Elezioni regionali, oggi atteso l’annuncio di Stefani. Liga veneta, si apre la successione
Dopo l’ufficializzazione della candidatura, il segretario si dimetterà dall’incarico. Il primo passaggio sarà il commissariamento

L’ora X dovrebbe scattare oggi, giovedì 2 ottobre. Quando – sciolte le riserve ormai da tempo – i quattro leader del centrodestra finalmente faranno sapere agli elettori veneti che sarà il leghista Alberto Stefani il nome della coalizione, per la successione a Luca Zaia.
L’annuncio «entro questa settimana: l’obiettivo è questo» prometteva ieri il segretario Salvini. Niente tavolo tra i leader, ma soltanto un comunicato da diramare. Questo si raccontava ieri nei corridoi della politica. A conclusione dell’ennesima giornata dalle attese tradite e alla vigilia di una nuova tornata elettorale: per premiare, o bocciare, l’amministrazione di Roberto Occhiuto in Calabria.
Veneto e Campania
Chiusa la partita veneta, si stringe pure sulla Campania, dove ha preso definitivamente quota l’ipotesi di Edmondo Cirielli, il viceministro degli Esteri, tesserato con FdI. Ma, guardando a Veneto e Campania, quello tra i due partiti è un “uno a uno” bugiardo, che quasi certamente verrà smentito dall’esito delle due votazioni.
E allora in Veneto, con un futuro praticamente scritto, è già tempo di aprire una nuova partita. Partita fino a questo momento rimasta sottotraccia, nell’attesa dell’ufficializzazione del candidato. È la corsa alla successione al vertice della segreteria regionale della Lega, visto l’imminente abbandono – così vuole la prassi – da parte del segretario veneto Alberto Stefani, a designazione da parte del tavolo.
La vice segreteria federale
Altra storia, quella della vice segreteria federale: carica di prestigio all’interno del partito, accompagnata da formalità che superano di gran lunga i doveri concreti. E per questo, allora, è possibile che Stefani deciderà di mantenere l’incarico.
Mentre è differente la questione per il ruolo regionale, per la quale esiste una vera e propria incompatibilità tra incarichi, anticipata – quantomeno a livello di opportunità – già alla fase della campagna elettorale.
Per individuare il suo successore, bisognerà passare dalla formalità del congresso regionale: l’evento che ha terremotato la storia più recente del Carroccio, qui in Veneto. Certo, dopo gli strappi di un anno fa e le successive fuoriuscite, adesso il partito sembra essersi stabilizzato. Con le correnti almeno apparentemente tornate nel flusso principale e le voci dissonanti sempre meno squillanti.
Ma i congressi, si sa, non sono mai valichi indolori e di pura formalità. Anche perché pure il prossimo passerà giocoforza da un commissariamento. E, pur nell’apparente solidità granitica della storia contemporanea del partito, i movimenti interni ci sono, esistono. Lo dimostra la divergenza di vedute, tra i militanti, a proposito dell’ipotesi di corsa in solitaria del candidato del partito.
Verso un nuovo congresso
E così, tra qualche mese, il nuovo congresso potrebbe nuovamente vedere lo scontro tra le due anime del movimento. L’ala salviniana, che fa capo ai due attuali vice Paolo Borchia e Riccardo Barbisan; e l’ala zaiana, guidata da Dimitri Coin: il segretario della Lega di Marca, che, si dice, al posto di Stefani terrebbe parecchio.
Dentro la Lega, si parla parecchio. Ma, in realtà, di concreto c’è poco; a partire dai nomi, che dovranno senz’altro ottenere il beneplacito del segretario Salvini, come del resto fu per Stefani stesso: prima commissario e poi candidato alla segreteria regionale.
In ogni caso, se ne parlerà tra qualche mese: quello che porta al congresso è un iter lungo e complesso. E, al momento, le priorità del Carroccio veneto sembrano ben altre. In ogni caso, ecco servita la risposta a chi si chiedeva se la politica in Regione avrebbe tirato il fiato dopo le elezioni di novembre: non è ancora il momento, e chissà se mai lo sarà. —
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