Welfare sospeso alla Fenice, la Rsu denuncia ricatto: tensione tra lavoratori e Fondazione

Il Consiglio di Indirizzo del Teatro La Fenice sospende temporaneamente l’acconto del welfare 2025 per i lavoratori. La Rsu denuncia ritorsione e tensioni interne, mentre la Fondazione parla di prudenza finanziaria

Camilla Gargioni
La protesta dei lavoratori della Fenice
La protesta dei lavoratori della Fenice

 

Il muro contro muro diventa guerra di logoramento. L’acconto del welfare relativo all’anno 2025 dei lavoratori della Fenice è stato sospeso temporaneamente, decisione deliberata dal consiglio di indirizzo lo scorso 19 novembre.

La cifra (700 euro, per un totale complessivo con il saldo in primavera non superiore ai 1.200 euro) sarebbe dovuta arrivare intorno al 20 novembre, nei giorni della prima di La clemenza di Tito. Non vedendo arrivare la somma, i lavoratori hanno chiesto lumi alla Fondazione: non ricevendo risposta, hanno cercato conferme quantomeno informali. Ed è emerso che nel consiglio di indirizzo che ha confermato all’unanimità la fiducia al sovrintendente e direttore artistico Nicola Colabianchi e il sostegno a Beatrice Venezi, si è parlato anche di welfare. Per la rappresentanza sindacale unita del teatro di campo san Fantin questa mossa è un’arma di ricatto, per la Fondazione una questione di oculatezza di conti e prudenza.

« Welfare significa aiuto alle famiglie, per spese quotidiane, per spese mediche, per tasse scolastiche, per mezzi di trasporto, per tutte quelle voci di spesa che solo chi deve fare i conti a fine mese comprende veramente», scrive la Rsu, « Mentre la dirigenza, Presidente incluso (il sindaco Luigi Brugnaro, ndr), da un decennio compaiono sorridenti sui giornali accanto alla pubblicità del “Modello Fenice”, chi questo modello lo costruisce ogni giorno, oggi viene punito. Punito per aver espresso, in modo legittimo e democratico, un’opinione diversa dalla loro. Punito per un dissenso che non è personale, ma condiviso dal mondo del lavoro che rappresentiamo».

L’elefante nella stanza è la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale dall’ottobre 2026, che ha portato finora a un solo sciopero: il 17 ottobre, per l’ultima opera della scorsa stagione Wozzeck. «L’anno scorso abbiamo scioperato tre volte, è saltata anche la prima di stagione», ricorda Marco Trentin di Fials Cisal, «il welfare è stato comunque elargito». «Siamo pronti a convocare un’assemblea generale per discuterne con i lavoratori», aggiunge Francesca Poropat rappresentante Slc Cgil della Rsu.

Sul tavolo, guardando avanti nel calendario, l’incertezza è data dai prossimi appuntamenti: soprattutto, il concerto di Capodanno. La Fondazione dalla sua, rimarcando che ancora non era stata data risposta ufficiale alla Rsu, spiega che il Consiglio di Indirizzo ha deliberato la sospensione in via temporanea.

«La decisione sarà riesaminata nel prossimo Consiglio di Indirizzo di primavera 2026, in occasione dell’approvazione definitiva del bilancio 2025, quando il quadro economico-finanziario sarà completo e definitivo. La sospensione è dovuta alle attuali condizioni che non consentono – al momento – di disporre di previsioni affidabili per una valutazione prudente e responsabile. Per questo motivo si è ritenuto opportuno adottare un atteggiamento di cautela, congelando momentaneamente l’anticipazione fino alla approvazione definitiva del bilancio 2025».

Il welfare in questione è unilaterale, non firmato con le sigle sindacali e non previsto dalla contrattazione collettiva, immaginato per dare una compensazione visto il contratto nazionale che è rimasto bloccato per anni. «Non siamo arrabbiati: la rabbia non appartiene a chi può guardarsi allo specchio con serenità e onestà. Siamo però profondamente delusi dalla decisione del Cdi, presa peraltro a un mese dal Natale», aggiungono dalla Rsu, «ma vogliamo rassicurare tutti: i mezzi ritorsivi adottati non ci intimoriscono. Non riusciranno a zittirci, né a dividerci».

La Fondazione precisa anche che gli accordi integrativi «quali tredicesima, quattordicesima, premio di produzione verranno regolarmente corrisposti secondo gli accordi pattuiti». Un altro scontro sotto il cielo sempre più cupo del teatro di campo San Fantin. —

 

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