Danza in Rete Festival di Vicenza è“sotto i riflettori”
Tre mesi di programmazione per l’ottava edizione del Festival. Ecco cosa succederà da febbario a maggio a Vicenza e dintorni

Riparte Danza in Rete Festival, l’evento diffuso di danza contemporanea che anima Vicenza e il territorio circostante, con una serie di spettacoli, momenti di approfondimento e coinvolgimento.
“Under the spotlight”, sotto i riflettori, è il titolo dell’ottava edizione di Danza in Rete Festival, il Festival promosso dalla Fondazione Teatro Comunale di Vicenza, dedicato all’arte coreutica in tutte le sue forme e diventato nel tempo un riferimento per le nuove generazioni di danzatori e coreografi italiani e stranieri e appuntamento riconosciuto della danza contemporanea a livello nazionale.
Tre mesi di programmazione
Il festival si articola in tre mesi di intensa programmazione - da venerdì 14 febbraio a venerdì 16 maggio 2025 - con appuntamenti che si svolgono in spazi teatrali e civili di Vicenza e Schio e presentano spettacoli di danza, performance, incontri con gli artisti, approfondimenti, laboratori e masterclass, progetti di audience development ed engagement, un lavoro creativo e di disseminazione per costruire innovativi snodi di rete ai vari livelli della danza, utili alla crescita e allo sviluppo del settore, coltivando con dedizione questa vocazione allo scouting, all’emersione di nuove tendenze e all’innovazione, che ha caratterizzato Danza in Rete fin dagli albori.
La nuova edizione
La nuova edizione di Danza in Rete torna a Vicenza dopo la felice esperienza della NID Platform (la nuova piattaforma della danza contemporanea italiana), realizzata per la prima volta in Veneto dal 9 al 12 ottobre scorso e, per la prima volta, aperta al pubblico, a confermare la vocazione del Teatro Comunale di Vicenza come palcoscenico di eccellenza della danza contemporanea in Italia e il ruolo della Fondazione come promotore accreditato in ambito coreutico: una rete di esperienze, competenze e un know how consolidato che consentono ad una città di 110.000 abitanti come Vicenza, di essere diventata una vera e propria città della danza. E anche i dati dell’edizione 2024 di Danza in Rete Festival lo confermano: oltre 13.000 (13.645) spettatori e partecipanti alle performance e ai progetti di avvicinamento, 41 compagnie coinvolte, più di 200 artisti in scena.
“Sotto i fari, al centro dell’attenzione” oltre che il titolo, è l’obiettivo programmatico della nuova edizione del Festival, un evento culturale fortemente orientato al futuro con il suo deciso sostegno ad esperienze artistiche emergenti che compongono e contaminano il progetto artistico complessivo, ma che non dimentica le solide radici, la tradizione che prende vita nella storia pluridecennale della stagione di danza del Teatro Comunale (Vicenza Danza giunta quest’anno alla sua XXVIII edizione).

E se il Festival nasce come spin-off della stagione di danza orientandosi alla ricerca, sempre più ha manifestato la sua attitudine ad aprirsi ad una pluralità di linguaggi, espressioni in grado di generare nuovi impulsi e visioni sulla sperimentazione e sul crossover di codici artistici e coreografici.
Ma oltre ad essere un incubatore di nuovi fermenti artistici, Danza in Rete Festival è anche uno straordinario attivatore di connessioni, il generatore di una rete attiva costruita nel tempo grazie alle numerose partnership con istituzioni del territorio, ma anche con prestigiose realtà nazionali e internazionali di produzione della danza contemporanea e, ancora, con centri universitari di ricerca di alta specializzazione, per tessere una molteplicità di relazioni e costruire progetti condivisi con una ricaduta positiva sull'intera filiera produttiva, dalla dimensione locale a quella nazionale e oltre.
I partner e le reti di questo network sono: Fondazione Teatro Civico di Schio, La Piccionaia-Centro di Produzione Teatrale, OperaEstate Festival Veneto, Arteven-Circuito Multidisciplinare Regionale, Theama Teatro, Orbita Spellbound-Centro Nazionale di Produzione della Danza, C.L.A.P.Spettacolodalvivo-Circuito Lombardia Arti Pluridisciplinari, DanceHauspiù-Centro Nazionale di Produzione della Danza, Dance Well-Ricerca e movimento per il Parkinson, Network Anticorpi XL, VivoTeatro, Rete Teatri Vi.Vi., Università IUAV di
Venezia, Beirut Physical Lab-Beirut, Belgrado Dance Festival, Sharing Values – Mapping Practices, Live Arts Cultures.
Il Festival
“Under the spotlight” propone nella nuova edizione un cartellone molto articolato, con spettacoli ed eventi in programma da febbraio a maggio 2025: 13 settimane di programmazione, 70 appuntamenti di cui 35 eventi performativi con 8 prime nazionali e 14 prime regionali, 22 incontri con gli artisti e di approfondimento con gli studiosi, 8 masterclass, 3 percorsi di audience development ed engagement, il laboratorio di welfare community di ricerca e movimento per il Parkinson Dance Well, eventi di sensibilizzazione ambientale, un’offerta unica in termini di qualità e quantità di spettacolo dal vivo, eventi performativi, progetti educativi e incontri di avvicinamento e partecipazione.
