Jesolo, si tuffa di testa e sbatte sul fondale: diciassettenne rischia la paralisi

Il ragazzo, originario di Motta di Livenza, si trovava al mare con gli amici. E’ stato trasportato d’urgenza all’ospedale dell’Angelo di Mestre

Giovanni Cagnassi
I soccorsi al diciassettenne dopo il tuffo a Jesolo (foto Bortoluzzi)
I soccorsi al diciassettenne dopo il tuffo a Jesolo (foto Bortoluzzi)

Tuffo dal pontile davanti a piazza Mazzini, 17enne trevigiano rischia la paralisi. L’episodio è capitato intorno alle 19. 30 di sabato 31 maggio, quando un giovane residente a Motta di Livenza, di origine senegalese, ha spiccato un tuffo fatale dalla sommità del pontile davanti alla Capannina Beach. L’acqua troppo bassa e il mancato rispetto dei divieti di tuffarsi sono stati fatali per il 17enne. Il giovane ha battuto la testa sulla sabbia compatta sott’acqua e si è insaccato riportando una sospetta lesione vertebrale. Riaffiorato a galla ha lamentato subito di non avvertire alcuna sensibilità agli arti inferiori. Gli amici che si trovavano con lui hanno chiesto subito aiuto. Trascinato a riva non era più in grado di muoversi.

Hanno allora allertato immediatamente i soccorsi. Sul posto è arrivata l’autoambulanza dell’ospedale di Jesolo e poco dopo l’elisoccorso del Suem 118. In spiaggia anche i militari della guardia costiera di Jesolo, coordinati dalla comandante, tenente di vascello Valeria Gargano. m sempre in costante contatto con i suoi uomini in spiaggia. Hanno effettuato i primi accertamenti e ascoltato le testimonianze degli amici giunti in spiaggia con il 17enne per trascorrere assieme la giornata al lido. Il ragazzo è stato infine elitrasportato all’ospedale di Mestre, reparto di neurochirurgia, ricoverato in prognosi riservata e sottoposto a un intervento d’urgenza nella notte. Rischia la paralisi agli arti inferiori.

Purtroppo si tratta dell’ennesimo tragico episodio nella storia balneare di Jesolo. Il primo della stagione estiva 2025 ormai alle porte. Purtroppo sono sempre più spesso turisti e pendolari stranieri coinvolti e non curanti dei cartelli di divieto di tuffo dai pontili in legno che si allungano su tutto il litorale. Quasi sempre sono giovani che hanno poca dimestichezza con il mare e non conoscono le conseguenze di queste bravate. Di recente, il consigliere comunale di Jesolo, Daniele Bison, è intervenuto segnalando I primi tuffi spericolati dai pontili già nei giorni di grande affluenza dei ponti primaverili.

«Non possiamo vietare di salire sui pontili», riflette il consigliere, «perché sono una tradizione del lido di Jesolo. Ma dobbiamo arrivare al sensibilizzare questi giovani insperati e spericolati. Penso a immagini forti, come la Regione aveva fatto per gli incidenti automobilistici. Penso ad esempio a foto di pazienti tetraplegici affisse alla sommità dei pontile per fare paura a questi giovani. Devono sapere i rischi che corrono per un bravata o per non aver prestato attenzione a un cartello di divieto di tuffarsi. Devono sapere a cosa vanno incontro».

Una campagna comunicativa, quindi, che punterebbe a sensibilizzare le giovani generazioni sui rischi che si corrono anche in momenti spensierati, come può essere una giornata al mare con gli amici. I continui episodi lasciano infatti intendere che la mancata consapevolezza delle condizioni del mare, e del suo basso fondale, unite spesso e volentieri ad un eccesso di leggerezza, sono tra le cause che, puntualmente ogni estate, portano ad episodi come quello capitato ieri al diciassettenne originario della provincia di Treviso.

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