Esteso a Castelfranco e Schiavonia il riconoscimento di Irccs allo Iov

Il Ministero promuove anche le nuove sedi distaccate: attività e risultati in continua crescita
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ESTERNI IOV
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padova

È una conferma che vale una promozione quella che il Ministero della Salute ha riconosciuto all’Istituto oncologico veneto: lo scorso aprile lo Iov ha visto non solo confermata ma anche estesa la qualifica di Irccs - ovvero Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico - che abbraccia insieme alla sede storica di via Gattamelata a Padova anche la sede di Schiavonia e quella di Castelfranco Veneto. Una crescita, quella dello Iov, non solo di spazi e di numeri, quindi, ma anche di qualità.

il valore del riconoscimento

«Lo Iov è Irccs fin dalla sua istituzione nel 2005» rileva il direttore generale Giorgio Roberti, «e dato che il riconoscimento viene dato ogni due anni, nell’aprile del 2019 abbiamo chiesto conferma al Ministero, con l’estensione del riconoscimento alle due nuove sedi operative, attive dal 2018. Il riconoscimento» sottolinea il direttore, «segue a una fase di verifica molto complessa che tocca diversi aspetti, quali l’efficienza dell’organizzazione, le strutture e le attrezzature, quindi il livello tecnologico, le attività di cura, poi l’aspetto scientifico, con la ricerca a livello nazionale e internazionale. È proprio la ricerca scientifica integrata all’assistenza la caratteristica fondamentale dello Iov» precisa Roberti, «che differenzia l’Istituto dalle aziende del Sistema sanitario regionale». Quello ottenuto dallo Iov è un risultato conquistato sul campo: «Il bilancio dell’attività assistenziale e di ricerca ci ha permesso di arrivare a questo traguardo» conferma il manager, «frutto dell’impegno e della professionalità degli operatori dell’Istituto ma anche dell’investimento in termini di programmazione e di risorse da parte della Regione Veneto».

i numeri del successo

Nel triennio 2017-2019 i volumi di attività dello Iov hanno registrato un notevole incremento. Le prestazioni chemioterapiche sono aumentate del 26%, passando da 30.866 a 38.742. Ma è nell’attività chirurgica che lo Iov ha registrato un vero e proprio exploit: l’incremento di attività in sala operatoria è stato addirittura dell’86% - da 2.531 a 4.725 interventi - grazie al mantenimento dei volumi nella sede padovana e dall’avvio delle attività chirurgiche nella sede di Castelfranco. Segno più anche per le visite ambulatoriali passate da poco più di 86 mila a oltre 115 mila. Più contenuto l’aumento dei trattamenti radioterapici, passati da 43.686 a 43.848, ma con un elemento di novità importante: nel 2019, infatti, tutte le radioterapie sono state effettuate in strutture proprie dello Iov, mentre negli anni precedenti fino a 15 mila trattamenti erano stati effettuati in strutture convenzionate. Il risultato è frutto degli investimenti per ampliare il parco tecnologico, in particolare nella sede di Schiavonia.

la ricerca

Sono cinque gli ambiti di ricerca che impegnano lo Iov: a quella clinica, traslazionale e terapie innovative dedica il 52% dei fondi, il 17% alla Genomica oncologica e Big Data, il 15% a nuovi modelli organizzativi e Pdta, il 10% all’Oncologia sperimentale e il 6% all’Immunologia dei tumori. Le pubblicazioni son passate da 234 nel 2016 a 280 nel 2019. —

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