Ecco perché la bomba d'aereo trovata a Marghera è stata fatta esplodere in mare

Sui social le critiche alla scelta degli artificieri, che replicano: incolumità pubblica come priorità. Nessuna moria di pesci: microcariche di onde sonore per allontanarli prima dello scoppio

MARGHERA. La bomba d’aereo angloamericana ritrovata causalmente a Marghera in un cantiere di via Galileo Ferraris per il rifacimento della rete fognaria è stata fatta brillare nel pomeriggio di domenica 2 febbraio in mare aperto, in corrispondenza della bocca di porto di Malamocco a circa 14 miglia dal Lido di Venezia.

L'esplosione è stata anche registrata dal sito dell'Istsituto nazionale di Geologia e vulcanologia, che pubblica una lista di terremoti in tempo reale. Il brillamento ha causato una scossa di 1,5 gradi di magnitudo.

Questa scelta presa dai responsabili delle operazioni – gli artificieri dell’Esercito - è stata aspramente criticata sui social media, con decine di commenti. Ve ne mostriamo alcuni ricavati dalla pagina facebook della Nuova Venezia

"L'potesi di farla brillare su un poligono o magari una cava abbandonata, non ci sono artivati..militari sono..."

"C’è chi dice che “la scelta è stata fatta da persone all'altezza della situazione trovando la miglior soluzione”. Insomma, un po’ come per il Mose".

"Che sappia io, una volta spolettata la bomba è inocqua, allora perchè non recuperare l'esplosivo ed eventualmente farlo brillare in qualche cava.......poi vedendo il video mi verrebbe il dubbio che non sia esploso tutto completamente, se confrontato ad una esplosione di una carica di profondità anti sommergibile quella che hanno fatto brillare oggi mi sembra un petardo, può anche darsi che mi sbagli"

"Scusate ma perché far esplodere la bomba in acqua? Non esistevano luoghi adatti?"

"In questo modo si è andato a distruggere l'ecosistema del mare..."

"Non hanno tenuto in considerazione l'ecosistema Marino e lo sconvolgimento che avrebbe provocato una simile esplosione?"

"L'ordigno vecchio di 70 anni,potevano farlo brillare su uno dei poligoni di tiro. Ed invece hanno fatto bloccare due città. Ricordo però che se si parlz di pericolosità, nelle tangenziali vagano tutti i giorni mega tir strapieni di gas e x 127 kg di ordigno hanno rotto i coglioni alla gente che potevano starsene riposare la domenica essendo x molti l'unico giorno di riposo!"

"Bravi distruggere i fondali! E inquinate la laguna"

"Dovevano portarla a Roma per farla esplodere non distruggere la fauna marina di Venezia"

Il film del bomba-day tra Mestre e Venezia: tutto in due minuti

Le contro-reazioni. A questi commenti hanno fatto da contrappunto altrettanti commenti di segno opposto, perlopiù sarcastici, con i quali si chiedeva sostanzialmente se siano più importanti i pesci o le persone, giustificando pienamente le scelte dell’esercito.

Eccone alcuni, sempre tratti dalla pagina facebook della Nuova Venezia

"La prossima volta che trovano una bomba a porto marghera e meglio che la facciano scoppiare dove sta invece dei pesci moriamo noi i figli nipoti nonni.. Ecc.. Contenti...

"Ma quelli che se lamente dei pesci morti cosa ha nella testa,senza dubbio se la soluzione piu sicura e con meno danni,una bomba de 70 anni se instabile e de sicuro non se podeva portarla in motocarro fin qualche cava passando per strade e ponti pubblici,me despiase per i sievali morti ma questa se sta senza dubbio la soluzione migliore e meno invasiva, anche perché la bomba non gera lontana dal mare e i ha fatto presto a caricarla su una barchetta,se i la troveva a belluno de sicuro no i la porteva qua a scioparla

"Tutti esperti e scienziati a fare commenti. Ad ognuno il proprio lavoro cercando di fare meno danni possibili all'uomo e all'ambiente.

Le ragioni della scelta. Ma perché la bomba, una volta privata delle due spolette (operazione svolta sul luogo del ritrovamento) è stata fatta brillare in mare?

A questa domanda ha risposto, anche se sinteticamente, il colonnello Gianluca Dello Monaco, comandante dell'ottavo reggimento Genio guastatori Folgore di Legnago, ecco la sua dichiarazione:

Ecco perché la bomba d'aereo trovata a Marghera è stata fatta brillare in mare

Se volete ascoltare tutte le dichiarazioni del colonnello, potete cliccare qui per rivedere la nostra diretta facebook delle fasi preparatorie al disinnesco. Il colonnello parla dal minuto 4'15" al minuto 14'25".

Gli artificieri dell'esercito italiano sono considerati tra i più preparati al mondo e ogni anno rendono inoffensivi decine di ordigni perlopiù risalenti alle due Guerre mondiali. Quando predispongono un piano operativo tengono conto di molte variabili legate ad uno standard di operatività e alle specifiche situazioni logistiche.

Il colonnello sostanzialmente dice che la soluzione adottata è stata quella atta a garantine la maggiore sicurezza e il minore impatto sulla popolazione.

La strage di pesci. Rispetto alla presunta strage di pesci che l'esplosione in mare avrebbe determinato, abbiamo interpellato un esperto dell'Ispra il quale ci ha spiegato, come leggete qui sotto, che i protocolli sulla fattispecie in questione (esplosione di ordigni in mare aperto prevedono l'esplosione di cosiddette controcariche che precedono l'esplosione vera e propria e che emettono onde sonore tali da allontanare la fauna ittica a una distanza di sicurezza.

