False fatture nella moda Frode milionaria a Rovigo

La Guardia di finanza ha scoperto un giro di evasione da 30 milioni di euro Nel mirino un’azienda tessile di Lusia, 9 indagati e sequestri per 9,5 milioni
Di Nicola Cesaro

ROVIGO. Un prodotto di qualità interamente “made in Italy”, prezzi estremamente vantaggiosi, lavoratori con i contributi in regola e ben pagati. Un’azienda perfetta, non fosse per quei svariati milioni di euro di imposte sottratte all’erario in circa quattro anni. È quanto fatto venire a galla dalla Guardia di Finanza di Rovigo, che attraverso l’operazione “Aracne” ha smascherato i traffici illeciti di un’azienda tessile di Lusia in provincia di Rovigo, Comune di appena 3.600 abitanti a cavallo tra Polesine e Bassa padovana.

Il sistema di evasione era piuttosto semplice: l’azienda rodigina, la Sartoria Veneta srl, era di fatto quella che si aggiudicava i lavori di confezionamento dalle case di moda. Nomi importanti, come Monclair, Manila Grace e Twin Set. Sartoria Veneta a questo punto si affidava a società costituite ad hoc, dette anche “contenitore”, per cedere a sua volta i lavori di manifattura tessile. Nel giro di pochi anni, in effetti, le società contenitore sono cambiate da Davide srl, ad Agromig, a 55 srl, ad Iceberg a Penelope.

Tutte amministrate da prestanome che ricevevano da società “cartiere” nazionali ed estere fatture per operazioni inesistenti, emettendo nei confronti delle stesse fatture non imponibili ai fini dell’Iva. Con l’Iva recuperata a credito dallo Stato, compensavano i costi di produzione e assicuravano i contributi a tutti e 50 i lavoratori (Tfr compresi), rimanendo in questo modo competitivi nei prezzi.

Ieri mattina oltre quaranta uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Rovigo, della tenenza di Adria e dei reparti di province limitrofe, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno eseguito sequestri di mobili e beni immobili, capannoni, private abitazioni e villette, depositi bancari e titoli per un valore totale di 9,5 milioni di euro.

L’operazione è stata coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Monica Bombana. I soggetti indagati sono in tutto nove, per la maggior parte originari della provincia rodigina e con precedenti frodi alle spalle. Ventuno, invece, sono le società coinvolte nel giro di false fatturazioni per un imponibile di 30 milioni di euro e imposte evase dal 2009 al 2013: le quindici aziende che emettevano false fatture grazie alle quali recuperare l’Iva erano ubicate a Ferrara, a Caserta, a Udine e a Padova, mentre sei sono risultate essere all’estero, tra Romania e Slovacchia.

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