«FriulAdria, così cresceremo in regione»

Il d.g. Crosara: mutui alle famiglie, Pmi e agricoltura al centro
 PORDENONE.
Quanto ad attenzione capillare al territorio quasi non li batte nessuno. Se non altro per le lezioni della casa madre, il Credit Agricole, potente banca cooperativa francese, che è arrivata a far girare, nei piccoli paesi della campagna della Provenza, dei camioncini che sono una sorta di sportello bancario volante. Nei giorni di mercato si fermano ad erogare servizi bancari nelle cittadine sprovviste di sportelli. Ma FriulAdria, che dentro il gruppo Agricole c'è entrata solo quattro anni fa, dopo quasi un decennio in Intesa Sanpaolo, ha alle spalle, quanto a legami con il territorio, una storia che proprio quest'anno scandisce il secolo esatto. Partita nel 1911 con una filiale e tre dipendenti e l'insegna della Banca Popolare Cooperativa di Pordenone, è arrivata oggi, ad avere 194 filiali retail, in gran parte in Friuli, dove difende una quota di mercato del 12%.  Nel Veneto, la banca, che ha 80 sportelli, si prepara a digerire le 15 filiali ex Intesa - tra Treviso, Padova e Vicenza - che entreranno nel gruppo a settimane. Una sorta di zoccolo duro da cui partire per espandersi, conquistare clienti, e ambire a crescere da quel 3% di quote di mercato che la banca ha in Veneto. Non sarà un caso che qualche settimana fa qualcuno era pronto a giurare che FriulAdria avesse in mente di candidarsi all'acquisto di un pacchetto di sportelli messi in vendita da Mps. Notizia poi smentita. «Non so neanche come sia nata questa voce» dice Carlo Crosara direttore generale di FriulAdria. Ma forse non è neanche un caso che FriulAdria, che ha nel rugby una presenza importante con la capogruppo Cariparma main sponsor della Nazionale, avrà lo stesso ruolo nel campionato Under 20 che si terrà tra Padova, Rovigo, Treviso. «Il rugby è uno sport duro che sembra a tratti violento, ma è una palestra di valori» dice Crosara. Il gioco è duro anche nel mercato bancario. A Nordest tutti i grandi gruppi cercano di attrezzarsi per coprire a tappeto il territorio e cercare di offrire servizi in una delle zone più ricche d'Italia. Crosara - 54 anni, una carriera costruita a Nordest tra Ambroveneto e Intesa - non nega che il gioco sia duro. «Ma - sostiene - noi abbiamo alcuni asset da far valere. Il primo è la filiera corta, cioè autonomia e responsabilità nella gestione dei clienti nelle decisioni che riguardano il credito: qui c'è un direttore generale che parla con le filiali, e la banca ha 11 mila piccoli azionisti. Questa presenza sul territorio si unisce al fatto di avere alle spalle il Credit Agricole, che ci mette a disposizione competenze enormi consentendo di offrire ai nostri clienti prodotti e servizi specializzati». Ma la guerra di posizionamento tra banche avrà adesso una sorta di verifica nella nuova fase che si è aperta sul mercato del credito: «Il costo della raccolta sta salendo, e ci dovrà essere un riequilibrio tra impieghi e depositi che peserà sulle banche. Noi abbiamo sempre seguito una linea di prudenza, non vogliamo andare in debito di ossigeno. Quindi ci mettiamo in gioco non solo cercando di vendere, ma soprattutto coltivando rapporti stabili con la nostra clientela».  Di questa strategia è testimonianza anche l'ultimo bilancio presentato da FriulAdria che presenta un aumento della redditività, a fronte di un aumento degli impieghi non alto, lo 0,6%. «È stato un anno importante, durante il quale abbiamo portato a termine un lavoro di riorganizzazione della rete» dice Crosara. «Ci siamo riposizionati dando maggiore attenzione al retail, ai mutui alle famiglie e alle Pmi, sgonfiando le posizioni di big ticket e quelle di partecipazione a finanziamenti in pool. Preferiamo avere rapporti diretti con i nostri clienti».  Con questa logica adesso FriulAdria vuole "aggredire" il mercato veneto, dove ci si aspetta una crescita veloce e dove si cominceranno a disegnare obiettivi più precisi quando entreranno di fatto nel gruppo le 15 filiali ex Intesa che consentiranno di, far salire la quota di mercato nel Veneto al 3% con un posizionamento più forte a Treviso Vicenza e Padova e l'ambizione di espandersi a Verona. Si punta non solo su Pmi e famiglie ma anche sull'agricoltura, non solo per vocazione storica della capogruppo, ma anche perché nell'ultimo anno questo settore ha registrato la crescita più dinamica degli impieghi con aumenti a due cifre.

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