«Fermate la centrale è una vera minaccia al Ponte di Bassano»

BASSANO. Non conosce pace l’antico Ponte degli Alpini di Bassano, sul cui futuro incombono due minacce: i clamorosi ritardi del restauro affidato alla Vardanega di Possagno e il via libera alla centralina idroelettrica autorizzata dalla Regione a 80 metri dal capolavoro disegnato da Andrea Palladio. Due “grane” che il Comune ha tentato di scansare, che rischiano di compromettere un simbolo universale: a dire l’ultima parola sarà il Tribunale delle Acque chiamato ad esprimersi sui ricorsi contro la centralina presentati dal comune di Bassano e dai privati, appoggiati da Italia Nostra e dalla Soprintendenza ai Beni monumentali.
«Ieri a Roma c’è stata un’udienza tecnica, la sentenza arriverà a dicembre», spiega l’assessore Roberto Campagnolo, «noi ci siamo sempre opposti perché non si può installare un impianto idroelettrico a 80 metri dalle piazze, ci sono problemi oggettivi di impatto ambientale. Non penso che il Ponte degli Alpini sia a rischio crollo, ma il centro storico va tutelato perché è un monumento».
Una “grana” finita in parlamento due anni fa, appena il senatore Enrico Cappelletti del M5S, si è indignato per il clamoroso regalo della Regione Veneto a un privato che ha pensato di installare la centralina accanto a Palazzo Priuli del Quattrocento, per sfruttare la forza dell’acqua che dalla Valsugana scende a valle nel Brenta e attraversa Bassano.
«Nel 2015 avevamo chiesto al ministro Franceschini di salvaguardare uno degli scorci più affascinanti del nostro Paese, visitato da turisti di tutto il mondo. E avevamo chiesto all'allora ministro Guidi se non ritenesse opportuno rivedere il sistema degli incentivi destinati al “mini-idro” per scoraggiare le finalità meramente speculative. Ma i ministri del Pd se ne infischiano di Bassano e non rispondono alla nostra interrogazione da due anni: una vicenda analoga a Firenze avrebbe sollevato il finimondo» afferma il senatore Cappelletti. Che poi allarga l’analisi: «Se queste sono le premesse dell’autonomia amministrativa inseguita dal presidente Zaia meglio fare dietrofront. I leghisti vanno bloccati prima che combinino disastri, con lo slogan “paroni a casa nostra” c’è il rischio di coprire ogni scempio al patrimonio artistico. E' evidente che i cittadini di Bassano» continua il senatore pentastellato, «sono consapevoli che il loro territorio non è sicuramente tra le priorità del governatore Zaia e del suo partito, ma neanche del governo nazionale. Si è arrivati alla chiusura del tribunale di Bassano con la Lega Nord che ha votato all'unanimità la legge che ne ha determinato la chiusura ed il Pd che ha emanato il successivo deprecabile decreto sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari. La cosa incredibile è che Zaia ora appoggia i comitati che chiedono la riapertura del tribunale e non vorrei che l’anno prossimo, alla sfilata degli alpini a Bassano, il presidente appoggiasse la protesta contro la centralina che la sua Regione ha autorizzato. Mi auguro che il Tribunale delle Acque pubbliche blocchi immediatamente lo scempio e salvaguardi il ponte simbolo di Bassano», conclude Cappelletti.
A lanciare l’allarme è anche il professor Renato Vitaliani docente alla facoltà di Ingegneria: «Ca’ Priuli ha fondamenta poco profonde ed esistono motivi di rischio per il Ponte degli Alpini durante la realizzazione della centralina: se ci fosse un’alluvione il materiale del cantiere potrebbe compromettere la stabilità del ponte», scrive Vitaliani. Allarme ingiustificato? Chi conosce la storia secolare delle “brentane” a Bassano sa che non conviene scherzare con l’acqua.
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