Teatro, ecco la nuova stagione dello Stabile del Veneto
Presentato a Venezia il cartellone 2025 - 2026: ottanta spettacoli tra Padova, Venezia e Treviso e l’invito al pubblico a lasciarsi trasformare dalle mille storie sul palco

Il frutto del peccato plasmato dalle spire del serpente. Il morso della disubbidienza che segna la fine dell’innocenza, l’uscita dall’Eden e l’inizio della storia dell’uomo. La locandina della nuova stagione del Teatro Stabile del Veneto, affidata alla creatività del designer catalano Javier Jaén, è un ritorno alle origini della narrazione.
«Ogni storia ha un suo inizio» e quella del nuovo progetto artistico triennale comincia da un cartellone con ottanta spettacoli distribuiti tra Venezia, Padova e Treviso. «Una programmazione», sottolinea il direttore artistico Filippo Dini, «che pone al centro l’incontro tra autore ed interprete, sacerdote della sua parola».
Tredici produzioni
Lo Stabile del Veneto offre al pubblico un ventaglio di tredici produzioni tra nuove drammaturgie e testi classici, chiamati a dialogare con il presente.
Il viaggio inizia il 4 novembre al Teatro Verdi di Padova con “Il gabbiano” di Anton Čechov, affidato alla regia di Dini e all’interpretazione di Giuliana De Sio.
«Un racconto di campagna sul confronto generazionale», sottolinea il regista, «e sulla la soppressione della bellezza della gioventù».
Dalla Russia cechoviana si passa alla satira feroce e grottesca di Gogol’: Peppino Mazzotta dirige una nuova riscrittura di “Anime morte”, affresco tragicomico di un’umanità deformata che riflette con amarezza e ironia sulle maschere del potere e dell’inganno. Prosegue l’esplorazione dell’identità e delle sue menzogne Leonardo Lidi con “La gatta sul tetto che scotta” di Tennessee Williams: un presepe vivente, lo definisce lui, in cui ogni personaggio è travestito da ciò che non vorrebbe essere.
Dopo Arkadina di Čechov e Meggie di Williams, va in scena Mirandolina, protagonista di una “Locandiera” inquieta e contemporanea firmata dalla drammaturga irlandese Marina Carr. Lo spettacolo, diretto dalla pluripremiata Caitríona McLaughlin, debutta il 5 febbraio al Teatro Del Monaco di Treviso. Elena Russo Arman ripercorre la biografia della regina vergine ne “I corpi di Elizabeth” di Ella Hickson e Julia May Jonas porta sul palco Paola Minaccioni ne “Le stravaganti dis-avventure di Kim Sparrow”.
Il sipario del Teatro Goldoni si apre il 5 novembre con storie di vita biologica e sociale dal “Bestiario idrico” di Marco Paolini e Giulio Boccaletti. Nei titoli ospitati si torna ai classici tra “Sior Todero Brontolon” di Carlo Goldoni con Franco Branciaroli, “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello con Silvio Orlando, le commedie familiari di Eduardo De Filippo “Sabato, domenica e lunedì” e “Non ti pago!” con Salvo Ficarra e Carolina Rosi e gli Stati Uniti di Eugene O’Neill in “Lungo viaggio verso la notte” e “Il lutto si addice ad Elettra”.
E poi spazio agli autori del presente con “Vicini di casa” di Cesc Gay, “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, “November” di David Mamet, “Mein Kampf” di Stefano Massini, “La reginetta di Leenane” di Martin McDonagh con Ambra Angiolini e Ivana Monti, “People, Places & Things” di Duncan McMillan con Anna Ferzetti diretta da Pier Francesco Favino e “Come gli uccelli” di Wajdi Mouawad.
A dare corpo, anima e voce alle opere saranno alcuni tra i più amati interpreti del panorama nazionale ed internazionale: Luca Marinelli ne “La cosmicomica vita di Q”, Luca Bizzarri e Francesco Montanari ne “Il medico dei maiali”, Luca Barbareschi in “November”, Umberto Orsini ne “I ragazzi irresistibili” e Paolo Fresu in “Kind of Miles”.
I Fuoriserie
I Fuoriserie portano al Goldoni occasioni per “Pensare a teatro” con Pietrangelo Buttafuoco, Massimo Cacciari, Umberto Curi ed Edoardo Prati. A Padova, le “Prove d’attore” chiamano sul palco Fabrizio Gifuni, Margherita Mannino, Lorenzo Maragoni, Francesco Piccolo, Pif, Toni Servillo e Melissa Vettore.
A Treviso, torna il teatro classico con Festival Mythos, la danza con “Sogno di una notte di mezza estate”, “la Duse”, e l’hip hop della Pockemon Crew, la musica sulle note della Big Vocal Orchestra.
Il presidente Beltotto
«Lo Stabile del Veneto è una casa che continua ad accogliere incessantemente svariate realtà del territorio», sottolinea il presidente Giampiero Beltotto, «è riuscito a trasformare la nostra regione nella capitale dell’arte drammaturgica diffusa». La «piena salute» del teatro trova conferma nei dati registrati nell’ultimo triennio: dal 2022 le alzate di sipario sono cresciute del 21%. Le 659 giornate di spettacolo del 2024, dentro e fuori regione, hanno registrato oltre 175 mila presenze e 2,6 milioni di euro di incasso tra biglietti e abbonamenti, un record dell’ultimo decennio. Sul fronte occupazionale, il numero di artisti e tecnici scritturati è aumentato del 19% e del 38% quello dei contratti di scrittura, in media due ogni giorno. —
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