Grandi soci di Pop Vicenza “salvati” prima del tonfo

VICENZA. Diesel di Renzo Rosso e la Finpiave di Giuseppe Stefanel, e poi Giambattista e Giancarlo Dalli Cani, la famiglia Morato e Lino Diquigiovanni. Un gruppo di grandi soci della Popolare di Vicenza sarebbe riuscito a disfarsi delle azioni della banca poco prima che esplodesse lo scandalo e che i titoli venissero svalutati di oltre il 20%. L'Espresso (oggi in edicola) pubblica la lista degli imprenditori veneti e non solo, che sarebbero riusciti nell’operazione di cedere alla Popolare il proprio pacchetto prima dell'aprile scorso, quando il consiglio di amministrazione dell'istituto decise di svalutare il titolo da 62,5 a 48 euro. Secondo il settimanale «le cessioni sono state gestite dall'istituto di credito veneto, che ha invece ritardato e spesso bloccato le richieste di vendita di migliaia di risparmiatori». Dai documenti consultati dall’Espresso emergerebbe che «nel corso del 2014 sono stati venduti almeno una ventina di pacchetti azionari per un importo superiore al milione. In totale gli azionisti in uscita si sono liberati di azioni per circa 70 milioni».
Tra gli azionisti che hanno ceduto in tutto o in parte le loro quote ci sono nomi noti dell'imprenditoria vicentina. Ad esempio Renzo Rosso, che ha venduto nel 2014 per 3,2 milioni un pacchetto di azioni comprate anni prima per poco più di 2,8 milioni. Al nostro giornale il fondatore della Diesel aveva spiegato così la scelta di uscire dal capitale della banca di Zonin: «Non condividevo il loro sistema di valutazione delle azioni: le banche devono essere globali, che senso ha avere la banchetta di paese? Si possono fare delle divisioni dentro le grandi banche per seguire le piccole imprese. Come facciamo noi nelle imprese, con le business unit». Tra i “soci privilegiati” ci sarebbe anche il trevigiano Giuseppe Stefanel, a capo dell'omonimo gruppo della moda, che con la sua holding Finpiave nel dicembre 2014 avrebbe incassato oltre un milione di euro.
Fonti vicine alla popolare vicentina spiegano che l'istituto dal 2013 al 2015 ha acquistato azioni da 8.300 dei propri azionisti, per 5.200 dei quali i pacchetti erano di 500 azioni ciascuno. E per farlo si è rispettato l'ordine cronologico delle richieste. Non si esclude che tra gli acquisti siano finiti ordini di “grandi famiglie”, ma certamente molti piccoli azionisti.
Secondo l'Espresso anche banca Ibl, controllata dalla famiglia romana D'Amelio insieme al manager Mario Giordano e prossima al collocamento in Borsa, ha acquistato e rivenduto azioni della banca vicentina per un valore di 10 milioni. Fonti vicine all'istituto romano riferiscono che l'acquisto è stato fatto il 30 dicembre 2013 e rivenduto il 30 maggio 2014, quando la Popolare era ancora indicata da molti come il polo aggregante delle banche venete. Per chi possiede azioni della Popolare di Vicenza (e intende disfarsene) occorrerà ora aspettare la quotazione in Borsa, prevista l'anno prossimo. Secondo una prima stima degli analisti, la quotazione non dovrebbe superare i 20 euro. Nel 2014 le azioni valevano 62,5 euro, svalutate a 48 euro ad aprile scorso.
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