Flor nuovo top manager della sanità veneta: ecco perchè è stato scelto

PADOVA. Luciano Flor è il nuovo segretario generale della sanità del Veneto: toccherà a lui vincere la sfida del Covid con la prova del fuoco del vaccino per sconfiggere la pandemia. Da oggi diventa per antonomasia il top manager più importante della regione, chiamato a gestire 9 dei 12 miliardi del bilancio della giunta di palazzo Balbi.
Prende il posto di Domenico Mantoan che dopo 10 anni si è dimesso per occupare la poltrona di segretario dell’Agenas, l’agenzia che d’intesa con il ministro Speranza controlla come le regioni spendono i 118 miliardi del budget nazionale.
Flor è stato scelto non per sintonia politica con il presidente Zaia ma per “gli ottimi risultati” che ha ottenuto ai vertici dell’Azienda universitaria di Padova. Due i traguardi tagliati: l’appalto della nuova pediatria che chiude un braccio di ferro che si trascina da trent’anni.
E il via libera al bando del nuovo Policlinico a Padova Est, un appalto da 600 milioni che diventa realtà dopo 15 anni di liti sulle aree su cui far sorgere la cittadella della sanità.
«Ringrazio Mantoan per il grande lavoro svolto in questo decennio, ma non potevamo rinviare ancora la scelta del suo successore anche perché se n’è andato anche il dottor Costa, vicesegretario generale. Due mesi fa ho lanciato un avviso pubblico non vincolante cui hanno risposto decine di professionisti di alta formazione aziendale, ma d’intesa con l’assessore Lanzarin si è deciso che fosse giusto affidarsi ancora a un manager di formazione medica: tra qualche ora Luciano Flor firmerà il contratto e posso anticipare che lo stipendio sarà di 172 mila euro l’anno anche se nel bando il tetto era stato elevato a 250 mila alla pari dei ministeri.
Lo abbiamo scelto per la sua consolidata esperienza nelle aziende universitarie di Verona e Padova e all’assessorato alla Programmazione. Il curriculum è di altissimo livello, e poi ha risolto il nodo del nuovo ospedale di Padova. Dovrà vincere la sfida del Covid», ha detto il presidente che poi ha spiegato il pacchetto di nomine.
Si parte dai direttori generali delle Usl che sono stati riconfermati nei loro incarichi fino a fine febbraio con la qualifica di “commissari” visto che i contratti scadono il 31 dicembre: le 13 poltrone (9 quelle territoriali, 2 le universitarie a Padova e Verona, lo Iov-Irccs e Azienda Zero) sono state prorogate per scongiurare cambi in corsa nella fase più delicata dalla pandemia.
«Ringrazio chi ha accettato di restare anche se ha maturato i requisiti per la pensione», ha spiegato Zaia: si tratta di Antonio Compostella, Adriano Rasi Caldogno, Domenico Scibetta e Bortolo Simoni che verranno sostituiti a marzo con il nuovo pacchetto di manager delle Usl. Per quanto riguarda Padova si va verso questa soluzione: il nuovo dg arriverà a giorni e sarà affiancato da un commissario ad acta per la gestione dell’appalto del nuovo ospedale.
«Penso che sia utile creare una nuova figura, come per la Pedemontana veneta, che non interferisca con la gestione della sanità: si tratta di due attività molto complesse e diverse», ha detto Zaia.
Nel mosaico di palazzo Balbi, Nicola Dell’Acqua lascia la direzione del dipartimento Ambiente per diventare presidente di Avisp, alias Veneto Agricoltura a Legnaro. Masulo, Pellegrini e Nuccio Romano sono confermati nei loro incarichi di dirigenti. —
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