Fanpage: rifiuti seppelliti nei capannoni dismessi

VENEZIA. Perché trattare e smaltire i rifiuti quando si possono avvolgere nel cellophane e seppellire nei tanti capannoni dismessi del Nord Italia? È quanto racconta la quinta puntata di “Bloody Money”, l’inchiesta di Fanpage sui rifiuti realizzata con l’ex camorrista Nunzio Perrella, intitolata “I capannoni dei veleni”.
Dopo l’episodio di Marghera, in cui era emerso il ruolo centrale della faccendiera Grazia Canuto per far arrivare a Porto Marghera i soldi della Camorra, la nuova puntata prende la strada di Verona. E a farla imboccare a Perrella è Alex, lo stesso trafficante che lo aveva fatto arrivare alla Canuto. Questa volta è il “ragioniere” a fare da faccendiere. «Facciamo salvataggi in extremis», racconta, «mettiamo su gente fresca che non ha mai avuto problemi con i rifiuti». L’affare è piuttosto semplice. Alle porte di Verona c’è un’azienda per il trattamento dei rifiuti, è in crisi, fidi da chiudere e poco fatturato. Verona, 7 dicembre: primo sopralluogo nell’azienda, 2 mila metri quadrati. Tra i rifiuti ci sono anche vecchie schede elettorali. «Abbiamo un contratto con la prefettura di Verona», racconta Maurizio, il nuovo amministratore, un uomo del ragioniere. È lui che spiega come hanno fatto a rilevare l’azienda in crisi. «C’è stato un momento in cui voleva sapere qui cosa si faceva», racconta Maurizio, che poi spiega di avergli risposto: «Tu hai cercato di lavorare regolare, in due anni hai fatto 300 mila euro di fatturato e 400 mila di debiti. Se io vengo qua e penso di pagarti i debiti, secondo te non faccio qualche birichinata?». La ditta rilevata verrà usata, ricostruisce l’inchiesta di Fanpage, sarà usata per realizzare documenti falsi e movimentare i camion, impacchettare i rifiuti e poi seppellirli nei capannoni in disuso di tutto il Nord Italia, ad esempio a Pavia, con un deposito abusivo di plastica (che poi andrà a fuoco) o a Lumezzane, nel Bresciano. «In questo capannone ci facciamo quattro camion al giorno, ottanta bilici al mese si fanno tranquillamente», racconta un imprenditore che accetta di portarsi in casa i rifiuti. «Lo riempiamo tutti, siamo a casa nostra, nessuno ci romperà». Quando il business sta per partire qualcosa va storto perché Alex, il trafficante che ha fatto da mediatore tra il “camorrista” di Fanpage e il ragioniere, va arrivare a Verona rifiuti che scottano troppo, rifiuti nocivi arrivati dal Sud, con documenti falsi, e che puzzano come se nel capannone fosse entrato «un camion di morti». I soci hanno paura di finire in manette, perché il gioco si sta facendo troppo sporco, e chiedono l’aiuto di Nunzio per risolvere il problema. Anche il vero proprietario non ne vuole sapere: «Chi ha portato sta merda?».
«Io non voglio, a 67 anni, che mi vengano a prendere alle 7 del mattino e mi portino in galera», dice il vero proprietario. Il trafficante questa volta l’ha combinata grossa, e il ragioniere non vuole più lavorare con Alex, perché ha paura che possa compromettere tutta l’operazione. «Alessandro lo conosco dal 2004, ma non l’ho mai visto così», dice il ragioniere, «quello è pericoloso, ci manda in galera tutti. Non voglio più averci a che fare con lui».
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