A questo link trovate un caso analogo, una bomba d'aereo fatta brillare in mare al largo di Fano, e anche qui i subacquei della Marina militare hanno fatto esplodere una microcarica per allontanare i pesci prima del billamento vero e proprio.

L'esperto. Spiega Ezio Amato, responsabile Area emergenze ambientali in mare di Ispra: «Il protocollo d’intervento prevede che prima di far brillare la bomba vengano lanciate in acqua delle controcariche che scoppiando provocano onde sonore che allontanano i pesci presenti nell’area. Poi c’è la deflagrazione. È indubbio comunque che ci sia un impatto ambientale. Come del resto c’è se si fa esplodere la bomba a terra. La scelta viene fatta valutando vari aspetti e a decidere è chi interviene per la bonifica»

Amato ha gestito, sempre per Ispra, la bonifica delle bombe sganciate in Adriatico, sempre dagli arei americani, di ritorno dai bombardamenti in Kosovo. Ha lavorato in questo ambito anche per l’Onu nei paesi arabi.

Dottor Amato cosa succede per l’ambiente marino quando viene fatta esplodere una bomba come questa?

«Come si intuisce c’è la produzione di onde d’urto e di onde sonore. Le onde d’urto sono letali, se forti, per i pesci perché danneggiano la vescica natatoria. Per questo motivo vengono allontanati con le controcariche».

Cosa rilascia nel mare l’esplosione dell’ordigno?

«Se si tratta di ordigni come quello di Marghera, innanzitutto schegge che resteranno sul fondo per secoli. Le particelle che si sviluppano dall’esplosione del tritolo sono dannose per i vari esseri viventi che popolano il mare, ma non si accumulano nel loro organismo. Da tempo si sta studiando quale sia la soluzione migliore da un punto di vista ambientale per quanto riguarda gli ordigni che si trovano in mare: farli esplodere in acqua, o lasciarli lì senza toccarli? Un ordigno rimane intatto anche per secoli prima che inizi ad essere corroso. Se viene fatto brillare conosciamo già parecchi degli effetti sull’ambiente marino. . Bisogna valutare le due soluzioni. Come del resto bisogna fare per le bombe trovate a terra. In questo caso entrano in gioco anche molti altri fattori come la presenza dell’uomo, dei siti abitati e di quelli industriali».

Bombe fatte brillare in mare. Considerato che l'Italia è una penisola e che diversi ritrovamenti di ordigni bellici avvengono in zona costiera più che nell'entroterra, non sono rari i casi simili a quelli di Venezia.

Livorno, 26 agosto 2017. Una bo,ba di 500 libbre trasferita a rimorchio e fatta brillare in mare, al largo delle Secche di Vada, dagli operatori subacquei del Nucleo Sdai (Servizio Difesa Antimezzi Insidiosi) della Marina Militare di La Spezia. L'ordigno era stato individuato nei giorni scorsi a circa un miglio dalla costa di Vada e segnalato alla Capitaneria di porto. Clicca qui per leggere di più

Messina, 29 ottobre 2019. Operazione di brillamento di un ordigno bellico situato in mare, al largo dello Stretto, da parte del nucleo SDAI di Augusta della Marina Militare. Le bombe erano state rinvenute dagli artificieri nel porto della cittadina siciliana, all'altezza della via Don Blasco, e nello specchio d'acqua antistante la sezione velica della base militare della Marina Militare. Clicca qui per leggere di più

Amalfi, 27 gennaio 2020. Esplosione in mare in Costiera Amalfitana: nelle acque di Capo d’Orso è stato fatto brillare. L’operazione è stata eseguita dai palombari della marina militare, in collaborazione con la capitaneria di porto del capoluogo campano e sotto il coordinamento della prefettura cittadina. La bomba sganciata durante la guerra dagli americani conteneva circa 30 chili di esplosivo, ed è stata rinvenuta dalla motonave Breydel, che era giunta nelle scorse settimane al porto di Salerno per iniziare le operazioni di dragaggio. Clicca qui per leggere di più

Tre, due, uno... Fuoco! Brilla la bomba di Vedelago. Il momento dell'esplosione

Il caso Vedelago. Il bomba day di Marghera era stato preceduto, in Veneto, da quello di Vedelago (Treviso). Nel luglio del 2019, un ordigno era stato ritrovato a Fanzolo nei pressi della stazione ad opera di operai di Rete Ferroviaria Italiana, impegnati in un cantiere lungo la linea.Un ordigno di 500 libbre, sganciato da un bombardiere americano.

In quel caso la bomba era stata despolettata sul posto dal terzo Reggimento Genio Guastatori di Udine dopo aver deciso l’evacuazione della popolazione residente nel raggio di 300 metri dal luogo del rinvenimento. Dalle 6.30 alle 8.30 erano state evacuate e sgomberate abitazioni e edifici ubicati nella zona “rossa” compresa nel raggio di 300 metri dal luogo di ritrovamento lungo la linea ferroviaria adiacente a Via Stazione.

Il caso Tessera. Il 28 marzo 2019, altri ordigni (bombe a mano e granate d'artiglieria ad alto potenziale esplosivo) erano stati trovati durante lavori di scavo nell'area dell'aeroporto Marco Polo di tessera, Venezia. Il Generale di Corpo d’Armata Amedeo Sperotto, Comandante delle Forze Operative Nord, presente al brillamento aveva ricordato che, dall’inizio dell’anno, erano già 249 gli interventi di bonifica condotti dagli artificieri nell’area di competenza che include una gran parte del centro nord Italia, per un totale di 749 ordigni risalenti ai conflitti mondiali.

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