«Ecco le 15 mila bottiglie» Ma Corrado nega tutto

Ieri l’interrogatorio del tenente colonnello della Finanza al centro dell’inchiesta Rischiesta la scarcerazione. Nell’intercettazione la conta delle banconote
TREVISO. Dopo oltre 72 ore in isolamento nel carcere di Genova, il tenente colonnello Vincenzo Corrado era provato, stanco, molto frastornato quando ieri mattina si è presentato davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia. Ha deciso di rispondere alle domande, ma di non dilungarsi. Poche parole e tutte miranti a chiarire tre elementi fondamentali: «non ho nulla a che vedere con la corruzione», «non ho dato nulla a nessuno», «non ho mai ricevuto denaro o regali in cambio di miei interessamenti nelle vicende».


Si è detto estraneo a tutto, quindi, e pronto anche a dare la sua versione dei fatti sulle oltre duecento pagine di inchiesta della procura di Venezia e della sua stessa Guardia di Finanza che lo accusano di essere stato invece il vero tessitore di una rete di relazioni tra imprese stangate dal fisco ed esattori delle sanzioni; relazioni che permettevano di ottenere sconti fortissimi sulle multe oliando gli esattori con regali e pagando gli intermediari con contanti.


Corrado, originario da Campobasso ma residente ormai da tempo a Treviso, che per alcuni mesi era stata anche la sua sede lavorativa con la Finanza prima di un trasferimento a Trieste e infine a Venezia, si è detto «innocente». Il suo legale, l’avvocato trevigiano Fabio Crea, ha fatto formale richiesta di un suo trasferimento in una struttura di detenzione più vicina a Venezia o Treviso, «capace di rendere la prigionia meno dura di quanto sia ora con un isolamento ingiustificato e lontano» ha sottolineato il legale, «quindi di ostacolo ai diritti difensivi». Crea ha annunciato l’intenzione di inviare al Tribunale del Riesame una formale richiesta di scarcerazione per Corrado.


Il tenente colonnello dovrà però spiegare anche a chi si riferiva, nelle lunghe intercettazioni fatte dai finanzieri, quando al telefono parlava di donne con il collega Nicchiniello, insistendo in tono allusivo a sottolineare – secondo l’accusa_ che stesse in realtà parlando delle aziende da avvicinare o già avvicinate per intercedere con l’Agenzia delle Entrate e mitigare le sanzioni.


E dovrà anche chiarire cosa intendeva dire quando parlando con Tiziana Mesirca, la notissima commercialista trevigiana arrestata come lui nell’ambito dell’inchiesta, affermava «lo sanno che se non c’ero io e non c’eri tu, pagavano dodici milioni». Il rapporto tra i due, secondo l’ accusa, era profondo, lui la chiama «Titty», in una circostanza anche «amore», ma è un legame stretto soprattutto su questioni lavorative. La relazione tra i due è fittissima nella gestione della pratica “Baggio Trasporti”, società oggetto di una sanzione tributaria da oltre 13 milioni che incarica la Mesirca di farsi carico della situazione e intesse rapporti diretti anche con Corrado per ridurre la stangata.


«Trova il modo di dirglielo» dice Corrado alla Mesirca, «di metterlo per iscritto, all’adesione sono 50mila, e in caso di chiusura insomma...» e la Mesirca replica: «con determinate riduzioni c’è un bel premio sì..». Di quanto? Ne discutono sempre insieme. Corrado: «se chiudiamo sotto i tre un surplus di 50 mila, sotto i due devono coprirci d’oro».


Il tenente colonnello della Finanza però è al centro di un altro episodio chiave dell’inchiesta. Lui e il collega di Trieste Michele Caliandro si incontrano in auto a Scorzè, nel novembre 2015. Scartano qualcosa, l’intercettazione nei giorni precedenti riportava le parole di Corrado che a Caliandro annunciava: «Quel grandissimo c... di Baggio mi ha chiamato ... mi ha portato le bottiglie... mi ha detto che sono 15mila». E in auto a Scorzè, Corrado: «Tranquillo .... tu guarda intorno ...14, 15, 16, ... 21, 22, 23, ... 28.. quanti devono essere?». Caliandro: «Trenta 8 secondo gli inquirenti trenta banconote da 500€,
ndr
), io devo fumare, tu fai quel cazzo vuoi». Corrado, che pare ricontare: «Stai qui un attimo... 6, 7, 8, sono nuovissime queste... 9, 10, 11, ...» e poi: «Facciamo così, qui sono 14, dividiamo».


Oggi, intanto, è atteso l’interrogatorio della Mesirca, detenuta nel carcere di Verona. Ad assisterla l’avvocato Carlo Broli. La donna, ad oggi, si è professata innocente. «Trovare gli accordi con l’agenzia delle Entrate è il suo lavoro», ha specificato il legale.


Federico de Wolanski


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