Elezioni regionali, Salvini: «Confido in Zaia capolista». Ma l’incontro è rimandato
I due si vedranno oggi dopo il saluto mancato ieri. «Ci siamo sentiti per messaggio».Il vicepremier: «Spero che il nome del candidato presidente arrivi il prima possibile»

La solitudine dei numeri primi. Di Matteo Salvini, che approda mercoledì 3 settembre alla darsena dell’hotel Excelsior del Lido di Venezia scortato solo dai suoi uomini della sicurezza, cappellino NYPD calato sulla fronte, zaino in spalla e abito di Brunello Cucinelli agganciato alla mano destra.
E di Luca Zaia, che studia i tempi – mormorano i maligni – e lascia l’isola mezzo giro d’orologio prima dell’arrivo del suo leader federale. Partendo da Santa Maria Elisabetta, peraltro, scongiurando qualsiasi incontro.
Ma non riuscendo a sfuggire alla presa del segretario, che, davanti ai giornalisti, lo tira in ballo: «Zaia capolista della Lega alle Regionali? Spero proprio di sì. Sarebbe un valore aggiunto per la Lega e per tutto il Veneto». Magari – ed è la teoria che rimbalza con sempre più insistenza – con il suo nome inserito nel simbolo della Lega. Mediazione, di fronte a una lista Zaia che non sembra riuscire a imporsi, nell’abbraccio del centrodestra.
Il vertice rimandato
In ogni caso, dopo lo scambio – formale – di messaggi avvenuto ieri, 3 settembre, i due dovrebbero incontrarsi già oggi, forse al Lido o forse in città storica. Bocche cucite, a proposito: «Se vedrò Zaia in questi giorni? È possibile, ma tanto non ve lo dico» scherzava ieri il vicepremier, assediato dalle domande dei cronisti. Rassegnato all’idea di dover discutere di politica regionale, in un luogo che, con Zaia presente, non sembra saper parlare d’altro. «Oggi rispondo solo a domande sulle Olimpiadi» era stata la sua prima promessa, appena arrivato all’Excelsior. Inevitabilmente disattesa.
L’occasione, la presentazione del docufilm Kristian Ghedina: storie di sci – 70 anni di Olimpiadi italiane, da Cortina 1956 a Milano-Cortina 2026, nello spazio dell’albergo riservato alla Regione. Appuntamento alle 16, arrivo di Salvini alle 15. 30 e partenza di Zaia alle 15, diretto a palazzo Balbi, per alcuni appuntamenti istituzionali. Zaia che, fino a poco prima, si trovava nello stesso luogo, per un altro appuntamento legato ai Giochi e ancora con Ghedina presente: la presentazione delle torce olimpiche. «Ma ci sarà più di un’occasione per vedere Salvini» le sue sole parole rilasciate a margine, a proposito del fantomatico incontro. Poi la corsa a pranzo e, infine, nella sede della giunta regionale.
Proprio mentre, pochi chilometri più in là, Salvini atterrava all’aeroporto di Venezia, questa volta per un appuntamento istituzionale, e non solo per accompagnare la fidanzata produttrice Francesca Verdini, come era accaduto tre anni fa.
Ma niente film per lui, in questo Festival, «Purtroppo non riuscirò a vederne nemmeno uno». Giusto un accenno alla politica, che s’intreccia al cinema: «Ho letto che Gerard Butler non era gradito qui. Ma è brutto fare le liste di proscrizione, e non penso che Butler abbia sulla coscienza i conflitti che ci sono nel mondo».
L’agenda di Salvini
Nient’altro. Solo l’appuntamento di ieri, l’incontro di oggi con Zaia. Poi, domani, un passaggio in Friuli, con ritorno in serata al Lido. E sabato la partenza definitiva, con deviazione a Oppeano, nel Veronese, per la festa della Lega, a cui parteciperà anche Vannacci.
E quindi tanta politica. Che di questi tempi, per il Carroccio, significa soltanto elezioni regionali, pur nell’incertezza del nome del candidato e della data del voto: un limbo destinato a rimanere tale.
«Il vertice del centrodestra? L’ho letto sui giornali, ma questa settimana non era mai stato messo in agenda. Però, penso e spero che ci sarà la prossima» ha detto il segretario del Carroccio, parlando poi di quello che dovrebbe essere il contenuto dell’incontro: «Spero che il nome del candidato arrivi il prima possibile». E «le liste sono pronte», l’aggiunta, riferita in realtà soltanto ai nomi di quanti si sono detti disponibili a correre per il Ferro-Fini. Una richiesta di autocandidatura, con tanto di data di scadenza, alla quale però Zaia è stato comprensibilmente esentato. Non lo è, dal colloquio con il segretario. E, pensando all’incontro di oggi, c’è chi si aggrappa alla magia del cinema, sperando nel miracolo. —
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