La direzione artistica di Danza in Rete Festival è curata da Pier Giacomo Cirella in collaborazione con Loredana Bernardi per la stagione di danza e da Alessandro Bevilacqua per la sezione Off, i progetti di scouting, le masterclass.

Le novità
Importante novità dell’edizione 2025 è l’Artista in Rete, un progetto che ha visto la luce nel triennio scorso e ha già sostenuto e accompagnato nella loro crescita professionale i coreografi Lorenzo Morandini (2022), Roberto Tedesco (2023), Nicola Galli (2024); l’ulteriore sviluppo consentirà una durata triennale della “dimora artistica e creativa” del giovane artista, per supportare la sua attività creativa “in un confronto mirato con tutte le componenti dell'ecosistema festivaliero”.
Il programma triennale prevede infatti la realizzazione di residenze creative di ricerca e sperimentazione, commissioni site-specific di opere concepite per mettersi in dialogo con gli spazi della città e il contesto urbano e umano circostante, nonché coproduzioni strategiche per valorizzare la visione artistica dell’autore e amplificare la diffusione dei suoi lavori, anche grazie a debutti in esclusiva. L’obiettivo è consolidare un rapporto con un giovane e prolifico artista, per generare nuove prospettive per la scena di danza contemporanea e creare nuovi, interessanti, contatti di rete.
L’artista scelto per il triennio 2025-2027 è Adriano Bolognino, coreografo partenopeo under 35 tra i più acclamati della scena nazionale e non solo; già messosi in luce per ingegno creativo in vari contesti e particolarmente apprezzato dalla critica e amato dal pubblico del Tcvi dove ha presentato alcuni importanti lavori (“Come neve”, “White Room”, “Rua da Saudade”), vanta nel suo portfolio la recente creazione “La Duse”, una co-produzione Teatro Stabile del Veneto - Fondazione Tcvi, dedicato alla Divina e “Yellow” una produzione per il Corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma, su richiesta della direttrice artistica Eleonora Abbagnato.
Particolarmente importanti risultano nella nuova edizione alcuni elementi tematici che vanno a sedimentare il dna dell’identità culturale del Festival.
Sicuramente la stretta interazione tra danza, parola e musica di numerosi lavori (Superstella di Vittorio Pagani, Davidson di Balletto Civile, The body symphonic di Charlie Prince, Cohors di Camilla Monga solo per citarne alcuni), i focus (ovvero la “messa in luce che rimanda esplicitamente al titolo) su alcuni grandi temi della cultura contemporanea, in un'ottica di pluralità stilistico-creativa e di libertà d'approccio al soggetto; tra questi il Focus Pasolini, per ricordare il cinquantenario della scomparsa del grande artista con più lavori che indagano la sua poetica e le sue scelte di campo; il Focus La Sagra della Primavera, per evidenziare la permanenza di questo classico del Novecento nella scena di danza contemporanea in differenti contesti e la sua capacità di generare nuovi messaggi e impulsi creativi; il Focus Figure Femminili e Divine, giocato tra personaggi mitici della tragedia greca e della memoria collettiva, e personalità reali e iconiche che hanno rinnovato la messa in scena come Eleonora Duse e Isadora Duncan. Non da ultimo il ruolo dei giovani e giovanissimi artisti (con più di 60 danzatori e coreografi under 35 coinvolti nella nuova edizione), in un progetto globale che non rinuncia ai grandi maestri, ma che crede e investe fortemente sul ricambio generazionale degli artisti e del pubblico, sostenendo il talento in emersione e le nuove istanze creative.
Gli artisti e il palinsesto
Come di consuetudine i protagonisti della sezione Spettacoli sono importanti ensemble internazionali che popolano la danza nella stagione del Comunale, di cui il Festival rappresenta inizialmente uno sviluppo; in questa edizione, i nomi delle compagnie sono quelli dei francesi Chicos Mambo, la britannica di origini indiane Seeta Patel Dance, l’elvetico Ballet Junior de Genève, la spagnola Compania Antonio Gades e lo statunitense Tulsa Ballet, realtà in grado di rappresentare un ampio spettro stilistico-creativo della danza contemporanea. Si confronta con loro una compagine di compagnie consolidate e coreografi senior e junior italiani, tra i più rappresentativi delle diverse tendenze come Balletto Civile/Michela Lucenti, Collettivo Giulio e Jari, Compagnia Enzo Cosimi, COB Compagnia Opus Ballet, Simona Bertozzi, Equilibrio Dinamico, Silvia Gribaudi, tutti artisti riconosciuti e pluripremiati che contribuiscono a “fare luce” sulla scena di danza nazionale e sulla sua storicizzazione recente.
