Giorlo: «Solo illazioni su di me», ma gli atti parlano

Gentile Direttore, con grande sorpresa e rammarico ho avuto modo di leggere l'articolo pubblicato sul Suo giornale in data 4 dicembre, redatto dal vostro collaboratore Gianni Belloni, in cui, a suo...

Gentile Direttore, con grande sorpresa e rammarico ho avuto modo di leggere l'articolo pubblicato sul Suo giornale in data 4 dicembre, redatto dal vostro collaboratore Gianni Belloni, in cui, a suo dire, io sarei coinvolto in contatti con persone riconducibili alla criminalità organizzata della mafia calabrese. Il vostro collaboratore cita, fra l'altro, rapporti dell'Arma dei Carabinieri di Crotone e dichiara che alcuni imprenditori edili veronesi starebbero sostenendo economicamente la mia attuale campagna elettorale, coinvolgendo in questo anche il movimento "Tuttocambia".

Premesso che prima di lanciarsi in queste illazioni l'etica del giornalista imporrebbe di informarsi correttamente, mi corre l'obbligo precisare che nel dicembre 2014 la procura della repubblica di Verona di concerto con le procure di Crotone, Catanzaro, il comando dei Carabinieri dei Ros di Padova e la Direzione Investigativa Antimafia di Venezia, ha archiviato la mia posizione ai sensi dell'articolo 408 del Codice Procedura Penale "infondatezza del reato". Il tutto dopo 10 mesi di accuratissime indagini nate da un esposto presentato a Verona dal capogruppo in comune del Partito Democratico Michele Bertucco che dichiarava averlo ricevuto anonimamente e, per senso civico, lo consegnava alla Procura di Verona. E' il classico modo per distruggere ed eliminare l'avversario politico.

Sono rammaricato che il Suo giornale abbia deciso di pubblicare senza essersi informato dei fatti presso le autorità giudiziarie. Un ulteriore causa di rammarico è che, qualora io fossi stato indagato, rinviato a giudizio o peggio, sotto processo o condannato per queste accuse così pesanti, non potrei candidarmi a sindaco (e nemmeno a qualsiasi altra carica amministrativa) come prevede la legge. Mi rendo disponibile per una intervista/smentita presso il Suo giornale mostrando tutto il fascicolo giudiziario comprendente il decreto di archiviazione delle procure di Verona, Crotone, Catanzaro.

Marco Giorlo

L'articolo cui lei fa riferimento riporta la notizia dell'arresto di alcuni componenti della famiglia Giardino per reati molto gravi e riferisce sommariamente anche dei contatti tra la famiglia stessa e il mondo politico veronese: contatti indiscutibili, provati (intercettazioni, fotografie e filmati) e oggetto di aspre polemiche da anni. A prescindere dalla presenza o meno di rilievi penali, noi riteniamo che tali contatti siano piuttosto imbarazzanti. I suoi rapporti con i Giardino (Francesco e Alfonso, in particolare) sono ricostruiti, tra gli altri documenti investigativi, da una nota di servizio del Nucleo operativo dei carabinieri di Verona del 28 maggio 2012 e dalla relazione inviata il 9 marzo 2014 alla DDA di Catanzaro dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Crotone: rapporti in parte già noti che qui non citiamo (sono comunque 28 pagine) proprio perché lei è stato prosciolto. Quanto al fatto che la sua campagna elettorale goda del sostegno di "alcuni imprenditori edili veronesi", non ci sembra proprio che questo sia elemento di discredito, anche se lei mischia questa annotazione con le sue vicende giudiziarie. Ma lo fa lei, non noi. (pc)

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