Regionali, Schlein lancia la sfida del Pd. Nel centrodestra mercoledì nuovo summit
Verso le elezioni in autunno, weekend di appuntamenti fra Venezia, Padova e Treviso. Ma manca ancora il candidato per FdI, Lega e FI

In questa situazione surreale, con le elezioni all’orizzonte e il solo centrosinistra che ha ufficializzato il suo candidato, la politica veneta viaggia a scartamento ridotto verso le ormai prossime regionali.
Nel centrodestra stanno lì con occhi e orecchie rivolti verso Roma, dove probabilmente mercoledì ci sarà la seconda cena-vertice tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi. Ma fino ad allora non si può stare fermi, anche perché sull’altra sponda stanno iniziando a darsi da fare.
Sabato 26 luglio Giovanni Manildo inizierà ufficialmente la sua campagna elettorale da Treviso, mentre venerdì 25 Elly Schlein sarà alla festa de l’Unità di Marcon.
Allora i leader veneti dei partiti del centrodestra provano un po’ a navigare a vista, anche se ancora non c’è un’investitura ufficiale.
Questo fine settimana a Padova, allo stadio Euganeo, c’è “Italy Agrishow”, il raduno dei trattoristi promosso da Farmers Friends, associazione guidata dall’influencer veronese Davide Gomiero. Trattori e musica anni ’90. Sabato mattina, 26 luglio, è atteso l’europarlamentare di Forza Italia, Flavio Tosi. Il giorno successivo, invece, saranno il deputato leghista Alberto Stefani e il senatore di FdI Luca De Carlo a presenziare. Tutti rigorosamente in attesa di una fumata bianca romana.
Il risiko del centrodestra
Nel risiko delle regioni al voto in autunno, il Veneto e la Campania sono le partite più complesse. Dopo 15 anni di amministrazione di Luca Zaia, la Regione sembra avviarsi verso un cambio di governance. La Lega, che già non brilla a livello nazionale, zoppica anche sotto la bandiera di San Marco.
Il partito di Matteo Salvini è trainato dalle personalità che in questi anni l’hanno rappresentato, come per esempio lo stesso Zaia. Vola invece FdI: sia alle politiche che alle europee ha portato a casa il risultato più alto d’Italia. E c’è anche Forza Italia, che sotto la guida di Flavio Tosi sta rinascendo dopo gli anni bui seguiti allo scandalo Mose con Giancarlo Galan.
I possibili candidati
In questa situazione complessa i leader del centrodestra devono trovare una soluzione che tenga insieme tutto: coalizione al governo, soddisfazione nei territori e legittime aspettative della base. Non sarà facile, con la Lega che minaccia la scissione e i Fratelli che, legittimamente, sentono che è arrivato il loro momento. Salvini porterà al tavolo il nome dell’enfant prodige Alberto Stefani, Giorgia Meloni sembra orientata a indicare Raffaele Speranzon mentre Antonio Tajani ha già scelto Flavio Tosi.
Ci sono poi una serie di nomi che non sono proprio nomination dirette ma che potrebbero salire nelle quotazioni se la trattativa si dovesse incagliare. C’è sempre il sindaco di Treviso Mario Conte, leghista doc cresciuto nel cortile di Giancarlo Gentilini, poco salviniano ma molto conosciuto anche per l’incarico di responsabile regionale di Anci. E poi, anche se lui smentisce con decisione, aleggia sempre il nome di Matteo Zoppas, nel caso in cui si dovesse decidere per un candidato civico che non scontenti nessuno.
Qui centrosinistra
L’unico che al momento può dire di giocare a porta vuota è Giovanni Manildo, il candidato del centrosinistra veneto, anche lui ex sindaco di Treviso: sabato 26 luglio alle 10 c’è il primo appuntamento elettorale, nella sua città, nel parco degli Alberi Parlanti.
Potrebbe addirittura godere del vantaggio di non avere un rivale per tutta l’estate. Ma in una regione antropologicamente di centrodestra come il Veneto è comunque un cammino in salita.
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