Questa polifonia di voci e il dialogo serrato tra stili, tendenze, ispirazioni, viene ripresa nella sezione Danza in Rete Off del Festival, la più vocata alla sperimentazione, in cui si alternano proposte di giovani artisti italiani e autori stranieri emergenti, ad amplificare suggestioni con echi cosmopoliti e tracce di tradizioni lontane. In programma ci sono i codici gestuali sul tema del pianto e della vergogna presentati da Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi, le cerimonie rituali del mozambicano Vasco Pedro Mirine, la sensualità queer della performer e coreografa canadese Clara Furey, le performance-concerto del corpo “sinfonico” del libanese Charlie Prince, l’interazione di musica, voce e danza nella nuova creazione delle ormai affermate Camilla Monga e Valentina Fin, l’esperienza del vuoto e della solitudine della coreografa vicentina Michela Pegoraro, il nuovissimo lavoro dedicato a Marilyn Monroe del coreografo siciliano Giovanni Insaudo e la creazione sul tema dell’identità della danz’autrice Alessandra Ruggeri.
E ancora la performance di matrice digitale della giovane danzatrice e coreografa Francesca Santamaria, il debutto a Schio di Vittorio Pagani con il frutto della residenza al Tcvi, una riflessione sul ruolo dell’artista e il suo essere perennemente in scena e il nuovo lavoro di Sofia Nappi dedicato al valore simbolico del dipinto di Frida Kahlo e il suo doppio; a chiudere la programmazione di Danza in Rete Off, le due creazioni ispirate alle figure del mito (rispettivamente alle Baccanti di Euripide e alla Sibilla Cumana) di Michele Ifigenia Colturi e l’originale nuovo lavoro di Simone Zambelli, danzatore e attore feticcio di Emma Dante, dedicato all’assolo di Fokine e all’eterna dicotomia morte/rinascita.
A rappresentare questa dimensione plurale dei linguaggi artistici e di sperimentazione contribuiscono anche le altre sezioni che compongono il cartellone del Festival; accanto ai già citati Spettacoli e alla sezione Danza in Rete Off, I Primi passi a teatro, uno spazio rivolto alle giovani e giovanissime generazioni, con spettacoli per le scuole e le famiglie, portati in scena da compagnie e artisti di riconosciuto livello; Danza Urbana, ovvero lo sconfinamento del palcoscenico di danza in luoghi monumentali e nel cuore della città; il Progetto Supporter, con i giovani talenti che si esibiscono prima degli spettacoli in Sala Maggione e le loro creazioni “capsule” di pochi minuti; le Masterclass, sempre più numerose, con i coreografi internazionali e i maggiori protagonisti della scena di danza italiana; l’esperienza di Dance Well, che consente la pratica della danza contemporanea e l’incontro con la comunità delle persone con il Parkinson; gli Incontri con gli artisti dopo le performances di Danza in Rete Off e al Ridotto del Tcvi; gli Incontri con la Danza che precedono gli appuntamenti della stagione, tenuti da critici, studiosi, giornalisti, per avvicinare anche i non addetti ai lavori alle diverse esperienze coreutiche; i percorsi guidati di Audience Development ed Engagement, un progetto di partecipazione attiva alla creazione, personalizzato per fasce generazionali (Teatro con Vista 14-18 anni, Spettatori Danzanti over 20, Spettatori Danzanti Young 14-19 anni) guidato da esperti; Danza in Rete per l’Ambiente, il progetto di sensibilizzazione sui temi di tutela delle risorse e salvaguardia dell’ecosistema, realizzato con format dedicati attraverso laboratori teatrali, spettacoli e performance open air, al momento in fase di progettazione.
I luoghi
Il Festival prende vita a Vicenza e a Schio, in primis nei teatri e negli spazi urbani delle due città, ma si manifesta in azioni e ospitalità artistiche che intendono favorire la mobilità dei pubblici e incentivare un turismo di prossimità. La programmazione tradizionale è affiancata da una proposta outdoor con performance di danza che animano e danno un nuovo volto a siti del patrimonio culturale della città (la Loggia del Capitaniato a Vicenza, il Castello, la Fabbrica Alta e il Giardino Jacquard a Schio). A Vicenza si rinnova la scelta di alcuni luoghi palladiani di grande prestigio, come Palazzo Chiericati, sede del Museo Civico e l’importante Ala Roi recentemente inaugurata, mentre i teatri e i loro spazi (il Teatro Comunale di Vicenza con la Sala Maggiore e il Ridotto, le sale prove, i foyer e i palcoscenici, il Teatro Civico a Schio) rappresentano i luoghi dove la grande danza è ospitata e dove gli spettatori possono vivere, approfondire e partecipare all’esperienza coreutica; alcune performance avvengono invece in sale dedicate alla programmazione contemporanea, come il Teatro Astra (gestito dal Centro di Produzione La Piccionaia) e il Teatro Spazio Bixio (gestito da Theama Teatro), luoghi emblematici della sperimentazione in ambito performativo.
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