Florovivaistico. Giraldo: "Garden center e serre aperti, ma chi ci va rischiando multe?"
Lo sfogo di un imprenditore di Campolongo Maggiore. «I fiori non sono servizi essenziali meglio restare chiusi e ottenere qualche incentivo»

Stand enogastronomici Coldiretti in Piazza Ferretto Mestre. Nella foto il presidente di Coldiretti Venezia Iacopo Giraldo
VENEZIA
«Io come uomo prima e imprenditore poi, ho chiuso l’azienda dall’11 marzo e le attività di manutenzione del verde dal 14 (questa su base volontaria) prima per tutelare i miei dipendenti, poi i miei clienti ed infine le nostre famiglie». Iacopo Giraldo, florovivaista di Campolongo, titolare della azienda “La Fiorita” esprime tutte le sue perplessità sul fatto che serre e garden center siano tra le aziende,con sigla Ateco, autorizzate a tenere aperto.
Il settore florovivaistico, spiega che ha la gran parte del fatturato nel periodo primaverile, circa il 65%.
«Lo scorso anno a causa di un maggio piovoso, ha visto perdite sul 30-40%. Quest’anno causa corona virus si assesterà sul 100% e non ci sarà modo di recuperare, sia perché passata la primavera i clienti non comprano più, sia perché la crisi economica colpirà per primo i beni voluttuari come piante e fiori».
L’inserimento tra le aziende strategiche, ammette, all’inizio pare una cosa positiva. ma poi l’imprenditore riflette. «Ma se ieri un pensionato è stato multato di ben 1073,00 (cosa certa) dalle forze dell’ordine perché uscito a comprare il cibo per il cane fuori comune per spendere meno, cosa succederà al nostro cliente che deve venire a comprare un fiore? È un bene necessario come il cibo per il cane? Sicuramente no e verrà multato. E allora mi chiedo: che senso a aprire i Garden e i vivai? Chi verrà da noi ad acquistare se già le aziende agricole che producono beni alimentari con vendita diretta hanno avuto un calo del 70%?».
La conclusione è ovvia: meglio non aprire e non perdere i pochi ammortizzatori per il settore. Cosa diversa invece sono le manutenzioni del verde pubblico. —
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