Facevano fallire aziende e poi le svuotavano

PADOVA. Facevano fallire società decotte, le svuotavano di tutti i beni e, con quelli, avviavano nuove aziende lasciando a secco i creditori delle “bad company”. Questo il meccanismo che Procura e Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Padova contestano al fiscalista nonché ex sindaco forzista di Tombolo Angelo Berno, 51 anni, e al manager e faccendiere Giuseppe La Rocca, 50 anni, anch’egli domiciliato a Tombolo. Per entrambi sono scattati ieri gli arresti domiciliari per il reato di bancarotta fraudolenta in concorso; altre sette persone fra amministratori societari e prestanome residenti nell’Alta Padovana, sono finite sotto inchiesta. Un giro d’affari da oltre 1 milione di euro nel periodo 2010-2012: chi si arricchiva lo faceva approfittando della crisi economica .
La “holding della bancarotta” trova il suo fondamento nel particolare periodo di crisi economica, caratterizzato dal dilagare di fallimenti in tutto il Padovano. E, proprio nella diffusione di tali difficoltà, c’è chi ha annusato la possibilità di un business. La società ha debiti e sta per chiudere lasciando una lunga scia di creditori? Ebbene, la sua cessazione può diventare per l’imprenditore in crisi un investimento. Come? Intestando l’azienda decotta a un prestanome, facendola fallire, cancellando i libri contabili, svuotandola dell’attivo e usando i beni in questione per avviare una società nuova di zecca, ripulita di tutto il passivo e anche di possibili conseguenze penali legate al fallimento. In capo alla vecchia società restano i debiti e i relativi creditori, i quali si trovano così privati di qualsiasi bene e soggetto su cui far valere le loro legittime richieste. Tre le aziende che sarebbero state coinvolte: la Gen.Cos.Engineering di Cadoneghe, via Meucci 11; la Edilrestauri di Tombolo, via San Francesco 15; la Adi srl, che da San Martino di Lupari ha poi spostato la sede a Tombolo. Una sessantina, secondo gli investigatori, i creditori rimasti a mani vuote. Dietro questo sofisticato meccanismo, ci sarebbero - ritengono gli inquirenti - due persone: il fiscalista Angelo Berno e l’ex manager Giuseppe La Rocca. Secondo gli Procura e Finanza, grazie al lavoro svolto e alle conoscenze maturate, i due - con ruoli diversi - reperivano per società decotte le persone cui far fare gli amministratori prestanome.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova