Elezioni regionali, Stefani: «Il Veneto avrà un candidato della Lega. E per noi sarà Zaia»

Sul terzo mandato il segretario veneto della Lega dichiara: «Abbiamo avanzato la proposta 4 volte. Speriamo nell’accordo di maggioranza, poi la ripresenteremo per la quinta volta»

Laura Berlinghieri
Alberto Stefani, segretario veneto della Lega e deputato
Alberto Stefani, segretario veneto della Lega e deputato

Alberto Stefani, la Lega vuole ancora il terzo mandato?

«A gennaio abbiamo iniziato una campagna territoriale dedicata a terzo mandato e candidatura leghista per il Veneto, con oltre 1000 gazebo in tutta la regione e più di 150 mila firme raccolte. Per noi è una battaglia di libertà e non abbiamo mai cambiato idea. Siamo felici se gli alleati arriveranno a dire lo stesso».

Intanto siete partiti con la campagna elettorale: un modo per dire ai compagni di coalizione di fare presto?

«Un modo per onorare la fiducia dei veneti. Ritengo importante che ogni partito dia il proprio contributo con delle proposte programmatiche. Noi le abbiamo raccolte nella campagna di incontro sul territorio, nella quale abbiamo ricevuto oltre 3 mila segnalazioni dei cittadini. E lanceremo un programma che parli di sociale, innovazione, impresa e che tuteli la nostra identità: il cuore della mia mozione al federale».

Ha parlato con Salvini di quello che sta capitando?

«Il confronto è a proposito dei temi politici. Quanto al terzo mandato, non è necessario, visto che la nostra posizione è sempre stata la stessa».

Però FdI e FI vi chiedono di formalizzare la richiesta. Perché non l’avete fatto?

«Mi risulta che siano in corso dei tavoli di discussione. In ogni caso, l’iniziativa l’abbiamo presentata quattro volte, sempre a mia prima firma. Se sarà necessario presentarla una quinta, lo faremo, sperando sia quella buona. Ma prima aspettiamo che la maggioranza raggiunga un accordo».

Ci sono i tempi?

«I tempi ci possono essere, se c’è la volontà politica. L’importante è fare presto per il Veneto e per i veneti, che ci chiedono giustamente certezze.

Tutti – Lega, FdI, FI – chiedete di fare presto, e allora perché nessuno si muove?

«Lo ripeto: i tavoli di discussione sono in corso in queste ore. Se sarà raggiunto l’accordo, presenteremo ancora una volta una nuova richiesta».

Potrebbe farlo lei, è stato sollecitato?

«Non è detto, la proposta potrebbe essere avanzata al Senato. In ogni caso, alla Camera giace ancora un pdl a mia firma, sul terzo mandato. Tutti gli strumenti a disposizione sono operativi. Ora serve consolidare la volontà politica e arrivare al risultato».

Sono stati posticipati per questo i termini limite, per presentare emendamenti al ddl sul numero di assessori e consiglieri regionali, in commissione Affari costituzionali al Senato?

«Ammissibilità a parte, quello dell’emendamento può essere uno strumento. Dopodiché, sarà il tavolo di centrodestra a trovare la soluzione tecnica migliore».

Come il rinvio delle elezioni al 2026?

«Non mi risulta che l’ipotesi sia oggetto di discussione».

Terzo mandato: c’è chi pensa sia un bluff di FdI. È plausibile?

«Credo ci sia poco da scherzare sulla libera espressione del voto dei cittadini. Penso sia un affare molto serio il garantire al popolo la possibilità di votare chi preferisce».

Eppure, secondo un sondaggio di Youtrend, gli italiani sono contro il terzo mandato.

«Sarebbe interessante fare un sondaggio così solo in Veneto».

Ma lei come spiega il cambio di prospettiva da FdI?


«Nemmeno mi pongo il problema. Per me, l’importante è il risultato. L’importante è che FdI abbia capito che la nostra non era un’iniziativa “ad personam”, ma per garantire il libero esercizio del voto».

È un’operazione che potrà fare male a sinistra?

«Nemmeno questo mi interessa, penso solo al bene del centrodestra. E penso che un’ipotesi di Zaia-quater, oltre a fare bene alla Lega, farà bene al Veneto».

Lei è stato a lungo il candidato favorito, questo cambio di scenario la infastidisce?

«Se mi infastidisse, non avrei presentato una proposta di legge per il terzo mandato. Per me, l’amministrazione Zaia è sempre stata la priorità».

La Lega ha ribadito più volte che il governo del Veneto è la sua “linea del Piave”. È ancora così?

«Il Veneto è il presidio per eccellenza dell’identità leghista, come altre Regioni lo sono per altri partiti. E io, da segretario regionale, farò di tutto perché questo principio venga difeso».

Anche a costo di correre da soli, se FdI dovesse imporre un suo candidato?

«Io sono convinto che si troverà un accordo».

Su un candidato leghista?


«Sì. Ma, prima ancora, sul terzo mandato».

Il direttivo regionale si aggiornerà già il prossimo 30 giugno: è un ultimatum a FdI?

«Assolutamente no. Semplicemente, per allora, contiamo di avere una prima bozza dei punti del programma elettorale, che abbiamo affidato a Tiziano Bembo, e abbiamo aperto le candidature. E poi, in generale, confidiamo di avere una situazione più definita. In ogni caso, lungo l’intera campagna elettorale il direttivo si ritroverà ogni 15 giorni».

Ci saranno defezioni illustri, tra i candidati?

«Non mi risulta».

E il terzo mandato per gli assessori è in cantiere?

«
So che c’è una discussione in corso in Consiglio regionale».

Si sente con Zaia?

«Spesso, come ho sempre fatto nel corso della mia segreteria regionale. Condividiamo scelte politiche e amministrative. Il rapporto è solido». —

 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova