fa anche presto: basta inserire il nome della compagnia italo-romena in un motore di ricerca e si capiscono le esitazioni della giunta Zaia. C’è mezza Italia che da quasi un anno s’interroga su City Insurence. È un operatore che non gode decisamente di buona stampa. L’autorizzazione Isvap ad operare in Italia risulta concessa per rami diversi dalla responsabilità civile: la cosa era adombrata già l'11 luglio 2011 dal Corriere della Sera e il 20 dello stesso mese da Il Sole 24 Ore. A parte la regolarità delle autorizzazioni, City Insurance pone problemi di affidabilità: ha sottoscritto una polizza con l'ospedale San Raffaele di Milano, garantendo massimali tra i 5 e i 7 milioni per singolo evento, più alti del capitale sociale della stessa compagnia, che risultava di 3,5 milioni. Sempre l’anno scorso, attorno al suo nome c’era una situazione di allarme in Emilia Romagna dove la compagnia aveva (ha) contratti in essere e in Sardegna dove all’epoca li stava stipulando, sempre per la copertura della responsabilità civile negli ospedali.

Il pacchetto di maggioranza di City Insurence risulta di proprietà di Puglia Cauzioni srl, società di cui è titolare Dionisio Piacquadio, residente a Foggia. Secondo fonti che riportiamo con beneficio di inventario, l’amministratore sarebbe Marcello De Cristoforo, un broker napoletano. Sono questi incroci ad aver creato i sospetti di un business delle fidejussioni bancarie in odore di camorra. Sospetti che oggi si rivelano come minimo non infondati.

Ma senza l’intervento della Gdf la giunta Zaia era destinata ad aspettare. Accettando di concludere l’appalto con un solo partecipante, il segretario regionale alla sanità Domenico Mantoan si era cacciato in un vicolo cieco: da solo non poteva uscire, da altre parti non arrivavano aiuti. Ma nessuno obbligava il Veneto a portare a termine un bando di gara che non offriva la possibilità di confronto tra le offerte.

Non vorremmo infierire, perché è anche vero che Luca Zaia ha cercato di rompere il monopolio assicurativo ereditato dalla gestione Galan, che da un decennio mette tutti i premi in capo ad Assidoge, noto broker di Mirano.

Adesso può riprendere la sterzata. Con un piccolo dubbio: City Insurence che risulterebbe inadatta a coprire i rischi catastrofali negli ospedali del Veneto, lo sta già facendo per l’Azienda Ospedaliera di Verona, dove ha vinto un appalto di due anni, massimale 12,5 milioni di euro, premio biennale 10,6 milioni, scadenza 31 dicembre 2013. Stessa cosa nell’Usl di Venezia Mestre e per l’area Vasta di Rovigo. Come mai?

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