Donne in rapida carriera all’ombra dei compagni

La moglie di Tosi è dirigente in Regione, quella di Galan in affari con la Mantovani. E c’è chi sposa manager e politici: come Barbara Degani e Francesca Zaccariotto
L'assessore Falvio Tosi con la moglie Stefania Villanova (foto di Giorgio Marchiori) Sotto, Martini e Cancian
L'assessore Falvio Tosi con la moglie Stefania Villanova (foto di Giorgio Marchiori) Sotto, Martini e Cancian

VENEZIA. Cherchez la femme. Nella storia, non solo da Alexander Dumas in avanti, è sempre stato così. Così pure nella tempesta di inchieste che sta travolgendo il sistema Tosi a Verona il cuore dell’inchiesta è donna.

L’ipotesi di reato su cui sta lavorando la Procura riguarda Alessandra Lodi, moglie dell’ex vicesindaco Vito Giacino e potente assessore all’urbanistica. Avvocato in un avviato studio veronese, secondo la denuncia di un corvo per agevolare le pratiche urbanistiche sarebbe stato utile assegnare una consulenza legale allo studio della moglie. Un’accusa gravissima, difficilmente provabile, ma l’ipotesi di reato ruota attorno proprio alla professione della moglie. Non tanto, invece, all’acquisto e ristrutturazione di un attico in Borgo Trento, i cui lavori sono stati realizzati dalla Soveco, un’impresa in affari con il Comune. Dall’esito di questa inchiesta della Procura dipende il destino politico di Flavio Tosi.

Il sindaco di Verona, del resto, è stato largamente accusato di aver favorito la moglie, Stefania Villanova, promossa da semplice impiegata a capo della segreteria dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto (senza concorso e senza laurea). Il consigliere regionale del Pd Franco Bonfante, perfido, ha chiesto se per caso «la promozione della signora Tosi» non fosse stata «la contropartita per la rinuncia del marito a correre per la carica di segretario regionale della Lega in Veneto». Di sicuro, il balzo di carriera è stato rapido e remunerativo: da 25 mila euro a 70 mila euro l’anno. Tosi è accusato di un’altra parentopoli: aver fatto eleggere la sorella, Barbara, capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale.

Sempre a Verona, la compagna del sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti è Alessandra Camposanpiero, vicepresidente della Finest, la finanziaria regionale. Una nomina che spetta alla Regione, nella cui giunta siede il fratello, Massimo Giorgetti.

Massimo Bitonci, capogruppo della Lega Nord in Senato, è rimasto impigliato in una parentopoli simile perchè la moglie, Gianna Dolzan, è dirigente amministrativo di una casa di riposo a Cittadella. Il concorso regolarmente vinto dalla moglie del senatore leghista è stato duramente stigmatizzato dal consigliere regionale del Pd, Piero Ruzzante.

La passione per la politica a volte unisce le coppie. A Venezia la presidente leghista della Provincia, Francesca Zaccariotto, ha sposato Giorgio Bonet, fino a pochi mesi fa direttore generale di Veneto Agricoltura. A Padova la collega Barbara Degani, alfaniana, è moglie di Raffaele Grazia, consigliere regionale centrista. Almeno politicamente, si sono ritrovati sotto lo stesso tetto.

Le cose cambiano poco nell’ex Pdl: la moglie di Leonardo Padrin, presidente della commissione regionale sanità, Cristina Rauli, è una dirigente amministrativa dell’Usl di Padova, dopo aver superato un concorso all’Usl di Thiene.

A Giancarlo Galan, che ha sposato Sandra Persegato, titolare della società Margherita srl, i cui intrecci azionari si avvicinato alla Mantovani spa, si attribuisce un occhio di riguardo per la carriera in Regione della sorella, Valentina, attuale dirigente regionale del servizio spettacolo.

Non sfugge alla regola nemmeno Maurizio Sacconi: al tempo in cui era ministro della Salute sua moglie Enrica Giorgetti era direttore generale di Farmindustria, la Confindustria delle case farmaceutiche, carica che ricopre tuttora che il marito è «solo» presidente della commissione lavoro del Senato.

Al confronto, fa sorridere la nomina di Paola Greggio, moglie del consigliere regionale Stefano Peraro, a presidente del consiglio comunale di Montegrotto.

A Padova la compagna dell’assessore alla cultura Andrea Colasio è Francesca Veronese: nel 2010 ha vinto un concorso pubblico come funzionario del settore cultura e si è scatenato un ricorso al presidente della Repubblica.

Dilettanti per manifesta inesperienza appaiono i grillini: a Treviso il capogruppo Alessandro Gnocchi aveva proposto di inserire la fidanzata nel consiglio direttivo dell’Ente Parco del Sile. Cacciato in 24 ore.

Qualche sospetto di «parentopoli», ma tra i dipendenti chiamati negli staff, deve essere corso anche in Regione, dove il vicegovernatore Marino Zorzato, nel gennaio 2011, aprì un’indagine conoscitiva per capire se ci fossero dipendenti che possono vantare un rapporto di parentela con personalità «socialmente sensibili». Il focus riguardava, tra gli altri, l’istituto Ville venete, gli Esu, i parchi, le Ater, Veneto agricoltura, Avepa e le Asl. A un’interrogazione di Diego Bottacin, capogruppo dei montiani, Zorzato rispose così: «Si ritiene che le verifiche condotte presso gli uffici preposti all’assunzione del suddetto personale consentano di escludere l’esistenza di rapporti di parentela tra i dipendenti regionali ed il personale assunto nominativamente». Della serie: portatemi le prove.

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