E adesso Papillon si libera del radiocollare, l’inafferabile orso M49 sempre più in fuga

LA STORIA
L’orso M49 – che il ministro Sergio Costa ha battezzato “Papillon” - si è liberato del radiocollare, ma non ha fatto perdere le sue tracce. Provate a chiederlo agli allevatori vicino al lago delle Stellune, in Val di Fiemme: ha ucciso una mucca al pascolo e ne ha ferito un’altra. «Siamo così preoccupati che abbiamo deciso di scendere a valle anzitempo», protestano. Le montagne ed i boschi del Lagorai, questo è il suo regno. «Papillon c’è già stato quest’inverno. Si trovava bene ed è ritornato – ricorda Luigi Dall’Armellina, originario di Mestre, che gestisce l’attività turistica a Malga Cere, in comune di Telve (Trento) -. La biodiversità è la nostra ricchezza. Quindi la presenza dell’orso è un’opportunità, non un problema. Gli allevatori? È giusto risarcirli e soprattutto proteggerli con adeguate protezioni, compresi i cani da guardiania». Cani che in tanti casi sono temuti dai turisti più che gli stessi orsi.
Chissà mai se Papillon si spingerà fino nel vicino Bellunese. «Col radiocollare era indubbiamente più facile tenerlo d’occhio» ammette l’assessore alla Protezione civile, il bellunese Gianpaolo Bottacin. Dopo la seconda fuga dal recinto del Casteller, vicino a Trento, M49 è stato monitorato grazie al sistema di geolocalizzazione. Il Ferragosto l’ha trascorso a Passo 5 Croci - Val Cion, poi è salito sopra Malga Val Ciotto. Ma a quel punto il segnale è stato perso. E subito dopo i Forestali hanno rintracciato a terra il radiocollare, peraltro ancora integro.
Papillon, dunque, non è stato neppure vendicativo. Ed il primo ad applaudire alla sua libertà sapete chi è stato? Il ministro Sergio Costa. «Papillon libero: ormai una leggenda. L'orso, dopo essere fuggito per la seconda volta dal recinto dove era stato rinchiuso, ora è riuscito a liberarsi del radio collare. La prorompente voglia e la passione di vivere liberi e in natura. #IoStoConPapillon». Così in un tweet l’esponente di governo che in queste settimane s’è accanitamente opposto alla sua caccia da parte della Provincia di Trento, fino a convincere il presidente Maurizio Fugatti a lasciarlo libero, seppur monitorato. Il monitoraggio proseguirà ma solo attraverso l'analisi degli indici di presenza. Nell’ultima settimana ha scorrazzato tra la Valsugana e la Val di Fiemme, prendendosi gioco di tutti. Ha 4 anni, M49 e pesa 170 chilogrammi. Quindi non è proprio agile, eppure nessuno è riuscito fino ad intercettarlo.
D’altra parte, il 27 luglio ha sfondato la rete elettrosaldata del centro faunistico del Casteller, alla periferia di Trento; spessore dei ferri 12 millimetri. Nei primi giorni di fuga si era rifugiato tra i boschi della Marzola. Giusto un anno fa, rinchiuso era riuscito a scavalcare la recinzione elettrificata da 7.000 volt certificata della stessa “gabbia”. Le Province di Trento e Bolzano si rincorsero nella caccia al plantigrado: se non basta la cattura, facevano intuire, si passi all’abbattimento, in caso di pericolosità. L'ultima traccia lasciata nel 2019, l'11 ottobre nel Vanoi, poco distante dal Bellunese: un torello ucciso.
Poi il lungo letargo tra la Val Calamento e il gruppo del Lagorai. Nel marzo di quest'anno, sfidando le basse temperature e la neve, M49 era comparso tra i boschi di Castello Molina di Fiemme lasciando alcune tracce. Ad aprile, in piena emergenza sanitaria per coronavirus, i primi raid con tanto di danneggiamenti. Prima di trasferirsi sui monti della Carega, ai confini col Veneto, aveva distrutto la finestra di una baita in montagna sopra il paese di Brusago sull'altopiano di Pinè, sempre in Trentino. Numerose le intrusioni in abitazioni, baite, rifugi, malghe ed altri stabili fino a scendere nella valle dell'Adige. L'orso M49 non ha trovato difficoltà ad attraversare l'Autobrennero per arrivare fino alla Giudicarie dove, però, gli uomini del Corpo forestale la sera del 28 aprile scorso hanno messo fine alla sua prima latitanza di 289 giorni. Il 12 agosto scorso a Roma, il ministro Costa e il governatore Fugatti firmavano il sospirato armistizio. Sospirato da Papillon, anzitutto. Il carnivoro l’avrà saputo e a quel punto si sarà liberato anche dell’ultimo orpello. In Trentino gli orsi sono attualmente quasi un centinaio, tra essi anche l'orsa JJ2 che due mesi fa (20 giugno) aveva aggredito e ferito padre e figlio in Val di Non. —
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