Funerale assieme per il papà e il bambino che ha ucciso

Veglia a Castello di Godego di vicinanza ai familiari del papà che ha strangolato il figlio credendolo malato e si è tolto la vita
Massimiliano Battaglia e il suo papà, Egidio
Massimiliano Battaglia e il suo papà, Egidio

CASTELLO DI GODEGO (Treviso). Sarà con un’unica cerimonia funebre che verrà dato l’ultimo saluto a Egidio Battaglia e al figlioletto Massimiliano. Sarà celebrata non appena verrà dato il nulla osta da parte della magistratura, che deve ancora decidere in merito all’autopsia sulle due salme.

Questa la decisione presa dalla famiglia attorno a cui lunedì sera si è stretta la comunità godigese per la veglia funebre che si è tenuta nel quartiere Muson, a cui hanno partecipato oltre 250 persone davanti ad un altarino con l’immagine della Vergine. È stata ospitata dal campetto che si trova giusto a metà strada tra l’abitazione dove è avvenuta la tragedia di sabato e la casa dei nonni.

Un luogo carico di significato, quel parco: era il luogo che aveva visto Massimiliano sprigionare tutta la sua gioia di bambino nei giochi con gli amichetti, lungo la strada che percorreva ogni giorni con i genitori per andare dai nonni. Una vita felice, la sua e quella della sua famiglia, improvvisamente venuta meno sabato per mano del papà, che poi si è tolto la vita.

«Accompagna in Paradiso il piccolo Massimiliano e trova qui un posto anche per il suo papà»: è questa una delle preghiere che sono state rivolte alla Madonna in un momento di preghiera intenso a cui ha preso parte anche la famiglia Battaglia, il papà di Egidio, Fortunato, la mamma Valeria insieme ai fratelli, organizzato dal comitato di quartiere che ha voluto in questo modo stringersi a loro.

«È un momento in cui girano in mezzo a noi le forze dell’oscurità» ha detto il parroco don Gerardo Giacometti prima di guidare la recita del Rosario «Stasera scateniamo un’altra forza, quella buona, quella della solidarietà e della fede. E quest’ultima strada, quella della fede, a suggerircela è la Madonna della Crocetta (cui è dedicato un santuario a Castello di Godego): apparendo con una croce ci dice di non aver paura, che ci aiuta a portarla».

Un pensiero che va a tutta la comunità godigese, sconvolta da quanto accaduto, dal gesto disperato di un papà che di fronte alla prospettiva della disabilità del figlio non ha retto: «Anche noi tutti» ha continuato don Gerardo «abbiamo bisogno di sostegno in questo momento: la preghiera sana, consola, ci fa capire che la nostra vita può essere cambiata».

Il parroco ha fatto riferimento alla solitudine di Egidio di fronte alla difficoltà che stava vivendo «uno dei problemi che stiamo vivendo in questo tempo così difficile». Un pensiero particolare è stato rivolto soprattutto ad Adriana, la moglie di Egidio e la mamma di Massimiliano: «È necessario che trovi un aiuto, un sostegno in tutti» ha detto don Gerardo «ora le è vicina la famiglia di Egidio, ma tutti dobbiamo esserle accanto affinché non si senta mai da sola».

Il pm di turno, Mara Giovanna De Donà, sta valutando in merito all’autopsia di Egidio e del piccolo. La Procura non ha ancora disposto l’incarico, ma c’è anche l’ipotesi che l’autopsia venga disposta solo sul corpo del piccolo, per capire con certezza in che modo sia stato ucciso dal padre e a che ora. —



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