Espropri: pagati solo 50 milioni su 334

Mancati indennizzi e ritardo dei pagamenti alle imprese di subappalto: Sis contestata nelle audizioni in Consiglio regionale
Di Filippo Tosatto

VENEZIA. Gli indennizzi pattuiti con gli espropriati del tracciato Pedemontana Veneta ammontano a 334 milioni di euro, ad oggi il Consorzio Sis ne ha versati 54, per altri 60 è stata avviata «la procedura di liquidazione», dei restanti 220 non si ha notizia salvo confidare che il Gruppo piemontese utilizzi i 300 milioni di contributo in arrivo dalla Regione per saldare finalmente i creditori. Dopo mesi scanditi da balletti di cifre e ipotesi fantasiose, a calare le carte in tavola è Elisa De Berti, intervenuta alla seduta congiunta delle commissioni chiamate al voto preliminare sulla manovra finanziaria annunciata dal governatore Luca Zaia; «Gli atti di esproprio sono stati 3042 per complessivi 720 ettari e ad oggi gli accordi risarcitori sottoscritti sono 1739», scandisce l’assessore alle infrastrutture «e ad oggi gli accordi risarcitori sottoscritti sono 1739. Il contratto originario tra Regione e Sis non comportava sanzioni al privato in caso di ritardi nell’indennizzo, la nuova convenzione che proponiamo, viceversa, li prevede, includendo anche severe penali sul mancato rispetto del cronoprogramma e obbligo di closing finanziario entro 80 giorni dalla firma del contratto».

Numeri eloquenti, echeggiati più volte nella giornata di audizioni del ventaglio dei “portatori d’interesse” convocati dal presidente Marino Finozzi in vista del dibattito in aula. I sindaci trevigiani e vicentini, anzitutto; pressoché unanimi (fa eccezione Bassano) nel sollecitare la conclusione dei lavori: «È un’opera strategica, se resterà incompiuta diventerà un “buco nero”, se la completeremo si rileverà un asset fondamentale di crescita» (Stefano Marcon di Castelfranco); «Tra due mali conviene scegliere il minore, non possiamo lasciare una ferita aperta sul territorio, chi stima 8 mila veicoli al giorno mi fa ridere, ce ne sono di più in una strada interpoderale del mio comune e non capisco perché il Governo neghi un commissario straordinario al Veneto ma lo conceda al Friuli» (Marzio Favero di Montebelluna); «È il grande raccordo anulare del Veneto centrale ma altrettanto importanti sono le opere d’accesso, altrimenti il traffico pesante continuerà a gravare sulla nostra viabilità» (Marco Serena di Villorba); «Questa partita va chiusa al più presto ma è ingiusto negare l’esenzione dal pedaggio ai residenti, prima si ipotizzava di limitarlo ai primi 20 km, poi agli ai giovani e agli over 65, adesso più nulla» (Marica Dalla Valle di Marostica). Un nodo, quello delle esenzioni, che resta irrisolto, scalfito appena dal ribasso tariffario per i veicoli leggeri (23%) e pesanti (16%) che si tradurrà comunque in una media di 15 euro per la percorrenza dei 94,57 km che separano Spresiano da Montecchio Maggiore.

Convinto il sostegno delle categorie imprenditoriali, che pure si riservano una “nota di dettaglio” vista la complessità del dossier e gli stretti tempi a disposizione. Enrico Ramazzina (Ance), Nicola De Gasperi (Confindustria), Mario Borin (Cna), Francesco Giacomin (Confartigianato) e Francesco Meneghetti (Confagricoltura) raccomandano «trasparenza» nella gestione delle risorse, lamentando i ritardi nei pagamenti alle imprese di subappalto che, in qualche caso, rischiano il tracollo. E l’addizionale Irpef? «Non è una tassa sui ricchi ma sugli onesti, perché i titolari di redditi superiori ai 28 mila euro sono ben più di quelli censiti dal fisco», afferma Ugo Campagnaro (Confcooperative) «tuttavia, se le risorse eccedenti la rata di mutuo per la Pedemontana saranno destinate alla spesa sociale, io dico sì a questa manovra». «Fate presto e garantite i compensi alle 800 aziende agricole espropriate», fa eco Manuel Benincà di Coldiretti.

Diverso l’atteggiamento sindacale. «Diamo parere favorevole a condizione che parte dell’addizionale sull’Irpef finanzi in via prioritaria i servizi socio-assistenziali e la salvaguardia dell’ambiente», è la posizione cislina espressa da Anna Orsini. «Progetto insostenibile fin dall’inizio, ora le criticità finanziarie vengono attenuate ma non superate», sostiene la Cgil per voce di Paolo Righetti «sì all’attività dei cantieri ma se Irpef dev’essere, almeno sostenga i ceti sociali più deboli». «In questa fase aumentare le tasse è sbagliato e illogico, non possiamo reclamare l’autonomia e poi imitare le stangate fiscali di Roma», è la conclusione di Bruno Zacchei della Uil.

E i gruppi politici? Oggi si ritroveranno in commissione per esaminare la manovra. La maggioranza leghista è incline a non forzare i tempi, evitando strappi regolamentari rischiosi: l’approdo in aula, ipotizzato nella prossima settimana, sembra perciò destinato a slittare.

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