Focolaio alla Rsa “I tigli” fra gli anziani già vaccinati

MEOLO

Contagiati dopo il vaccino. Succede nella casa di riposo I tigli di Meolo, nel Veneziano, dove è divampato un focolaio che ha coinvolto 13 anziani ospiti, di cui due con qualche linea di febbre, e tre operatori. A tutti – in totale, erano 159 persone – il 5 gennaio era stata somministrata la prima dose di vaccino Pfizer contro il Covid. Non è bastato, ma non sia fuoco per la campagna “no vax”, dato che la copertura (al 95%) può dirsi completa solo trascorsa una settimana dalla seconda inoculazione. È possibile, dunque, che all’epoca il virus fosse in una fase di incubazione. O, altra ipotesi, che il virus sia entrato anche dopo il 5 gennaio, portando al contagio di ospiti e operatori non ancora immunizzati, essendo trascorso troppo poco tempo dalla prima somministrazione.

«La seconda dose sarà inoculata il 26 gennaio e dopo sette giorni vi sarà copertura dal Covid» spiega il direttore d’area di Coopselios Sauro Paganelli. La seconda somministrazione, tuttavia, sarà subordinata alla negativizzazione – da qualche giorno, per altro – dei pazienti, essendo il vaccino incompatibile con l’infezione ancora in corso.

Prosegue Paganelli: «Credo molto nella campagna vaccinale, tant’è che io stesso sono stato sottoposto al vaccino il 2 gennaio». Il direttore d’area ci tiene a dissipare i dubbi anche circa l’effettuazione del tampone su ospiti e operatori, prima della vaccinazione. Procedura necessaria, proprio per accertarsi dell’assenza del contagio in atto. «Ci atteniamo scrupolosamente alle direttive e alle tempistiche della Regione, sia prima che dopo la vaccinazione». Sulla notizia è intervenuto anche il sindaco di Meolo, Daniele Pavan: «Purtroppo può succedere. Sarebbe preoccupante se fossimo a febbraio, ma è noto che l’immunizzazione intervenga a distanza di una settimana dalla seconda somministrazione. Gli ospiti positivi sono stati separati dai negativi, per evitare una eventuale ulteriore propagazione del contagio».

La casa di riposo di Meolo era riuscita nella difficile impresa di arginare il contagio, contando solo una decina di casi a maggio. Durante la seconda ondata, invece, la struttura era sempre rimasta “Covid free” . Ora la brutta notizia, proprio a un passo dalla fine dell’incubo. —



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